Così le piante stanno al fresco

Non appena si accende il riscaldamento i fiori iniziano a soffrire. Per rivitalizzarli ci sono rimedi furbi. Te li raccontiamo qui

In questa stagione capita di chiedersi: «Che cosa succede alle mie piante?». Benché innaffiate a sufficienza hanno foglie cadenti e punte secche, come se soffrissero la sete. In effetti l’acqua manca, ma non nella terra del vaso: nell’aria. Che con il riscaldamento acceso e senza un apparecchio umidificatore nella stanza, infatti, diventa calda e secca.
Cosa fare? Per dare sollievo alle foglie, il rimedio classico è spruzzarle due o tre volte al giorno con acqua. Ma ci sono altri sistemi, più veloci, per rivitalizzarle.

L’umidificatore
L’apparecchio usato soprattutto nella cameretta dei bambini, per evitare che l’aria secca irriti la gola, è perfetto anche per mantenere sane le piante.

Quando serve
L’umificatore a ultrasuoni (si acquista in tutte le farmaci) produce vapore freddo, ideale per ogni tipo di pianta. Va messo a un metro di distanza dai vasi e acceso per un paio d’ore al giorno.

Il papiro
Questa pianta si trova in riva ai laghetti, da dove assorbe quasi mezzo litro di acqua al giorno che poi fa evaporare attraverso le foglie. Si comporta, quindi, come un vero e proprio umidificatore naturale.

Quando serve
Se si hanno spatifillo, anturio, felci e sansevierie raggruppati in una fioriera. Il papiro va sistemato dentro un sottovaso che va tenuto sempre pieno di acqua.

 

L’argilla
Inserita nei sottovasi e  ben bagnata, rende umida l’aria.

Quando serve
È il sistema ideale per piante grandi, come il ficus beniamino e la dieffenbachia. E se si ha il riscaldamento a pannelli: l’aria calda che sale dal pavimento fa evaporare l’acqua assorbita dall’argilla.

La sabbia
Si può usare in alternativa all’argilla. Va versata in un grosso sottovaso e quindi bagnata. A questo punto, bisogna mettere sopra un sottovaso più piccolo, ma capovolto. Su questo, infine, si appoggia il vaso con la pianta.

Quando serve
È la soluzione migliore per le piante ricadenti con le foglioline piccole, come l’edera e il cissus, che al caldo seccano facilmente.

La torba
Altro consiglio: si inserisce il vaso con la pianta dentro un cache-pot di diametro più grande. E si riempie l’intercapedine tra i due contenitori con la torba, ben bagnata.
Quando serve
È il metodo migliore per le felci che, senza umidità, perdono tutte le loro foglioline.

I tappi
Mettere sei tappi delle bottiglie di vino (quelli nuovi simili alla plastica) sul fondo di un cache-pot e appoggiare il vaso. Non serve versare acqua: basta quella che sgocciola dal foro del vaso quando si innaffia.

Quando serve
Per le orchidee, che hanno bisogno d’umidità ma soffrono se le radici restano nell’acqua.

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