Agrumi, gelsomino, iris, lavanda, rosa, tuberosa e violetta. Sono tutti famosi per la loro inconfondibile fragranza. Mettili nel tuo giardino e nel tuo beauty. In entrambi i casi, saranno una piacevole compagnia delle tue giornate

LAVANDA

Oltre a dare un tocco provenzale al giardino, questa pianta ha una doppia vita: i suoi fiori secchi profumano la biancheria e i cassetti

Perché sceglierla
La sua presenza si avverte a occhi chiusi, tanto è intenso il profumo sprigionato dalle spighette azzurre. È un odore forte, fresco e aromatico, tipico delle colline della Provenza, dove viene coltivata a perdita d'occhio. Le spighe mantengono inalterati il profumo e il caratteristico colore azzurro-lavanda anche dopo essere state recise. Possono essere utilizzate nelle composizioni di fiori essiccati o per profumare la biancheria. Della lavanda classica esistono diverse varietà, tutte profumate. Tra le più attraenti (e facili da trovare nei vivai) ci sono la Munstead, di taglia piccola, con foglie verdi e spighette azzurro pallido, e la Silver Blue, molto fitta, con foglie grigie e fiorellini blu scuro.  
Come si presenta
La lavanda (Lavandula angustifolia) è un cespuglietto dall'aspetto un po' selvatico che raggiunge i 50-70 cm di altezza. