La crescente diffusione dell’ansia tra i bambini più piccoli, quelli della cosiddetta generazione Alpha, sta attirando l’attenzione di psicologi, educatori e genitori. Se finora l’imputato principale è stato il tempo trascorso davanti agli schermi, oggi emerge un’altra variabile, più sottile ma altrettanto incisiva: la presenza costante di risposte immediate e certe fornite da adulti e dispositivi digitali.

Per la Gen Alpha un mondo senza incertezze

La Generazione Alpha, ossia i bambini nati dopo il 2013, sta crescendo in un contesto in cui l’incertezza sembra essere bandita dalla quotidianità. Le previsioni meteo suddivise ora per ora, le app di messaggistica che anticipano ogni impegno, gli assistenti vocali pronti a rispondere in pochi secondi, i sistemi di navigazione che calcolano percorsi e tempi di arrivo. Nulla viene lasciato al caso. Ogni dubbio trova risposta, ogni domanda viene soddisfatta in tempo reale. Anche l’intrattenimento segue questa logica: i cartoni animati più amati propongono trame schematiche e rassicuranti, in cui ogni problema viene risolto con precisione e rapidità.

Il prezzo della prevedibilità

Questa continua esposizione a un flusso ordinato di risposte e soluzioni finisce per compromettere la capacità dei bambini di tollerare l’ambiguità. L’ansia nasce proprio lì, dove viene meno la flessibilità emotiva, dove il minimo imprevisto genera insicurezza. Una generazione abituata a ricevere indicazioni precise su tutto fatica a sviluppare l’autonomia nel problem solving e la capacità di adattamento. È un disagio che si manifesta anche in età molto precoce, come dimostrano i dati su disturbi comportamentali e ansiosi già diagnosticati in età infantile.

La Gen Alpha e i genitori digitali

Il ruolo dei genitori in questo scenario è centrale. Non si tratta più soltanto di essere troppo presenti o protettivi, ma di essere fornitori inconsapevoli di certezze. Con un tocco sullo schermo si risolve un problema logistico, si anticipa una difficoltà, si evita una frustrazione. Questa abitudine, apparentemente innocua, priva però i bambini delle esperienze che favoriscono lo sviluppo della resilienza emotiva. Il genitore contemporaneo non ha bisogno di controllare ogni passo: ci pensa la tecnologia. Ma è proprio questa comodità a rendere i bambini meno attrezzati ad affrontare la complessità. La vita vera non segue un copione prestabilito e non sempre offre una soluzione chiara a ogni problema.

Le conseguenze sul benessere mentale

Secondo numerosi studi, la capacità di tollerare l’incertezza è strettamente legata alla salute mentale. Quando questa capacità manca, l’ansia si insinua in modo persistente. La Gen Alpha, cresciuta nell’epoca della risposta istantanea, mostra livelli di disagio che appaiono sproporzionati rispetto all’età. La difficoltà non sta solo nel gestire eventi gravi, ma anche nell’affrontare normali disguidi quotidiani: un appuntamento cambiato, un oggetto smarrito, un compito inatteso. L’ansia non nasce dall’evento in sé, ma dall’impossibilità di affrontarlo senza una guida esterna.

Strategie per invertire la rotta

È possibile contrastare questa tendenza con scelte quotidiane semplici ma efficaci. Lasciare ai bambini l’occasione di sbagliare, di cercare soluzioni, di affrontare la noia. Restituire loro il tempo e lo spazio per orientarsi in contesti meno strutturati, in cui la risposta non è sempre pronta. Invitare alla riflessione piuttosto che fornire la soluzione. Incoraggiare l’autonomia emotiva prima ancora di quella pratica. Anche piccole esperienze possono fare la differenza: chiedere a un bambino di orientarsi in un ambiente nuovo, di ordinare da solo al ristorante, di risolvere un piccolo contrattempo senza l’intervento dell’adulto. Questi momenti, apparentemente insignificanti, contribuiscono alla costruzione di un equilibrio interiore che diventa fondamentale negli anni successivi.

Educare la Gen Alpha alla flessibilità

Il primo passo per cambiare rotta è riconoscere che l’incertezza non è un pericolo, ma una palestra. È importante che i bambini sentano che non avere tutte le risposte è normale, che l’errore non è una minaccia ma un’occasione. Questo significa anche, per gli adulti, fare un passo indietro e accettare che non tutto può o deve essere controllato. La sfida non è offrire un percorso senza ostacoli, ma preparare i figli ad affrontare gli ostacoli che incontreranno. Non è necessario privare la Generazione Alpha della tecnologia. È però fondamentale accompagnarla in un uso più consapevole, che non sostituisca la fatica del pensiero con la comodità della risposta preconfezionata. La vera sicurezza non deriva dall’evitare l’imprevisto, ma dal sapere che, qualunque cosa accada, si sarà in grado di affrontarla. Coltivare questa sicurezza è il compito educativo più urgente per chi oggi cresce i bambini del futuro.