Cosa ci si può aspettare da una festa che come slogan ha: vivi le tue fantasie segrete?

Io l'ho scoperto la notte del 19 marzo, quando ho partecipato a Secret, una festa decisamente particolare e poco adatta agli scandalizzabili, un party Fetish, anzi, IL party Fetish più esclusivo d'Italia.

Prima della serata, in effetti, sapevo solo cosa non dovevo aspettarmi. Infatti, come scrivono gli organizzatori sul sito ufficiale: "Non si tratta di un'orgia, una cosa da scambisti o robe del genere. Questa è una serata speciale per divertirsi con ottima musica, performance e incontri fuori dal comune all'insegna dei look più insoliti e sensuali."

Sono stati di parola. Il resto, è stata una sorpresa.

I preparativi #1

Prima di andare a un party fetish è necessario fare due cose: 1) trovare un dresscode da indossare e 2) spogliarsi dei pregiudizi sul termine feticismo, semplicemente (riporto dal sito): "la venerazione o vera e propria attrazione passionale verso qualcosa".
E chi non ha qualcosa da venerare? Io sono una feticista dei libri, molti uomini sono feticisti verso la propria auto, molte donne delle scarpe. "Altri possono trovare eccitanti certi tipi di abbigliamento, materiali o parti del corpo, ma anche gesti, profumi, suoni."
E il fetish, non è altro che lo stile, l'estetica dei feticismi: "quando le passioni non vengono più nascoste ma incoraggiate, quando i propri feticci vengono esaltati, esibiti, portati all'estremo. È il piacere di usare le proprie passioni per sedurre senza essere giudicati e di lasciarsi sedurre da ciò che credevamo impossibile."

Quindi, una festa fetish non è un covo di pervertiti, probabilmente calvi e cicciottelli (anche sui pervertiti trovo ci siano molti pregiudizi), che si limitano ad adorare i vostri piedi, ma un ritrovo di persone che vogliono condividere una passione. Partire prevenuti è il miglior modo per rovinarsi la serata e privarsi, probabilmente, di stimoli che potrebbero essere utili per scoprire risvolti insospettabili della propria sessualità e dare una frustata (ops, sferzata) di energia alla vita di coppia.

I preparativi #2

Trovare il dresscode adatto è stata un momento decisamente eccitante del mio debutto al Secret, un compito impegnativo e divertente visto che si tratta di una festa in cui non si entra se non si ha un abbigliamento ad hoc. L'abito in questo caso fa il "peccatore" e la parola d'ordine è insolito, bizzarro: il semplice total black non è sufficiente. Bisogna trovare un look unico e sensuale e ovviamente, non si tratta solo di latex e tacchi a spillo, ma di avere voglia di mostrare le proprie fantasie, di osare.
Ho due opzioni: qualcosa in stile burlesque oppure qualcosa che non ho ancora capito.

Seguo meticolosamente i consigli del sito: evita l'abbigliamento quotidiano, scegli materiali insoliti, bando alla timidezza, cura per i dettagli e, soprattutto, non siamo a carnevale. Dopo un paio di telefonate ad Ayzad, uno degli organizzatori che probabilmente ha odiato molto la mia insicurezza, decido per un look steampunk: vittoriano tecnologico, come se il futuro fosse andato indietro nel tempo. Ingredienti: un body di pizzo nero, una grossa cintura e tacchi alti.

L'arrivo

A Secret, non potevo che farmi accompagnare dal mio inseparabile Lui. Quando arriviamo al Nautilus, il club dove si svolge la festa, si palpa già un'atmosfera diversa. Mentre siamo in coda alla cassa per mostrare i documenti - si entra solo se maggiorenni - vediamo passare qualche ospite già conciato per la festa, mentre a noi viene richiesto di mostrare gli abiti che indosseremo e veniamo mandati nello spogliatoio. Assieme a noi ci sono uomini e donne che si spogliano, si rivestono, si strizzano in corsetti, infilano calze, calzano tacchi vertiginosi, applicano piume sulle ciglia.

Un ragazzo e una ragazza s'infilano in abiti da danza classica e scarpette nere con le punte di gesso. Mentre mi vesto - anni di teatro hanno contribuito ad allentare il mio senso del pudore - scambio due parole con un ragazzo che indossa dei pantaloni di latex e che cerca degli zatteroni numero 43. Mi chiede scusa perché mi ha urtata. Sorride, sembra simpatico, allegro.
Il fatto che il mio Lui mi dica "sei bellissima" è l'incoraggiamento decisivo per entrare e mentre Lui spinge la porta per me, ricordo una frase letta sul sito: "Rispetta gli altri e le loro scelte. Loro rispetteranno te."

Il locale

Il Nautilus è arredato come una nave da crociera sommersa, inondata da luci liquide, azzurre, dove l'eleganza degli ospiti e dell'ambiente contrasta con il ferro degli oblò e la ruvidezza del legno. La sala principale è composta da una pista da ballo con due pali da lap dance, circondata da un labirinto di divanetti ampi e appartati, vicini a tavolini dove non manca mai una confezione di fazzolettini. Chissà perché.

