Sono testarde, volitive, determinate. Sono emotive, forse, ma in campo non ce n'è per nessuno. Nelle ultime settimane ne abbiamo avuto la dimostrazione: in campo non esiste sesso debole. Sono le donne dello sport che hanno moltissimo da insegnarci. A partire da Flavia Pennetta, vincitrice degli ultimi Us Open, contro la connazionale Roberta Vinci, in un derby tutto italiano che ci ha fatto gioire come neanche un mondiale.

Una vittoria da 3,3 milioni di dollari, che però le è costata tanta fatica e sudore, arrivando a questo ambito traguardo a 33 anni, record che le fa guadagnare il titolo di tennista più anziana nella Storia a essersi aggiudicata per la prima volta in carriera uno Slam.

Durante le premiazioni, la rivelazione a sorpresa: "A fine stagione mi ritiro". E Flavia ci lascia a bocca aperta ancora una volta: si ritira all'apice della carriera dimostrando una consapevolezza di sé tanto ammirevole quanto difficile da raggiungere.

La Nazionale di ginnastica ritmica ha conquistato proprio in questi giorni ai Mondiali di Stoccarda, in Germania, l'oro nella specialità dei cinque nastri, imponendosi davanti alla Russia per soli cinque centesimi. Nella finale con sei clavette e due cerchi, le Leonesse - ovvero Marta Pagnini, Sofia Lodi, Alessia Maurelli, Camilla Patriarca e Andrea Stefanescu - hanno conquistato, invece, la medaglia d'argento. Due ottimi risultati per queste ragazze che con tanto impegno e determinazione si stanno già preparando per le Olimpiadi di Rio de Janeiro, a cui sono già qualificate. Seconda lezione: mai sedersi sugli allori, ma guardare avanti, sempre, con tenacia e perseveranza.

Si sono aggiudicate l'oro ai World Tour di beach volley a Sochi, in Russia: loro sono Marta Menegatti e Viktoria Orsi Toth che in finale hanno battuto le svizzere Forrer/Vergè-Deprè. Con questa vittoria, le due sono entrate nella storia del beach azzurro, dopo qualche piazzamento e parecchie delusioni, anche a causa di qualche problema fisico. Terza lezione: mai mollare, anche quando il fisico sembra abbandonarti, anche quando il risultato sperato non arriva.

Non ha vinto la fianle, ma ha dimostrato comunque di essere una numero uno, riuscendo là dove altre prima di lei avevano fallito. Roberta Vinci è arrivata seconda agli Us Open, battuta dalla collega e connazionale Flavia Pennetta, ma per arrivare in finale ha fatto il miracolo: ha battuto l'invincibile Serena Williams in casa sua, tigre del tennis mondiale, atleta dall'incredibile potenza. Alla stampa ha ripetuto più volte: "Non avrò vinto, ma sono comunque orgogliosa di me". E fa benissimo. Quarta lezione: anche quando sembra impossibile, bisogna provarci. La forza che tirerai fuori sarà quella che ti farà arrivare alla vittoria.

In quanto a numeri uno, lei indubbiamente lo è: Serena Williams nel tennis è una leggenda, è potenza, tenacia, passione e forza. Ma stavolta ha dovuto soccombere e inchinarsi davanti alla nostra Roberta Vinci, che agli Us Open l'ha piegata, portandosi a casa la vittoria e accedendo così, alla Finale contro Flavia Pennetta. All'inizio, grande delusione e disperazione, ma poi onestà e sportività: "Ho fatto più errori gratuiti del solito, ma la verità è che lei ha giocato veramente bene. Non voleva perdere, e per inciso nemmeno io lo volevo. Ma lei proprio non voleva perdere”.

E a Flavia che ha vinto il torneo ha fatto i complimenti su Twitter: "Flavia Pennetta complimenti... sono così felice che hai vinto. Te lo sei meritato. Sono contenta anche per il resto del tuo percorso di vita. Mi mancherà il tuo sorriso", riferendosi al ritiro dallo sport annunciato dalla campionessa. Quinta lezione: anche se sei la più forte, c'è sempre qualcuno che può batterti. E se succede, con tanta umiltà, devi riconoscere la sua superiorità e imparare qualcosa dai tuoi errori.

Di lei si parla più per i pettegolezzi che riguardano la sua vita privata, che per i meriti sportivi; oppure del suo carattere scostante e un po' da diva, piuttosto che dei suoi risultati. Ma lei rimane una delle nuotatrici più forti della Storia italiana: e ai Mondiali di Kazan Federica Pellegrini l'ha dimostrato ancora una volta, salendo sul secondo scalino del podio nei 200 m stile libero.

"Sono felice. Pensavo di non farcela. È stata un po’ difficile lottare con queste voci. Ancora sul podio a dieci anni dalla prima volta è stato importantissimo". Soprattutto dopo che tutti la davano per finita dopo le ultime delusioni in vasca. Sesta lezione: mai mollare, anche quando tutti ti danno per spacciata e tutto ti rema contro. Se vuoi, puoi; il resto sono scuse.

Aveva tutto dalla vita: un ottimo lavoro nella moda, una buona famiglia di provenienza (è cugina dei noti fratelli Versace della maison di moda), finché un incidente stradale non la priva di entrambe le gambe. Giusy Versace avrebbe potuto chiudersi in se stessa e prendersela con la vita.

E invece, oggi è una delle maggiori atlete paralimpiche italiane, diventando così la prima atleta donna italiana della storia a correre con delle protesi in fibra di carbonio a causa della doppia amputazione agli arti inferiori.

Non solo: oggi è anche conduttrice televisiva alla Domenica Sportiva su Rai Uno, dopo aver vinto la decima edizione del programma "Ballando con le stelle" ed essersi fatta conoscere al grande pubblico. Ultima lezione: non importa quanto la vita ti toglie, ma quanto tu riesci a fare con quello che hai a disposizione, ringraziando per i mezzi che hai.

Flavia Pennetta e le altre: cosa ci insegnano le donne dello sport

Il trionfo agli US Open ci ha ricordato quanta differenza fanno preparazione e forza di volontà: dalle sportive abbiamo tanto da imparare!

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