Uomini che non vogliono crescere

Infantili, burloni, mammoni, incapaci di prendersi delle responsabilità. Sono i maschi colpiti dalla sindrome di Peter Pan. Qui puoi fare le domande ai nostri esperti

Lo ha detto Tom Waits, che ha intitolato una sua canzone “I don’t wanna grow up” (“Non voglio crescere”). Lo afferma, almeno in parte, anche Riccardo Scamarcio nel suo recente “Ho voglia di te”. Peter Pan è diventato l’emblema di una ben definita categoria di persone che di crescere non ne vuole proprio sapere.

Lo conferma anche una ricerca inglese, condotta dallo psichiatra Bruce Charlton dell’Università di Newcastle, scopo della quale era dimostrare quanto gli adulti di oggi siamo meno maturi di un tempo.

“In linguaggio medico questo tipo di comportamento è una vera e propria sindrome definita scientificamente “neotenia psicologica“, ci spiega il dott. Tonino Cricenti, medico specialista in psichiatria. “Spesso è una situazione di comodo, che posticipa le responsabilità. Coloro che soffrono di questo disturbo sono generalmente maschi, sovente figli unici, non necessariamente con altre problematiche psicologiche”. “Le caratteristiche principali” afferma il dott. Gianpaolo Merello, medico di medicina generale “sono quelle di non prendere nulla sul serio, di essere eterni fanciulli, di spaventarsi di fronte alla minima responsabilità”. I problema è quasi tutto al maschile: sono proprio gli uomini, infatti, ad avere il più alto tasso di immaturità. Uomini che si comportano dunque come ragazzini e donne che si ritrovano davanti ad un compagno da accudire: insicuro, dipendente, giocherellone e assolutamente inaffidabile.

“È proprio dal punto di vista femminile che questo tipo di comportamenti ha le peggiori ripercussioni” ci spiega lo psicologo dott. Gabriele Traverso. “Condividere la propria vita con un partner immaturo non significa soltanto prendersene cura, ma  non poter fare affidamento su di lui, non poter prendere decisioni importanti. Non solo il pensiero di un figlio, per esempio, ma anche l’organizzazione del week end può essere troppo impegnativa: tranne poi subìre i suoi frequenti capricci perché le cose non sono andate come lui si aspettava”.

Generalmente chi è affetto da sindrome di Peter Pan costringe al coppia a non crescere, a non progredire: nella maggior parte delle coppie discorsi come convivenza, matrimonio e figli sono  banditi dagli argomenti di conversazione.

Ma quali sono i motivi che spingono a questa sorta di immaturità costituzionale? “Non sono certo problemi organici” – ci sottolinea il dottor Cricenti. “I freni sono tutti nella mente: pur non essendo una malattia, è una scelta di comodo, che posticipa le responsabilità.

Chi presenta la sindrome di Peter Pan può avere qualunque età: tanto non crescerà mai, o lo farà con estrema difficoltà”. In generale questa tipologia di uomini si spinge verso storie facili (di breve durata e senza grossi impegni sentimentali) che alimentino la propria autostima (piaccio, ho successo).  Molto spesso le condizioni socio economiche non aiutano: il prolungarsi degli studi universitari, la difficoltà a trovare lavoro, gli affitti sempre più impossibili “obbligano” a stare nel nido familiare. E questo provoca o acuisce la mancanza di autonomia. Anche la donna che accetta questa situazione presenta qualche problematica psicologica: una donna sana si impegna in un rapporto destinato a crescere e cerca un partner affidabile nei sentimenti e disposto ad assumersi la responsabilità del rapporto.

“In conclusione, le donne che si trovano a vivere una storia sentimentale con un “Peter Pan” devono scegliere: o tenersi un soggetto anche simpatico, allegro e burlone ma profondamente inaffidabile o lasciarlo andare” continua il dott. Merello “inutile attaccarlo, stimolarlo o, peggio, ricattarlo: non cambierà”. Quindi, in sostanza, o si accetta un ruolo di partner-madre-compagna di giochi o, se invece le prospettive di vita sono molto più adulte, meglio lasciar perdere. Arrabbiarsi, minacciare o sopportare non fa altro che farli correre a rincuorarsi da  “mammà”. Ci sono diversi Peter Pan ben consapevoli del loro stato: alcuni di loro ad un certo punto della vita decidono di chiedere un aiuto psicologico. Nella maggior parte dei casi rimangono beatamente piccoli ma anche maledettamente interessanti.

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