Un cambio di paradigma. È questo che sta avvenendo per quanto riguarda sovrappeso e obesità: da malattie del benessere e per questo causate da abbuffate alimentari, a malattie croniche. Oggi è noto che alla base ci sono alterazioni dei meccanismi che regolano la spesa energetica, provocati da fattori diversi, che agiscono da start. Come fattori epigenetici, alcune terapie farmacologiche quali i corticosteroidi, gli inquinanti endocrini ambientali, il consumo abituale di alcune categorie di alimenti e in particolare i cibi processati e ultraprocessati e infine la genetica, anche se si tratta di forme rare. Ma attenzione, sovrappeso e obesità comportano una grande fragilità ed è facile cadere in mani sbagliate.

Novo Io, il portale che rivoluziona la lotta a sovrappeso e obesità

Immagine tratta da Piacere Silvia, lo spot di Novo IO per promuovere il lancio della piattaforma

Ben venga dunque il portale Novo IO (www.novoio.it) nato per essere al fianco delle persone con sovrappeso e obesità, con nuovi strumenti e risorse utili. È infatti disponibile uno spazio dove le persone con eccesso di peso possono facilmente e rapidamente prenotare un consulto virtuale a distanza con team medici multidisciplinari, in grado di offrire percorsi di cura personalizzati.

L’utente che naviga su Novo IO può infatti selezionare una delle piattaforme di e-health riportate già nella home page e in alcune altre sezioni del sito (Itsalute, Dr.Feel, Affidea resetWeight, GVM Care&Reaserch e I.R.C.C.S Ospedale San Raffaele Gruppo San Donato, IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio) attraverso le quali è possibile intraprendere il percorso più adatto alle proprie esigenze, sempre comodamente da casa e semplicemente con un PC, un tablet o il proprio smartphone. Un sostegno costante a 360° da un team multidisciplinare di medici esperti, in grado offrire consigli su nutrizione, piani di allenamento, supporto psicologico ed eventuale prescrizione di trattamenti farmacologici previa valutazione dello specialista, nell’ambito di ospedali in convenzione.

Riconoscere (e affrontare) sovrappeso e obesità, dai test alla terapia

Bisogna dunque iniziare a pensare all’obesità come a una malattia e come tale va inquadrata, con una serie di esami che permettono di fare un corretto inquadramento diagnostico e di impostare il giusto programma terapeutico. Con il farmaco antiobesità, certo, ma anche con uno schema alimentare e con attività sportiva. «Bisogna prima di tutto studiare il profilo lipidico, la glicemia, l’insulino resistenza e lo stato infiammatorio sistemico». Lo sottolinea Patrizia Rovere Querini, primario dell’Unità Operativa di Medicina generale a indirizzo salute metabolica e invecchiamento, coordinatrice del Nuovo Centro d’Eccellenza per la Salute Metabolica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e associato di Medicina Interna all’Università Vita-Salute San Raffaele.

«Il secondo step prevede l’esame degli organi. Per dare un’idea, prescriviamo l’ecografia al fegato, il doppler delle carotidi, analisi per la funzionalità renale e il mix di controlli necessari per avere il quadro cardiologico. Tra i check, si aggiungono anche i test per la valutazione della sarcopenia, cioè della progressiva perdita di massa e forza muscolare che si verifica con l’aumento ponderale così come con l’avanzare dell’età».

Non mancano poi i test psicologici, preziosi nell’aiutare il paziente ad aderire ai cambiamenti che la terapia comporta. E quelli relativi alla qualità del sonno, necessari soprattutto se c’è il sospetto che il paziente soffra di apnee notturne. Infine, ci sono anche i controlli più tradizionali, ovvero, la valutazione del peso corporeo, della proporzione tra massa magra e massa grassa, la misurazione della circonferenza-vita.

Sconfiggere la malattia, ma accompagnati

«Il percorso che ci porta ad avere un profilo dello stato di salute del paziente è importante e va condiviso con il paziente stesso», continua la professoressa Patrizia Rovere Querini. «Il nostro obiettivo è di formulare una strategia il più possibile ritagliata su misura, sostenibile con lo stile di vita del paziente». La terapia farmacologica è per sempre, proprio perché l’obesità è una malattia cronica. «Oggi abbiamo la possibilità di modulare la cura in base al tipo di farmaco e al dosaggio», sottolinea la professoressa Rovere.

«Non è poco, perché così per esempio siamo in grado di contenere i problemi di nausea che possono essere causa di abbandono di terapia. Non eliminiamo inoltre le terapie in corso per altri problemi di salute, come le statine, la metformina oppure l’antipertensivo, ma iniziamo gradualmente a scalarne i dosaggi, con lo scopo di sospenderli. Questo perché i farmaci antiobesità di ultima generazione hanno effetti positivi sul profilo lipidico, sul controllo glicemico, sulla pressione arteriosa e sullo stato di infiammazione sistemica».

Si invita anche il paziente a tenere un vero e proprio diario di bordo. Per registrare l’attività fisica e ciò che mangia, com’è cambiato l’approccio col cibo e soprattutto con le porzioni, la nausea. «L’approccio all’obesità deve essere multidisciplinare e prevedere un team di specialisti, in grado di interagire tra di loro e di stare al fianco del paziente», conclude la professoressa Patrizia Rovere Querini. «Si crea un rapporto di fiducia e di collaborazione reciproca. La persona è stimolata ai cambiamenti, al fine di un maggiore benessere del corpo e della mente».

La nuova campagna Novo IO per sconfiggere sovrappeso e obesità