«La stagione delle miss-vecchia-maniera è finita: oggi, oltre a esibire un bel corpo, bisogna dimostrare di saper fare qualcosa per sé e per la società. E di avere una coscienza civica e politica».

Ne è convinta il “capitano” Simona Ventura, al timone della 75esima edizione del concorso di bellezza più longevo della tv: Miss Italia, andato in onda il 14 settembre in prima serata su La7. La conduttrice, che da sempre ama le sfide, si è data un obiettivo ambizioso: «Proporre un nuovo canone estetico che sia, prima di tutto, etico. E coraggioso».

In che cosa questa edizione sarà diversa dalle precedenti?

«Abbiamo soltanto 24 finaliste e il limite d’età delle concorrenti è stato alzato a 30 anni. Perché le trentenni di oggi sono le ventenni di ieri: ragazze che faticano ad emanciparsi, si sposano più tardi e rischiano il posto di lavoro se mettono in cantiere un figlio. Sfileranno insieme alle straniere nate nel nostro Paese, per far sì che Miss Italia sia davvero rappresentativa della bellezza nazionale. Infine ci sono le “curvy”, le ragazze formose: fra le massime icone estetiche contemporanee».

Il concorso sarà una sorta di talent show?

«Sì, avremo prove di canto e ballo, test di cultura generale, lingua straniera e persino economia domestica, perché anche i saperi casalinghi come stirare e fare una lavatrice sono imprescindibili. Ma il vero talento da tirare fuori è il piglio “smart”: la concretezza, la capacità di fare squadra. La bellezza di una concorrente passa attraverso le azioni che compie e le idee che ha, più che per gli abiti che indossa. In un momento storico in cui assistiamo a una recrudescenza di casi di violenza sulle donne, è esemplare la presenza al concorso di Rosaria Aprea, la ragazza campana che ha perso la milza dopo essere stata brutalizzata dal compagno. Riceverà la fascia speciale di “Miss Coraggio”».

Chi è la tua Miss Italia preferita di sempre?

«Roberta Capua, che ha vinto il titolo nel 1986. È quella di maggiore successo nel ranking mondiale: seconda a Miss Universo, ha interpretato la bellezza italiana classicamente intesa».

E oggi cosa serve per essere considerate belle?

«Un fisico armonioso è il biglietto da visita, il punto di partenza. Ma conta di più essere originali, carismatiche, avere carattere. Ecco gli ingredienti di ogni tipo di bellezza».

Come hai fatto tua questa ricetta?

«Con l’autoironia. Nella mia carriera è stata fondamentale: non mi sono mai presa troppo sul serio, e continuo a non farlo ora, alla “veneranda età” di 49 anni. È la dote che mi ha aiutato a vivere ogni conquista, piccola o grande, passo dopo passo. Senza vanagloria. E ha ispessito la mia corazza».

Che ne pensi della bellezza “ritoccata”?

«È superata. Io stessa mi sono resa conto, dopo qualche intervento di chirurgia estetica, di quanto sia salutare e liberatorio accettare l’età anagrafica: la serenità interiore connota il volto di una persona ben più di qualche ruga. In passato si è seguito ciecamente uno stereotipo di perfezione scultorea. Adesso invece è lecito apparire in pubblico come si è nel privato, con i propri pregi e difetti».

Se si assottiglia il confine estetico fra pubblico e privato, avremo meno dive?

«Le dive continueranno a esistere, perché servono a farci sognare. Però di sé condivideranno anche il lato quotidiano. Sempre più spesso. Già accade, del resto: penso a Scarlett Johansson, che si è mostrata in tenuta casual, al nono mese di gravidanza, a spasso per New York mano nella mano con il suo compagno. Qualche anno fa non sarebbe successo. Questa è l’alba di un nuovo concetto di donna, che sta bene con se stessa tanto vestita di paillettes quanto in tuta da casa».

Se tua figlia Caterina un giorno volesse partecipare a un concorso di bellezza, come reagiresti?

«Le consiglierei di metterci grinta e serietà. Per rompere gli schemi serve mostrare anche la propria interiorità. Con determinazione. Un’operazione non sempre facile, sotto l’occhio critico dei giudici e del pubblico. Non basta, ma è il presupposto di una carriera folgorante».

Cos’altro serve?

«La versatilità. Bisogna sempre restare in sella, mantenendo il proprio baricentro anche sulle strade in salita. Donne come me, come Maria De Filippi o come Antonella Clerici, conduttrici e autrici con carriere trentennali alle spalle, sono paragonabili alle azioni in Borsa che garantiscono un buon investimento. Perché oltre a trovarlo, il successo, bisogna mantenerlo nel tempo, rinnovandosi e rinnovandolo di continuo».

Come accettare la tua età: i consigli di Simona Ventura

Dopo qualche ritocchino, Simona ha capito che la serenità interiore connota il viso ben più delle rughe. E che le forme passano, ma le idee restano. Un nuovo coraggioso canone estetico, che oggi porta nella sua Miss Italia

Gli anni passano per tutte, ed è normale essere un po’ preoccupate dalle graduali trasformazioni del nostro corpo. Il segreto per affrontare al meglio l’invecchiamento è non considerarlo un nemico da combattere, quanto piuttosto un’opportunita di cambiamento che si rinnova di anno in anno.

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