Ma i segreti più intriganti si sanno sempre nascondere e a volte li si trova per caso. Durante il nostro giro di perlustrazione io e Lui finiamo in una specie di cunicolo, che cinge una parte del locale, composto da diverse piccole stanze con cuscini, divani, persino letti. È qui, al riparo del mare della gente, che si consumano i contatti più intimi. Ci baciamo, l'aria è elettrica. Nella stanza più grande ci sono anche alcune attrezzature bdsm, come un'altalena di pelle chiamata sling, un cavalletto da spanking - sculacciate - e una croce di Sant'Andrea. Il dettaglio che mi colpisce di più è la parete che da sul corridoio, traforata da tanti oblò per spiare - guardare apertamente sarebbe meno eccitante - quello che succede nella stanza.

Gli ospiti e la festa

Circondati dalla musica e dalla gente, dopo aver esplorato l'ambiente incontriamo Ayzad, organizzatore dell'evento nonché autore di manuali (per me must have) come BDSM - Guida all'erotismo estremo e XXX - Dizionario del sesso insolito. Ci dà il benvenuto, sorridente. Ci dice che se vogliamo un ricordo della serata possiamo farci fotografare in uno spazio "laggiù, dietro la pista da ballo" (fatto) e di non stupirci se, oltre a look insoliti, che seguo affascinata come creature mitologiche, ci capiterà di vedere qualche coppia che gioca. Perché di giocare si tratta: nulla che non sia consensuale, nulla che non sia sperimentazione. Qualche sessione di bondage, qualche sculacciata, magari qualche colpo di frustino. E in effetti li vedo, schiavi e padroni, senza distinzione di sesso: Mistress, Master, slave uomini e donne.

Ma la cosa che mi stupisce di più è che in un party fetish ci sono molti meno sguardi morbosi (praticamente nessuno), molta più educazione e rispetto che non in una comune discoteca, dove le pacche sul sedere non si sprecano, come fossero free drink. Qui le persone - ci sono moltissime coppie - semmai conversano, si osservano, si ammirano. Soprattutto si divertono non a interpretare ma ad essere estremamente se stesse, riscoprendo il coinvolgimento di questo grande gioco che è il sesso, godendo dell'originalità di una serata speciale, magari attesa per mesi, per trasformarsi da semplice corpo in fantasia straordinaria.

La performance

Verso le 2.30 Ayzad mi si avvicina e mi dice che tra poco ci sarà la performance, il pezzo clou della serata. Dopo poco, nello spazio principale del locale, quello che in notti più consuete anche per un club privè è una pista da ballo, si avvicinano un uomo e una donna: in abiti che richiamano vagamente Arancia Meccanica lui, completamente nuda di un bellissimo corpo lei. Sono gli Happymaniacs  e vengono da Ginevra, Svizzera. Guardo rapita mentre lui annoda delle corde sul suo corpo, prima attorno ai piedi e alla caviglie, poi attorno ai polsi, facendola appoggiare su uno sgabello soffice, mentre costruisce un bondage davvero speciale.

La donna è d'un tratto sospesa e dondola nella sua altalena di corde, appesa al soffitto. Con solo quelle quattro corde addosso si evolve nell'aria, prendendo molte posizioni diverse, come un statua leggera, una nike di carne. Semplicemente bella. Poi lui prende delle candele e lascia cadere la cera calda su di lei, sulla pancia, sui seni. Poi impugna una katana - una spada giapponese - con cui la spoglia della cera, ormai solida come una vestito sulla sua pelle, che cade a terra in piccoli fiocchi. Non so quante figure abbia disegnato quando lui la fa scendere, la slega, e ricevono gli applausi. Applaudo.

Dulcis in fundo

Nel buio della sala un uomo e una donna, prima impegnati in giochi decisamente hard si accarezzano teneramente. E mi dico che questo è amore. Come le figure eseguite dal corpo della performer, non possiamo mai sapere in che forma si evolva: dobbiamo solo lasciarlo libero di esprimersi.

Prima di andare via torniamo dei cunicoli più appartati: nella sala grande c'è una donna, girata di spalle e legata alla croce di Sant'Andrea. Ha le gambe divaricate e un uomo le sussurra parole all'orecchio mentre la solletica con uno staffile (frustino), ora piano, ora più forte, dove è più sensibile. Nonostante il buio, quello che prova lei sembra un luminoso piacere, racchiuso nel silenzio come un segreto.

Riflessioni post-party

Ho visto cose decisamente strane, degustato immagini e piaceri inesplorati. Ho visto abiti bellissimi, insoliti, uomini vestiti da donna e donne da uomini, costumi che forse un sesso non avevano e altri che forse costumi non erano, ma solo un dettaglio: un collare magari, un corsetto lucido, forse. Forse erano solo corpi, pronti a mettersi in gioco, a lasciarsi trasformare dalle fantasie create da quell'ospite imprevedibile che è la mente.

Quando io e Lui usciamo dal locale sono le 3.30, e al Nautilus la festa sta continuando senza di noi. Un peccato, davvero, non essere rimasti. Ci allontaniamo e mi sento un po' frastornata, come dopo essere stata a un concerto: come per la musica, anche l'erotismo, dal vivo è tutta un'altra cosa.

Pensandoci ora, mentre riguardo le foto ricordo della serata a distanza di giorni, quel vivi le tue fantasie segrete sembra più che mai azzeccato: l'essenza della trasgressione, di una passione che si fa e non si accontenta di essere immaginata.

Secret, reportage da un Fetish party

I segreti di una festa speciale, bizzarra o più semplicemente fetish, rivelati da un racconto senza censure.

Attenzione: il contenuto potrebbe non essere adatto agli animi più sensibili.

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