Arroccata fra le montagne, la frazione San Giovanni di Accumoli è un piccolo mucchio di ruderi. Già prima del terremoto ci abitavano solo 5 persone. Ora vivono qui solo Stefano Di Stefano e sua moglie Ionela.
La strada più breve per arrivare passa attraverso altre piccole frazioni diroccate. Ma Stefano non si fida a guidare fra le case pericolanti. Così siamo costretti a fare una lunga deviazione di 45 minuti: quella che lui e sua moglie devono percorrere tutti i giorni per fare la spesa, ritirare la pensione in posta o andare dal medico. Quando arriviamo, vedo la casa di Stefano e Ionela. E’ distrutta. Accanto, una vecchia roulotte coperta da una tettoia.
«Ecco, ora questa è casa nostra. Vuoi il caffè?» dice Stefano. Lui e sua moglie vivono lì dentro da 3 mesi. Dal terremoto del 24 agosto.
«Io c’avevo gli animali: i maiali, i conigli, le galline. Mica me ne potevo andare. Altrimenti che fine facevano?». La roulotte gliel’ha regalata un finanziere. «M’ha fatto lui il passaggio di proprietà. Io mica mi potrei permettere de’ compra’ una roulotte».
Ma adesso Stefano e Ionela non ce la fanno più. «Arriva il freddo e noi non siamo giovani. Qui da soli non ci possiamo stare. Manco il bagno c’hanno fatto mettere: m’hanno detto che era abuso edilizio se mi mettevo un bagno qui».
I Di Stefano non hanno ricevuto nemmeno il “contributo di autonoma sistemazione” previsto per gli abitanti dei Comuni colpiti dalle scosse di agosto: «Si sono persi la domanda che abbiamo presentato un mese fa. Hanno detto che pensavano che eravamo già partiti: fin quassù nun ce viene nessuno a vedere».
«E i tuoi animali?» gli chiedo.
«Il maiale l’ho dato al macellaro e gli ho detto: a coscienza tua, vedi tu se vuoi darmi qualcosa. I cani me li tiene un amico. E mo’ mi rimane da sistemare le galline…». Dopo un’oretta arrivano due amici per prenderle. Le mettono in uno scatolone di cartone e promettono a Stefano di restituirgliele al suo ritorno.
I Di Stefano hanno deciso di andare a Craiova in Romania, da dove viene Ionela. Lì aspetteranno la primavera, per poi tornare. Stefano non è mai stato così tanti mesi lontano da San Giovanni: «Ma è inutile cumbatte cu’ u’ vento…».