Mitch, il padre della cantante scomparsa quattro anni fa, non ha gradito il documentario diretto da Asif Kapadia e rivela: "Presto un film con tutta la verità".

A quattro anni dalla morte, avvenuta a soli 27 anni, i riflettori dell’opinione pubblica sono di nuovo puntati sulla cantante Amy Winehouse, stella della musica soul e black, scomparsa nel 2011 in circostanze mai del tutto chiarite nella sua casa di Londra. Purtroppo a far parlare di lei non sono le sue canzoni, ancora oggi ascoltate da milioni di fan nel mondo, ma le controversie occorse in seguito alla proiezione del biopic “Amy”, diretto dal regista Asif Kapadia, ora impegnato nel dirigere un film sulla carriera degli Oasis.

Un documentario che non è piaciuto per niente al padre di Amy, Mitch Winehouse, che ora annuncia ufficialmente l’imminente avvio del progetto su un nuovo film sulla vita di sua figlia: “Speriamo di cominciare i lavori il prima possibile, ma posso assicurare sin da ora che sarà qualcosa di più di un semplice film – ha dichiarato in un’intervista al sito Bangshowbiz.com – Tutte le persone che non sono state prese in considerazione per il documentario erano arrabbiate. Vogliono che la loro voce venga ascoltata e noi non vogliamo essere come Asif, vogliamo che le persone dicano quello che vogliono, ma non che emergano solo le cose negative”, lasciando intendere tutto il suo disappunto verso il lavoro parziale svolto da Kapadia.

“È stata una clamorosa occasione mancata per celebrare il talento e la vita di Amy – dichiarò la famiglia di Amy in un comunicato inviato a “People” – La pellicola è fuorviante e contiene anche diverse menzogne. Si basa su dichiarazioni di persone lontane da lei e, talvolta, che non facevano nemmeno più parte della sua vita. Ci sono alcune dichiarazioni sulla sua famiglia e sul suo management assolutamente prive di fondamento”. Grande risentimento vi è anche nei confronti di Blake Fielder-Civil, ex marito di Amy, che nel biopic rilascia alcune dichiarazioni accusatorie verso il padre: “Mi accusa di essere il primo responsabile per la sua morte quando è stato lui a iniziarla all’uso di crack ed eroina – aveva confidato Mitch al “Sun” – Se emergesse la verità sul suo conto, Blake non potrebbe nemmeno più girare per strada”.

Ora, con questo nuovo progetto pare che il padre voglia rendere omaggio alla figura artistica ma soprattutto umana della figlia, mettendo a tacere tutte le malelingue sul suo conto. Speriamo che questo sia il capitolo finale di una battaglia cominciata quattro anni fa e che ora Amy trovi la pace che merita, riposando cullata dalle sue magnifiche canzoni.

Riproduzione riservata