la lievitazione della pizza

QUANDO DIPENDE DALLA LIEVITAZIONE

Perché la pizza sia digeribile, bisogna rispettare i “protocolli” di maturazione dell’impasto. Poche ore non bastano; il tempo ideale di lievitazione è due giorni; in questo modo sei sicura che sia già avvenuta la scomposizione parziale degli amidi. Se la lievitazione è stata troppo veloce, la pizza fermenta nello stomaco, produce gas e quindi rallenta la digestione.

LA SOLUZIONE

Chiedi sempre una pizza ben cotta: più l’impasto sta in forno più la pizza sarà digeribile. Puoi anche cercare i locali che dichiarano sul menu l’uso di lievito madre, quello naturale che fa crescere più lentamente la pasta.

Scopri perché la pizza ti gonfia

La colpa può essere di una lievitazione troppo veloce, una farina “dopata” o un formaggio poco digeribile. Ma oggi esistono locali che garantiscono la qualità degli ingredienti

SEI ALLERGICA ALLA MARGHERITA?
Se fai fatica a digerire la pizza, anche quella preparata con gli ingredienti migliori, potresti essere intollerante al glutine della farina o al lattosio della mozzarella. Parlane con il medico e fatti prescrivere gli esami specifici. Sappi che in ogni caso non dovrai rinunciare al gusto di una margherita. Oggi esistono pizzerie certificate “gluten free” e locali che non usano il lattosio.

 

Alla scoperta dei diversi tipi di farina che possono essere usati anche per la pizza fatta in casa. Che sarà ancor più digeribile se preparata con la pasta madre

Per evitare il gonfiore della pancia dopo i pasti, possono essere utili  alcuni integratori alimentari. Scopri quali sono le sostanze naturali  efficaci

Quando il gonfiore dipende dal formaggio

Alcune pizzerie non usano la mozzarella ma altri tipi di formaggi a pasta filata che costano meno e si conservano a lungo. In più, quando si sciolgono, rimangono compatti e non perdono acqua. Però hanno uno svantaggio: rendono la pizza meno digeribile.

LA SOLUZIONE

Scegli le pizzerie che usano il fiordilatte fresco. Puoi cercare uno dei centinaia di locali che fanno parte dell’Avpn (Associazione verace pizza napoletana). E che seguono un preciso disciplinare, cioè un documento che stabilisce quali ingredienti e che caratteristiche deve avere una pizza napoletana a regola d’arte.

Quando il gonfiore dipende dalla farina

Oggi si trovano sul mercato farine che contengono i cosiddetti “miglioratori”, additivi che permettono di raggiungere buoni risultati anche se la preparazione della pizza non è a regola d’arte. Esaltano il sapore, il profumo e la croccantezza. Ovviamente si tratta di sostanze consentite dalla legge che, però, possono dare fastidi gastrointestinali.

LA SOLUZIONE

Per una garanzia di genuinità punta sulle pizzerie biologiche che usano farine grezze, macinate a pietra. Per gli indirizzi clicca su www.biobank.it. Tra le farine l’ultima novità è quella ottenuta dall’enkir, un tipo di cereale antico naturalmente resistente ai parassiti. È digeribilissimo e contiene molte proteine e molti carotenoidi dall’azione antiossidante.

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