LA PAURA

Quando mi metto a dieta, temo  di non riuscire a perdere peso o mantenere poi i risultati.

LA SOLUZIONE

Risponde Damiano Galimberti, dietologo comportamentista
«Per scacciare questi timori occorre smettere di pensare alla dieta come a una privazione del cibo. In realtà è un regalo che facciamo a noi stessi. Per dare una mano alla forza di volontà, si può provare a tenere un quaderno dei "voglio", sul quale scrivere le cose che gratificano al di là del cibo: 10 minuti alla mattina per fare un esercizio di rilassamento, ascoltare la propria canzone preferita e così via. Tante piccole gratificazioni, infatti, aiutano a non cedere alle tentazioni. Finita la dieta, poi, non si deve dimenticare che il corpo si è abituato a consumare meno, rallentando il metabolismo. La fase del mantenimento, quindi, è indispensabile per stabilizzare i risultati».

LA PAURA

Non sono ancora sposata e vengo già assalita dal timore che mio marito possa tradirmi.

LA SOLUZIONE

Risponde Alessia Tedesco, psicoterapeuta

«Molte donne hanno questa paura. Ma la novità è che, oggi, anche gli uomini sono attraversati dallo stesso timore: è una delle ragioni per cui sono sempre più restii a sposarsi. Essere più o meno innamorati del partner non c?entra: dietro a questa insicurezza, in realtà, si nasconde un'altra domanda: "Saprò essere all?altezza del rapporto matrimoniale che stringerò con questa persona?". Per superare l'incertezza occorre lavorare sulla qualità della relazione, sulla sincerità e sulla condivisione. Più si è capaci di tessere giorno dopo giorno la propria storia con pienezza e creatività, più si costruirà una piattaforma di sicurezza. Che toglierà spazio, di giorno in giorno, a questo pensiero negativo».

LA PAURA

Nella mia famiglia ci sono stati casi di tumore al seno. Ho paura di ammalarmi anch'io.

LA SOLUZIONE

Risponde Alessandra Pallucca, senologa presso il Centro diagnostico italiano di Milano
«Se la mamma ha avuto il tumore al seno in menopausa, la figlia non corre più rischi di altre donne. Per stare tranquille basta seguire l'iter canonico: una visita senologica e una ecografia ogni 12 mesi dopo i 30 anni, la mammografia annuale a partire dai 40 anni. Chi, invece, ha avuto almeno tre parenti di primo grado con un tumore al seno in premenopausa corre più rischi. In questo caso, le visite e le ecografie vanno fatte a partire dai 25 anni. Un altro metodo è la ricerca dei due geni responsabili di tumori al seno e all?ovaia (Brca1 e Brca2), attraverso un?analisi del sangue. Si fa nei centri tumori ed è preceduto da un incontro con un genetista».

LA PAURA

Gli anni passano, ma non sono sicura di volere dei figli. Temo, però, di avere poi dei rimpianti.

LA SOLUZIONE
Risponde Mara Bertini, psichiatra e psicoterapeuta
«Questa paura, in realtà, ne contiene due: quella di non avere figli e quella di non essere pronte alla maternità. Sono i timori di tutte le donne tra i 30 e 40 anni. Il consiglio è di cercare di capire se si desidera davvero un figlio cercando di ascoltare le proprie emozioni: se la risposta istintiva è sì, poi si può passare a un approccio più razionale. Una scelta così importante, infatti, non può essere slegata dalla realtà: chi decide di avere un bambino deve provare a immaginarselo nel proprio contesto pratico e in quello emotivo-affettivo. Se, al contrario, il desiderio di un figlio non c'è, non bisogna colpevolizzarsi né temere per il futuro: esistono altri modi per trasmettere i valori in cui si crede e dare un senso alla propria vita».

LA PAURA

Quando compro dei vestiti realizzati in Paesi in via di sviluppo mi sembra di sfruttare i poveri.

