Cattiva giornata in ufficio

Scopri come superare al meglio una cattiva giornata di lavoro...

Come affrontare i problemi in ufficio

Colleghi insopportabili, scadenze pressanti, commenti spiacevoli: quando il lavoro diventa una tortura, devi saper reagire. Prova ad affrontare le situazioni critiche. Te ne libererai con un sorriso

Prova l’automassaggio. Le tecniche da scrivania le trovi su Massaggio da ufficio. Prevenzione e cura dello stress da lavoro di Giovanni Leanti La Rosa e Fabrizio Buratto (Apogeo).

Non sei riuscita a completare la lista delle cose da fare

Dovrebbe aiutarti a organizzare la giornata, ma spesso l’elenco si trasforma in un’arma a doppio taglio. «Depennare gli impegni placa l’ansia perché ti dà l’impressione di avere tutto sotto controllo. Ma quando continui ad aggiungere punti e il tempo vola, i ruoli si ribaltano: la lista controlla te e tu ne diventi schiava» spiega Matteo Marini, psicologo del lavoro e autore di Fucking Monday. Corso di sopravvivenza in ufficio (De Vecchi editore).

«Per capovolgere la situazione, prova a guardarla da questo punto di vista: il malessere che provi è un segnale che ti manda il tuo inconscio per dirti “basta, fermati”. Se non gli dai ascolto, il disagio si autoalimenta. Per bloccarlo devi prendere le distanze. Quindi, metti da parte la lista e usa il tempo rimasto per ricaricare le energie, dedicandoti a qualcosa di piacevole che non ha nulla a che fare con il lavoro». Potrebbe sembrarti assurdo, vista la mole di incombenze che ti attende. Ma vedrai che domani avrai la forza per produrre il doppio.

La tua vicina di scrivania ha assunto un atteggiamento di sfida

Chiederle “Ma che ti ho fatto?” e cercare di chiarire sarebbe l’ideale. Ma dal momento che questo passo costa fatica, prova almeno a placare la frustrazione che tutti proviamo quando sappiamo di non piacere agli altri.

«Rifletti sul fatto che le antipatie ci sono e vanno gestite: non andare d’accordissimo con tutti è normale» dice l’esperto. «Questa consapevolezza ti aiuterà a spostare l’attenzione verso il problema, distogliendola dalla collega. Perché se continui ad attaccarle addosso l’etichetta di “cattiva” finirà per esserlo in maniera sempre più marcata. E dimostrarti ferita o infastidita rinsalderà il suo ruolo. Previeni invece i suoi atteggiamenti con uno spiazzante comportamento collaborativo: chiedile un piacere, falle un sorriso, invitala al caffè. Capirà che le sue provocazioni non attecchiscono e ti lascerà in pace».

In riunione hai dato il meglio e nessuno ti ha notata

È tipico di chi lavora duro in maniera costante: finisce che i suoi successi vengono dati per scontati, considerati normali, dovuti e quindi… non degni di nota. «Purtroppo, questo risultato è il frutto di un processo lento, dal quale puoi uscire solo altrettanto lentamente» avverte Marini.

«Quello che puoi fare già oggi, per evitare di ritrovarti ancora in questa situazione in futuro, è far pesare un minimo il tuo lavoro: non dire sì a qualsiasi richiesta col sorriso stampato in faccia, non fare gli straordinari quando non è esplicitamente richiesto. Insomma, pur mantenendoti disponibile ed efficiente, poni dei limiti e cerca dei compromessi, così induci gli altri a non darti per scontata. Questo processo pian piano metterà in luce le tue azioni, le tue idee. E il loro valore verrà riconosciuto».

I capi ti hanno invitata a un summit e sei nel panico

«Quando qualcuno si aspetta tanto da noi, la nostra prima reazione è rimuginare, fare mille ragionamenti e supposizioni, pensare al peggio. Mai cogliere al volo la sfida. Eppure la paura è fatta per essere affrontata, tanto è vero che, appena varchi la soglia ed entri nella situazione che prima ti spaventava, il timore scende del 90 per cento» assicura lo psicologo.

«Al suo posto entra in circolo l’adrenalina, che non solo ti spinge a dare il massimo, ma ti permette anche di tirare fuori quelle risorse che il panico, prima, teneva sotto scacco. Devi fidarti di questo processo fisiologico e buttarti. La soddisfazione che proverai ti piacerà così tanto che ci proverai gusto e ti ritroverai, inconsciamente, a cercare altre difficoltà da superare. È così che si cresce professionalmente».

C’è aria di esuberi e hai paura di essere nel mirino

«Quando siamo preda di un’angoscia come questa, scatta un meccanismo naturale che ci fa lavorare di più e rendere di meno» spiega Matteo Marini. «Succede perché l’ansia ci trascina dentro il tunnel delle emozioni negative, quindi perdiamo lucidità e ci comportiamo come se fossimo in trappola».

Per scongiurare questo pericolo bisogna attivare meccanismi di protezione che lavorano sulla tua autostima e la rinsaldano. «Per prima cosa confidati con una collega amica: ti alleggerisci dei timori e trovi la conferma del tuo valore e delle tue qualità. Poi, dai più spazio all’attività sportiva. Muoverti allontana lo stress e alimenta le endorfine che ti fanno subito stare meglio. In questo periodo avresti bisogno di sentirti accolta e coccolata: fare l’amore col tuo uomo ti aiuta a contrastare la sensazione di smarrimento».

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