Cucina italiana candidata patrimonio Unesco

Cucina italiana candidata a bene immateriale dell’Unesco

Dalla pasta ai tortellini, dalla pizza alla parmigiana, dal tiramisù al babà: la cucina italiana è candidata come patrimonio dell'umanità

Chi riesce a resistere ai gusti intensi e sopraffini dell’enogastronomia italiana? Chi non si lascia tentare dai profumi di una cucina che sa di genuinità e tradizione? I sapori del made in Italy piacciono anche oltreconfine e ora il Governo ha deciso di candidare la cucina italiana come patrimonio dell’umanità Unesco.

La cucina italiana candidata come patrimonio Unesco

Anche tu pensi che come si mangia in Italia non si mangia in nessun altro Paese al mondo? Anche a te piace scoprire tradizioni culinarie differenti ma alla fine resti fedele all’intramontabile dieta mediterranea? Insomma, il successo della cucina italiana non si ferma e anche all’estero impazza la moda dei ristoranti e delle pizzerie made in Italy.

Pizza

I turisti amano il belpaese per il fascino della sua storia, per le meraviglie artistiche che incorniciano città, borghi e paesini, per la bellezza paesaggistica tanto varia e variopinta, passando dal mare alla montagna e attraversando pianure e colline, senza dimenticare il fascino suggestivo dei nostri laghi. Ma non è tutto: che i turisti amino l’Italia anche per la cucina è ormai assodato. Le tradizioni culinarie del nostro Paese sono famose nel mondo e resistere ai sapori del made in Italy è impossibile. I turisti lo sanno bene e non è un caso che ogni anno numerosi viaggiatori stranieri scelgano come destinazione l’Italia.

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La cucina italiana è stata candidata ufficialmente nella lista Unesco dei patrimoni culturali immateriali e viene intesa come un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate su tante tradizioni locali. Questo mosaico testimonia al contempo la diversità bioculturale del Paese, sottolineando quanto la preparazione e il consumo del pasto siano un’occasione di condivisione e confronto.

Pasta

La proposta del Governo

Sua eccellenza la cucina italiana è la candidata ufficiale del Governo come patrimonio dell’umanità Unesco. La proposta arriva dal ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e dal collega Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura. La Commissione nazionale ha approvato all’unanimità. La ricchezza e la varietà enogastronomica italiana rappresentano un vero monumento che il mondo intero ci invidia. Il dossier verrà trasmesso dal Ministero degli Esteri all’Unesco. Dopodiché inizierà l’iter di valutazione che dovrebbe concludersi, al più tardi, a dicembre 2025.

A commentare la notizia sono stati proprio i ministri Sangiuliano e Lollobrigida. Il primo ha sottolineato: «Da parte mia ci sarà tutto il sostegno, perché cucina italiana significa promuovere l’idea di qualità della vita e del vivere italiano che è fatto di arte, di cultura, di paesaggi, di monumenti. Ma anche di esperienze come quelle delle eccellenze alimentari».

Ringraziando il collega per il supporto, Lollobrigida ha dichiarato: «Senza nulla togliere alle cucine messicana, francese, giapponese e coreana, io credo che quella italiana non abbia rivali e che sia stato forse un problema il fatto che finora non si sia avuta la forza e la capacità di promuoverne la complessità. Complessità fatta di un sistema di valori che proprio nella nostra nazione, nel tempo, si sono andati consolidando. Per quanto riguarda la cucina italiana, bisogna anche guardarla nella sua prospettiva poliedrica: dal produttore all’allevatore fino ad arrivare al trasformatore, colui che ci fornisce gli elementi che finiscono in cucina, e i nostri cuochi che trasformano in un bene prezioso che deve essere raccontato in sala dal personale, da formare in una delle nostre ottime scuole alberghiere. Deve essere raccontato ai cittadini italiani e agli acquirenti di benessere di tutto il mondo».

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Alle loro parole fanno eco quelle di Gianmarco Mazzi, sottosegretario
del MiC con delega all’Unesco: «Oggi diamo inizio a una partita che vede scendere in campo 140 milioni di italiani: i 60 milioni che vivono in Italia ma anche gli 80 milioni che stanno all’estero. E anche tutti gli stranieri che amano la nostra tavola».

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