LA SOLUZIONE
Risponde Gian Paolo Barbetta, professore di politica economica all'Università Cattolica di Milano .
«Al contrario, può essere un modo per aiutarli. Nei Paesi poveri, infatti, manca la domanda interna senza la quale non si crea mercato: per far ripartire l?economia, questi Stati possono puntare soltanto sulle esportazioni. L'esperienza degli ultimi 50 anni ha messo in evidenza che questo sistema ha aiutato lo sviluppo economico di diversi Paesi, come Singapore, Taiwan e la Corea del Sud. È vero che, talvolta, dietro a queste produzioni si possono nascondere situazioni di sfruttamento. E che, in alcuni casi, il grosso del guadagno va in mano agli intermediari. Ma esistono anche meccanismi di correzione, come insegna il commercio equo e solidale che sostiene anche i piccolissimi produttori».

LA PAURA

Sono terrorizzata all'idea che, invecchiando, la mia mente possa essere colpita dalla demenza senile.

LA SOLUZIONE
Risponde Andrea Francescani, neurologo coordinatore  dell'Unità Alzheimer all?Ospedale Fornaroli di Magenta (Mi)
«Quando si parla di demenza senile viene subito in mente l'Alzheimer, la più famosa e la più studiata, nonché la quarta malattia per gli over 65. Oggi, però, c?è un iperallarmismo: se una persona tra i 50 e 60 anni ha uno o due parenti con questo disturbo, al primo vuoto di memoria corre dallo specialista. In realtà, nel 90 per cento dei casi, l'Alzheimer colpisce in modo casuale. Dopo i 50 anni, poi, è normale qualche dimenticanza: il cervello invecchia. Se, invece, da sei mesi non si ricordano le cose recenti e si continua a perdere colpi, è giusto rivolgersi a un centro Uva (Unità valutativa Alzheimer) dell'ospedale più vicino».

LA PAURA

In ufficio sono sommersa dal lavoro: vivo con l'ansia di lasciare sempre qualcosa indietro.

LA SOLUZIONE
Risponde Pilar Chaparro, executive coach di Life coach lab (www.lifecoachlab.com)
«Per riuscire a fare tutto con calma, occorre imparare a distinguere le priorità. Io consiglio di usare la matrice del generale Eisenhower e di dividere un foglio in quattro quadranti. Su uno vanno scritte le attività importanti e non urgenti (pianificazione); su un altro quelle importanti e urgenti (scadenze passate ed emergenze che richiedono molta attenzione); poi attività non importanti e urgenti (telefonate, risposte alle email); infine attività non importanti e non urgenti (archivio, cancellazione di vecchi messaggi). Se ogni giorno si dedicano cinque minuti al mattino per ripassare la lista e cinque alla sera per depennare le cose fatte, si smista meglio il lavoro».

LA PAURA

Sono preoccupata per mia mamma, affaticata con i nipotini, ma lei non ammette di stare invecchiando.

LA SOLUZIONE
Risponde Franco Rengo, ordinario di geriatria all?Università di Napoli Federico II
«Se la mamma ha superato gli 80 anni, è meglio non lasciarle i bimbi: seguirli da sola è per lei una fatica fisica e mentale. Se, invece, di anni ne ha 65 ed è un po? affaticata, potrebbe essere il momento di fare un check up. Non è raro rendersi conto con un controllo che c'è una cardiopatia mai scoperta (si spiegherebbe il batticuore dietro ai bambini) o un diabete, due patologie che con i farmaci si tengono facilmente sotto controllo. Va tenuto conto, e ricordato ai genitori spaventati dall'idea di essere "messi a riposo", che oggi noi geriatri aiutiamo i pazienti anziani a restare il più possibile attivi perché non rischino la depressione, causata da una perdita di ruolo o dall'isolamento».

LA PAURA

Temo che i soldi messi da parte per la pensione stiano perdendo valore giorno dopo giorno.

LA SOLUZIONE
Risponde Leonardo Becchetti, professore di Economia politica all'Università Tor Vergata di Roma e presidente del Comitato etico di Banca popolare etica.
«In passato, a fronte di chi andava in pensione, c?era un altro lavoratore che pagava i contributi. Oggi non è più così: chi lavora deve mettere da parte una quota nei fondi, gestiti sui mercati finanziari in azioni e in obbligazioni. Ci può essere un momento in cui il mercato scende, ma ci sono anche delle tutele. I fondi pensione immettono sul mercato quantitativi di denaro a scadenza definita: chi li gestisce riesce a investire sia quando il mercato va bene, sia quando il mercato va male. Quando si decide il tipo di fondo, bisogna ricordarsi che nella finanza non esistono guadagni facili a meno di correre un rischio molto più alto».

