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Donne e lavoro: cosa ci serve davvero

Da giovedì 5 novembre 2015 stai lavorando gratis. Fino alla fine dell’anno. Non è uno scherzo ma la (triste) realtà. Lo sottolinea l’Unione Europea, che lancia Equal pay day, una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla disparità degli stipendi: le donne guadagnano il 16,2% in meno degli uomini. E non è l’unica ingiustizia che ci riguarda, tanto che persino Papa Francesco, nei giorni scorsi, si è scagliato contro gli imprenditori che licenziano le future mamme. Insomma, nel 2015 il rapporto donne e lavoro è ancora pieno di ostacoli. Ecco perché abbiamo preparato un’indagine online in collaborazione con l’azienda dermocosmetica BioNike. I risultati del questionario saranno presentati il 19 novembre nel convegno DM Talk, Donne e lavoro, che Donna Moderna organizza a Milano. Qui ti anticipiamo alcuni temi che affronteremo, con l’aiuto dei nostri esperti

✱ Perché così poche donne hanno un impiego nel nostro Paese?

DANIELA DEL BOCA DOCENTE DI ECONOMIA DEL LAVORO ALL’UNIVERSITÀ DI TORINO, AUTRICE DI VALORIZZARE LE DONNE CONVIENE (IL MULINO)
«In Europa lavora in media il 68% delle donne. La percentuale italiana è ben al di sotto, anche se la cifra non tiene conto del grande sommerso, di chi ha un’occupazione in nero. Ma il dato più preoccupante è un altro: il 30% delle mamme lascia la scrivania dopo il primo figlio. Le ragioni? Un mercato scoraggiante, con contratti meno favorevoli dei colleghi maschi, e la mancanza di aiuti per conciliare carriera e famiglia. La soluzione, a mio avviso, è una sola: il governo deve considerare questo tema una priorità. I politici potrebbero dare il buon esempio tagliando del 5% il proprio stipendio: servirebbe a finanziare corsi di formazione e asili nidi pubblici. È dimostrato che se si diffonde l’occupazione femminile, il Pil sale almeno del 10-15%: più donne al lavoro significa aumentare la produttività di alcuni settori e le entrate fiscali dello Stato. E vuol dire anche creare ulteriori posti di lavoro perché le mamme che hanno un impiego potrebbero assumere tate, badanti e colf».

✱ Quali sono le qualità giuste per fare carriera?
MELANY LIBRARO AMMINISTRATORE DELEGATO DI SUBITO.IT, LEADER DELLE VENDITE ONLINE «Per aspirare a un ruolo importante bisogna essere preparatissime: anche se ha un titolo di studio alto ed è qualificata, una donna deve dimostrare di essere costantemente aggiornata. Io consiglio di rimettersi a studiare a qualsiasi età, di fare un master specifico o un corso di lingua intensivo. La seconda qualità è avere uno scopo chiaro: bisogna stilare un business plan di se stesse, sapere dove si vuole arrivare, essere determinate. È sempre utile ripercorrere il film della propria strada professionale per capire eventuali errori e rivedere i propri obiettivi . Infine, oltre a una dose di autostima extra, è necessario avere il coraggio di chiedere e di osare. Se non ci si ferma davanti ai no, sarà più facile domandare aumenti e promozioni».

✱ Quali sono gli errori che facciamo più spesso sul lavoro?
FRANCESCA ZAJCZYK SOCIOLOGA ALL’UNIVERSITÀ BICOCCA DI MILANO E DELEGATA DEL COMUNE DI MILANO ALLE PARI OPPORTUNITÀ «Hanno poca autostima, sono poco ambiziose, si sentono in colpa nei confronti dei figli, non fanno rete. Sono tanti i possibili “autogol” delle donne ma il più grande, a mio avviso, è che non vivono la carriera come un loro diritto. È una questione culturale: nel nostro Paese c’è ancora la mitologia della femmina come madre e come perno della cura familiare. Molte ragazze portano addosso il peso di questo retaggio e non osano mettere in primo piano la realizzazione professionale. Bisognerebbe sensibilizzare le manager, le donne ai vertici delle aziende, le protagoniste del mondo del lavoro e organizzare incontri soprattutto nelle piccole-medie imprese, che sono il cuore vitale della nostra economia. Mentre nelle grandi città proporrei di rilanciare i corsi sull’introduzione alla cultura di genere: sono delle lezioni organizzate dalle università, aperte anche alle over 40, che insegnano quali sono i diritti e le tutele sindacali delle donne. Erano stati introdotti dal governo qualche anno fa, ora non ci sono più fondi».

✱ In cosa sono discriminate oggi le lavoratrici?

FEDERICA ORTALLI PRESIDENTE DEL COMITATO IMPRENDITORIA FEMMINILE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO «Rispetto agli uomini, oggi le donne hanno un accesso diverso alle opportunità di lavoro, un muro quasi invalicabile che impedisce loro di ricoprire alcuni ruoli importanti, come gli incarichi dirigenziali di alto livello. In pratica, la strada è quasi sbarrata per quelle professioni che richiedono maggiore presenza e impegno e che, di conseguenza, sono anche più remunerate. Non a caso, sta crescendo la domanda per tutti quei servizi che aiutano le donne a conciliare lavoro, famiglia e impegni: dai nidi alle società di baby sitting, solo per fare alcuni esempi. Ma la quotidianità si semplificherebbe molto anche se gli orari di scuole, uffici e servizi fossero più flessibili».

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