intervento ginocchia

Ginocchia: una soluzione a ogni guaio

Le terapie per…
Oggi in sette casi su dieci è possibile risolvere i problemi del ginocchio senza intervento. Ecco le terapie più nuove per due problemi molto comuni.

…la lesione della cartilagine
Il tessuto che riveste l’articolazione del ginocchio è come un cuscinetto elastico. I traumi ripetuti però, come le distorsioni, ma anche le botte leggere, a lungo andare possono danneggiarlo. La cura più nuova per riparare la cartilagine è la stimolazione biofisica osteocondrale. «È una ginocchiera collegata a una specie di iPod che emette energia a bassa intensità» spiega il dottor Berruto. «Le vibrazioni stimolano la produzione di nuove cellule cartilaginee». L’apparecchio si noleggia nei negozi di articoli sanitari e va utilizzato almeno tre volte alla settimana, due ore la mattina e due la sera.

…la lesione dei legamenti
I movimenti sbagliati di torsione oppure le cadute possono assottigliare i legamenti, rendendoli meno resistenti. La soluzione più all’avanguardia è l’infiltrazione con fattori di crescita piastrinici. «Un campione di sangue del paziente viene filtrato con uno speciale macchinario» dice il dottor Berruto. «Il risultato è un concentrato di piastrine e di plasma, che viene iniettato nella zona danneggiata. A contatto con il tessuto della cartilagine, si attiva un meccanismo che ripara il danno». Di solito bastano tre applicazioni in day hospital. E il giorno dopo si può già tornare al lavoro.

Gli interventi per…
Anche quando il danno ormai è tale da rendere necessario l’intervento chirurgico oggi ci sono tecniche soft. Vediamo le ultime novità per i problemi più diffusi.

…la rottura del menisco
È un incidente frequente tra gli sportivi, conseguenza di un trauma violento. Se la rottura è parziale, la tecnica più all’avanguardia è lo scaffold biomimetico. «È come una mascherina che si applica sulla zona danneggiata» spiega il dottor Berruto. «Questa struttura è fatta di idrossiapatite, una componente delle ossa, e di acido ialuronico. Una volta impiantata, stimola l’attività delle cellule responsabili della produzione di tessuto osseo e di cartilagine. In pratica, è come una “toppa” che ripara il menisco». L’intervento è in anestesia periferica, cioè addormentando solo la gamba, e in day hospital. Il giorno dopo si può camminare con una stampella e nel giro di due settimane senza aiuti.

…la rottura del legamento
«Oggi le tecniche di ricostruzione dei legamenti e dei tendini hanno raggiunto un’alta percentuale di successo» dice il dottor Berruto. «Già in uso è il trapianto di tendini autologo, cioè dal paziente». Si preleva un pezzo di tendine da un’altra parte del corpo per ricostruire quello danneggiato. «Molto promettente, ma ancora in via sperimentale, è la tecnica degli allograft, già usata nel nostro istituto» dice l’esperto. «Con legamenti provenienti dalla banca dell’osso si ricostruisce la parte che si è rotta. E non c’è il rischio di rigetto».

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