LA PAURA

Non ho mai abbastanza soldi per viaggiare. Credo che non vedrò mai la Cina o la Polinesia.

LA SOLUZIONE
Risponde Duccio Canestrini, antropologo del turismo.
«Si è proprio sicuri di volerci andare davvero? Qualche anno fa, in Polinesia, ho conosciuto un'italiana che si era innamorata di un elettricista francese: ha avuto il coraggio di seguirlo e cambiare vita. Ogni volta che vado in Africa, poi, conosco inglesi che vanno a insegnare la loro lingua o a fare progetti di cooperazione internazionale. Racconto questo solo per dire che ci sono molti modi di viaggiare e di venire a contatto con situazioni nuove: tutto dipende dalla priorità che si dà a questo interesse. Se si tratta di un sogno chiuso a chiave nell'ultimo cassetto della vostra scrivania, forse non corrisponde a un desiderio autentico. Al contrario, se è in cima alla lista, prima o poi si troverà il modo di realizzarlo».

LA PAURA

Vado in crisi se non trovo il mio partner. Mi immagino che gli sia successo qualcosa.

LA SOLUZIONE
Risponde Giuseppe Rescaldina, direttore dell'Istituto di Scienze psicologiche e ginecologiche di Villa Cimarosa a Milano.
«Chi ha questo tipo di pensieri, è possibile che abbia avuto genitori iperprotettivi. Magari si è cresciuti in famiglie ansiose in cui si facevano molte raccomandazioni e si sentiva ripetere spesso dalle mamme: "Quando arrivi, telefona per favore". Questo stesso atteggiamento che ora si riversa sul partner sembra pieno di attenzione, in realtà è soffocante ed è il sintomo di un eccessivo possesso. Come evitarlo? Un modo per trattenere telefonate e raccomandazioni è quello di dire a se stesse: "Se succede qualcosa mi chiamerà l'ospedale". È un paradosso, ma servirà ad allontanare il bisogno di chiamare».

LA PAURA

Quando prendo un autobus o la metropolitana mi assale il panico: temo che si possa verificare un attentato.

LA SOLUZIONE

Risponde Adriano Purgato, psicologo e criminologo, autore del libro Fobie (Castelvecchi)
«Succede perché siamo sovraesposti ai telegiornali e alla tivù più di quanto immaginiamo. La comunicazione è fatta di sensazionalismo: le notizie tragiche vengono rimbalzate da una rete all'altra in modo accelerato senza tener conto di chi le ascolta. Questo timore poi si fa sentire in autobus, in metropolitana o per la strada  anche perché, quando ci spostiamo, siamo fuori da un terreno conosciuto. Il mio consiglio per tranquillizzarsi? Chiedersi se nella zona in cui si abita ci sono mai stati attentati. Domandarsi se nella cerchia di amici e conoscenti qualcuno ne sia mai stato vittima. Questi rimandi a una realtà conosciuta aiuteranno a non essere dominati da paure lontane».

LA PAURA

Sono preoccupata per le mie ossa. Mia madre è finita su una sedia a rotelle per una forte osteoporosi.

LA SOLUZIONE
Risponde Maria Luisa Bianchi, segretario generale Lega italiana osteoporosi, www.lios.it.
«Per stare tranquille bisogna mantenere il picco di massa ossea che si aveva a 20 anni. In primo luogo mangiando alimenti ricchi di calcio: il fabbisogno è di 800-1.000 mg al giorno che diventano 1.200 dopo la menopausa. In pratica: un litro di latte scremato al giorno. Oppure, se si segue una dieta mediterranea, aggiungere ai 300 mg che si ricavano dal cibo, acqua minerale ricca di calcio, un po' di latte e uno yogurt o qualche formaggio. Per mantenere la densità ossea, poi, occorre fare regolarmente dell'attività fisica, anche delle camminate. Ed esporsi al sole 10 minuti al giorno, per non rischiare carenze di vitamina D, la sostanza che favorisce l'assorbimento del calcio».

