Amare il partner non significa dipendere da lui: come mantenerci libere

Amare il partner non significa dipendere da lui: come mantenerci libere

Tra amare qualcuno e dipendere dal partner c'è un abisso, come tra il giorno e la notte. Impariamo a discernere le due cose, nel nome della nostra libertà

Amare qualcuno dovrebbe farci sentire sulla cima del mondo, donarci sicurezza e renderci in una parola felici. Ma talvolta finiamo per dipendere dal partner, come se non potessimo fare a meno di lui.

È una cosa positiva? Non di certo. Amare non significa dipendere da un’altra persona perché, per sua stessa definizione, la dipendenza è qualcosa che ci ingabbia, che ci priva della nostra libertà.

Il nostro modo di vivere relazioni è indubbiamente influenzato anche dalle nostre fragilità, dall’esperienza (non sempre positiva) e dal modo in cui percepiamo noi stesse. Come non dipendere dal partner, dunque?

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Amore e dipendenza affettiva

C’è una linea sottile, ma non troppo, che separa l’amore dalla dipendenza affettiva. Amare dovrebbe renderci libere e in molti sensi: libere di essere noi stesse, nel bene e nel male, senza pregiudizi né sensi di colpa. Quando il legame con il partner si trasforma in una dipendenza, entrano in gioco dei meccanismi che oscurano tutto questo e ci allontanano sempre più dalla gioia della piena libertà.

Dipendere dal partner diventa come rinchiudersi in una gabbia fatta di paura, angoscia, tristezza. Quella che dovrebbe essere una relazione positiva diventa, pian piano, ciò che prima di ogni altra cosa mina la nostra autostima. Senza neanche rendercene conto, non riusciamo a fare neanche un piccolo passo se non all’ombra del partner.

Quante volte abbiamo sentito dire che per amare qualcuno dobbiamo innanzitutto amare noi stesse? Ebbene, questa frase nasconde una verità che dovremmo incidere nelle nostre menti e nei nostri cuori. Perché l’amore non implica mettersi sempre al secondo posto, né lasciarsi trascinare in un vortice emozionale che ci allontana sempre più dall’essere ciò che siamo.

Conosci te stessa

Uscire dalla gabbia della dipendenza affettiva può essere doloroso, ma non impossibile. Richiede un grande sforzo e di questo dobbiamo esserne ben consapevoli. Perché dopo esserci assuefatte a una condizione di totale dipendenza da un’altra persona, rimettere tutto in discussione (in primis noi stesse) è un lavoro duro e solitario.

Ma è il primo passo per smettere di dipendere in tutto e per tutto dal proprio partner. Dobbiamo rivolgere lo sguardo verso noi stesse e imparare di nuovo a conoscerci a fondo se vogliamo realmente comprendere le nostre potenzialità, anche i nostri difetti. La conoscenza è la chiave per amare, noi stesse come gli altri.

Conoscendo meglio noi stesse potremo, finalmente, vivere al di là della presenza del partner.

Amare il partner non significa dipendere da lui: come mantenerci libere

Supera la paura dell’abbandono

Le dipendenze non donano la felicità, benché meno quella dalle persone. Spesso i sentimenti che proviamo sono talmente dirompenti da portarci a trasformare l’amore e l’affetto in qualcosa di negativo, terribile e soffocante. Sembra un paradosso, eppure accade molto più spesso di quanto possiamo credere.

Se è vero che il primo passo per non dipendere dal partner è cercare di conoscersi meglio, imparando ad apprezzarci per ciò che siamo, d’altro canto questa ritrovata conoscenza ci porta a un secondo passo. Ci porta a riconoscere che, con molta probabilità, il bisogno quasi morboso di avere quella persona accanto affonda le radici nel nostro passato.

L’infanzia è il fulcro della gran parte dei nostri “gap” e ci influenza in modi che spesso fatichiamo a riconoscere. Ed è lì, in quella prima fase di vita, che sviluppiamo (chi più e chi meno) la paura dell’abbandono: ci sentiamo talmente fragili e insicure da rendere indispensabile la presenza altrui, nella convinzione che soltanto con la costante accondiscendenza possiamo creare legami.

Questo, però, non è amore. Non lo è verso noi stesse e spesso neanche nei confronti del partner, che percepiamo più come un “salvagente” per non affondare che come la persona verso cui rivolgere i nostri sentimenti più intimi e profondi. Ecco perché dobbiamo riappropriarci di noi stesse, iniziare a camminare con le nostre gambe e imparare a dire di “no”.

Diventa la tua migliore amica

Lo abbiamo detto prima e non possiamo far altro che ripeterlo. Certi passi, seppur apparentemente piccoli, possono essere davvero molto difficili da compiere. Ma non per questo ci devono demoralizzare!

Conoscendo meglio noi stesse, rivolgendo finalmente lo sguardo verso il nostro cuore e ciò che davvero ci piace e ci interessa, pian piano ci renderemo conto di quanto valiamo davvero. Che non abbiamo bisogno di qualcun altro per splendere e possiamo farlo da sole, con una luce talmente intensa da stupirci.

Diventiamo le migliori amiche di noi stesse, imparando a calibrare bene il “dare” e il “ricevere”. Perché spesso è proprio qui che si denota la dipendenza dal partner: nel donargli tutto, senza aver niente in cambio se non bassa autostima, paura, disagio e mancanza di fiducia in noi stesse e negli altri.

Ci meritiamo un po’ di tenerezza e dobbiamo essere noi per prime a riservarci una carezza. Il partner dovrebbe essere qualcuno su cui contare, una persona che ci mostra i nostri difetti ma anche i nostri pregi, senza schiacciarci col ricatto del giudizio o dell’abbandono.

Soltanto con questi presupposti possiamo amare e farlo nella maniera più pura e intensa. Nel nome della libertà che ognuno di noi, senza distinzioni, merita di godersi.

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