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Perché il mondo ha bisogno di sognatori

Che cosa significa imparare a coltivare un sogno? Osa, sogna, inizia: non importa da dove. Comincia adesso

Perché il mondo ha bisogno di sognatori

C’è un sottile piacere nell’assistere alla disfatta di chi naufraga. Sì, proprio così. In Germania questa malsana tendenza a godere dell’altrui disfatta ha anche un nome: “schadenfreude” denota esattamente il piacere verso la sfortuna degli altri. Si tratta di una soddisfazione cinica, spesso fondata su argomenti assolutamente ragionevoli e condivisibili; una gioia che dentro ha una punta di dispiacere maligno. A voce alta o in silenzio, il naufragio del fallimento, che sia scivolata infantile o considerevole insuccesso dell’età adulta si accompagna spesso con queste parole: te l’avevo detto.

In Germania questa malsana tendenza a godere dell’altrui disfatta ha un nome: “schadenfreude” è il piacere verso la sfortuna degli altri

Te l’avevo detto, ce lo ripetono da quando siamo piccolissimi; te l’avevo detto, ormai lo ripetiamo anche noi, così spesso che continuiamo a dirlo anche a quelli più giovani dimenticando che un tempo l’abbiamo odiata questa manciata di parole pronunciata da chi sembrava essersi già arreso alla vita. Te l’avevo detto, forse l’hai detto anche tu oggi, a te stessa o a tuo figlio, al partner o all’amica. Te l’avevo detto è una condanna e suona ancora più amaro per chi l’ascolta perché di solito viene detto dopo una caduta, dopo uno sbaglio, e allora a ben pensarci, tanto più inutile, in fondo, perché se sei caduto ti sei già reso conto che qualcosa non è andato.

Ci hanno detto così tante volte che diventare adulti significava diventare ragionevoli che abbiamo finito per crederci

Chiamiamo sogni sia quelli a occhi aperti, sia le immagini in cui viaggiamo durante la notte. Quante volte, prima di addormentarti, con l’immaginazione hai accarezzato un sogno? L’oscurità diventa la culla di un nuovo mondo possibile, in cui dare vita a ciò che vorremmo che fosse: ci lasciamo andare e trascinare dalla fantasia in un’avventura dal sapore ignoto e dolcissimo, in un territorio oscuro e luminoso insieme, privo di contorni netti, in cui tutto è possibile.

Eppure, secondo Gabriele Oettingen, che insegna psicologia alla New York University, il semplice fatto di immaginare una realtà in cui tutto sia possibile non basta a realizzarlo davvero. Anzi, tutto il contrario. I limiti aiutano a rendersi conto degli ostacoli a cui potremmo andare incontro: nonostante possa sembrare un processo crudele non c’è nulla di più utile se non scontrarsi con la dura legge della gravità perché diventi possibile volare.

Usa la tua fantasia per volare alto, poi ritorna con i piedi per terra e immagina come puoi farlo di nuovo, qui nel mondo di ogni giorno

Come si fa a realizzare un sogno?

Se c’è un fatto di cui accorgersi è che esiste un attimo fatale in cui le cose iniziano ad accadere: o si bloccano definitivamente come ci trovassimo di fronte a un vicolo cieco, oppure diventano ingranaggi oliati che finalmente girano sempre più veloci. Nel mondo in cui viviamo, che è quello degli esperti e dei guru sul web, ci direbbero che se ti impegni, se focalizzi l’obiettivo e ti dai la giusta disciplina, se ti applichi e concentri, allora realizzi il cambiamento e in quel territorio magico tutto può succedere.

Eppure, tutto questo è vero solo in parte. Tantissime delle più importanti scoperte del mondo sono state fatte per caso. A volte non abbiamo alcuna idea di dove stiamo andando, succede forse con maggior frequenza del contrario. Camminiamo alla cieca, pieni di paure e dubbi anche perché il solito vecchio monito è lì in agguato praticamente da sempre: te l’avevo detto. Zoppichiamo e cadiamo, ma dentro, ascoltando bene, c’è sempre uno spiraglio ed è il rumore che ci fa sobbalzare, melodia che non si ferma, salto nel buio e batticuore di felicità.

Se il segreto fosse questo? Provare ad andare senza darci una meta: sperimentare, dare ascolto alle visioni di ciò che ci fa ridere e innamorare dell’esistenza. Osare

Prova dare un volto ai tuoi sogni. Non si tratta di dare un nome, al contrario di lasciarsi andare e guardare dentro ai bisogni atttraverso le magiche lenti dell’immaginazione. Può accadere di sentirsi così bloccati, dentro, che diventa impossibile chiedersi: che cosa voglio dalla vita? Questa è una domanda a cui da bambini abbiamo risposto con allegria e senso del gioco, senza prenderci troppo sul serio. Da adulti ci è diventato impossibile, o molto difficile, non prendere tutto tremendamente sul serio. Te l’avevo detto… hai sbagliato ancora, hai fallito per l’ennesima volta.

La paura del fallimento può essere così tremenda da offuscare i nostri sogni al punto da non chiederci nemmeno più quali sono. Questo è un ottimo motivo per sentirci sufficientemente ispirati a usare altri canali e modalità. Se di solito scrivi, disegna. Se disegni prova l’argilla… o la cucina, i gomitoli, gli acquarelli: interroga l’inconscio senza cadere nella tentazione di mettere etichette. A salvarci, forse, non saranno i grandi sogni, ma soprattutto quelli piccoli, così minuscoli che a volte nemmeno te ne accorgi e invece, lentamente, ti cambiano da dentro. Dentro c’è il potere immenso delle piccole cose, è grazie a questa magia semplice e rivoluzionaria se una giornata riuscirà ad avere il sapore di un’avventura indimenticabile.

Ci saranno giorni di tempesta e giorni di bonaccia, giorni in cui innamorarsi e altri da dimenticare, giorni di rabbia e di noia, eppure ogni sognatore lo sa: senza quella fiamma che ti brucia dentro saresti già morto

Il mondo ha bisogno di sognatori perché ha bisogno di rinascere, ogni giorno, e cambiare, trasformarsi, trovare una nuova pelle attraverso ognuno di noi. Calare un sogno dalla realtà immaginata a quella di tutti i giorni è un’azione pericolosa, che mette di fronte al rischio dell’incertezza e allo spauracchio dell’impossibile. Eppure nutrire i nostri sogni significa avere il coraggio di gettare semi e coltivare una nuova terra: il territorio del futuro che si fa presente. Ed è una terra che si fa adesso, nazione di sognatori con una patria fatta di sogno, curiosità, paura (c’è anche lei!), ignoto, entusiasmo. Quando succede che diventi, o meglio torni ad essere, sognatore, allora le cose iniziano ad accadere, di nuovo. Allora non starai più lì all’erta sulle disfatte tue e altrui, non ti importerà più di dire né fare niente che non sia in nome della libertà. Fallo: osa, sogna, di’ la tua, soprattutto a te stessa. Iniziamo a fare piccole e grandi magie con la nostra vita e il mondo passo dopo passo si trasformerà .

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