LA PAURA

Ogni volta che viaggio all'estero ho il terrore di perdere i documenti o di essere rapinata.

LA SOLUZIONE
Risponde Duccio Canestrini, antropologo del turismo
«Perdere i documenti non è poi così drammatico: basta avere una fotocopia. Mentre subire una rapina, anche se certamente si tratta di un imprevisto molto spiacevole, può essere una scuola di vita. A me è capitato diverse volte e le ricordo come esperienze che mi hanno svegliato: evidentemente avevo un'idea "da villaggio turistico" dei Paesi che stavo visitando. Quando si tratta di vacanze, poi, credo che qualsiasi paura possa precedere il viaggio verrà cancellata dalla bellezza di una località e dall?emozione di trovarsi proprio nel posto che la nostra immaginazione aveva già prefigurato. Più in generale, infine, direi che in viaggio gli imprevisti non dovrebbero essere demonizzati: ne capitano anche alcuni molto piacevoli».

LA PAURA

Mi spaventa l'idea che io e mio marito potremmo divorziare: lui avrà tante donne, io rimarrò da sola.

LA SOLUZIONE
Risponde Alessia Tedesco, psicoterapeuta
«Si tratta di un pensiero ricorrente in moltissime donne. Colpa dell'idea, dura a morire, che un uomo possa avere una vita sessual-sentimentale più attiva di una donna. La quale resterà irrimediabilmente sola, ferita nei sentimenti ma anche nell'orgoglio per la sua condizione da "single di ritorno". Non è casuale che questa paura compaia quando la coppia non è in crisi: forse è perché c'è il timore di dover pagare un giorno ogni attimo di felicità, come se tutto avesse un prezzo. Meglio, invece, imparare ad accettare la felicità o la fortuna, altrimenti si rischia di non vivere mai pienamente il presente e di non costruire una relazione profonda con il partner. Con il pericolo di dar vita alla classica profezia che si autoavvera».

LA PAURA

La mia vita e le vacanze sono limitate da un'unica, grande paura. Quella di volare.

LA SOLUZIONE
Risponde Giorgio Nardone, direttore della scuola di psicoterapia breve di Arezzo e autore di "Non c'è notte che non veda il giorno" (edizioni Tea, 7,50 euro)
«È una paura tanto irrazionale quanto diffusa. Ma posso testimoniare di aver aiutato centinaia di pazienti a superarla. Il mio consiglio è di fare il biglietto e seguire la tecnica "della peggior fantasia". Si comincia una settimana prima del volo: ogni giorno, per mezz'ora, si deve immaginare di tutto: dall'attacco di panico all'incidente aereo fino al dirottamento. Bisogna fare lo stesso anche il giorno del volo, prima di andare all'aeroporto. In questo modo, la tensione continuerà a salire fin dopo il decollo. Ma poi, piano piano, passerà. Questo metodo si basa sul fatto che un disturbo viene annullato proprio provocandolo volontariamente».

LA PAURA

Quando, d'estate, la città si svuota vedo in giro persone "strane" e temo brutti incontri.

LA SOLUZIONE
Risponde Adriano Purgato, psicologo e criminologo
«Non è vero che quando le città si svuotano restano solo persone strane: si tratta più che altro di un problema di percezione dovuto al fatto di trovarsi a contatto con meno gente. Lo dimostrano alcuni test di psicologia condotti negli Stati Uniti negli anni Settanta: meno individui ci sono in una stanza, più aumentano i meccanismi di difesa, come l'evitarsi, per esempio. Questo accade perché l'uomo è un essere sociale: quando si trova da solo di fronte a uno sconosciuto, possono farsi strada le paure più irrazionali. Conoscere questo meccanismo psicologico, insieme a qualche semplice precauzione di buon senso, aiuta senz'altro a tenere l'ansia sotto controllo».

LA PAURA

Ultimamente ho il timore che quello che mangio possa essere pieno di pesticidi e di conservanti.

LA SOLUZIONE
Risponde Damiano Galimberti, dietologo
«Diciamoci la verità: come paura non è così infondata. Per non correre rischi per la salute, però, c'è la soluzione: mangiare un po' di tutto. Qualsiasi sostanza chimica, come additivi e conservanti, infatti, può essere nociva per l'organismo solo in quantità elevate. Qualche esempio? I nitrati contenuti negli insaccati sono ritenuti potenzialmente cancerogeni. Ma non si rischia nulla se si mangia il prosciutto un paio di volte a settimana. Per quanto riguarda il pesce, poi, meglio puntare su quello pescato. Secondo uno studio della World health organization, l'agenzia delle Nazioni Unite specializzata nel settore delle politiche sanitarie, il pesce di allevamento non andrebbe mangiato più di due volte ogni sette giorni».

LA PAURA

Sono rimasta sola dopo una storia importante. È difficile conoscere qualcuno. Troverò un compagno?

LA SOLUZIONE
Risponde Giuseppe Rescaldina, psicoterapeuta e direttore dell'Istituto di Scienze psicologiche e ginecologiche di Villa Cimarosa a Milano
«Forse senza rendersene conto si trasmette anche agli uomini questa incertezza emotiva. Così, appena ci si conosce, loro hanno la sensazione che li si voglia accalappiare e scappano tutti a gambe levate. Occorre provare a cambiare atteggiamento mentale. Imparare a sentirsi seduttive (e non sfortunate in amore), riprendere a frequentare gli uomini per il piacere della loro compagnia e perché sono divertenti. Solo in un secondo tempo, dopo aver ricostruito un giro di relazioni appaganti, si proverà a cercare un compagno. O, più facilmente, lo si incontrerà in modo casuale».

LA PAURA

D'estate mio figlio va ai campi estivi. Ho il terrore di separarmi da lui e vado in crisi per un nonnulla.

LA SOLUZIONE
Risponde Alessia Tedesco, psicoterapeuta
«È un'ansia comune a molti genitori, che cresce con l'età del figlio, quando l'adolescente raggiunge la piena autonomia. Oggi è molto in voga regalare il cellulare a un bimbo delle elementari e chiamarlo spesso per sapere se va tutto bene. Così, però, si ottiene l'effetto contrario. Un figlio che si sente controllato rivendicherà i suoi spazi di autonomia, spegnendo il telefono o fingendo di non sentirlo. È, invece, importante imparare a condividere le proprie paure con il partner: il genitore più ansioso (in genere la madre) beneficerà dell?aiuto del compagno. E si creerà un circolo virtuoso: il figlio, quando sentirà che il genitore sa gestire l'ansia senza coinvolgerlo, si convincerà che, quando ce ne sarà bisogno, potrà confidarsi e ricevere sostegno».

LA PAURA

Penso spesso a quando moriranno i miei genitori e a come potrò affrontare questo dolore.

LA SOLUZIONE
Risponde Giorgio Nardone, direttore della scuola di psicoterapia breve di Arezzo
«Una sana preoccupazione per il bene dei propri cari è naturale. Tuttavia, quando questo sentimento occupa i pensieri tanto da ridurre la qualità della vita, è necessario intervenire. Io propongo un intervento di auto-inganno della mente. Si prende carta e penna e si racconta, come in un romanzo, come sarà il futuro dopo la morte di mamma e papà. Va tenuto una specie di diario quotidiano. Dopo i primi giorni, la mente si rifiuterà di soffermarsi su quest'evento luttuoso, ritenendolo troppo doloroso. Si chiama illusione alternativa. E funziona da scacciapensieri sia che si riesca a tenere un diario così difficile sia che si schivi il compito, allontanando così il proprio timore».

C'è chi ha l'idea fissa di invecchiare.

Chi va in pensione ed è costantemente in ansia per i soldi.
Chi, quando esce, ha sempre l'impressione di fare brutti incontri.
Chi non sale mai su un aereo.

Insomma, non grandi fobie, ma tormenti quotidiani che possono rovinare la vita. Affrontateli con noi

21 paure Come liberarsene subito

C'è chi ha l'idea fissa di invecchiare. Chi va in pensione ed è costantemente in ansia per i soldi. Chi, quando esce, ha sempre l'impressione di fare brutti incontri. Chi non sale mai su un aereo. Insomma, non grandi fobie, ma tormenti quotidiani che possono rovinare la vita. Affrontateli con noi

 

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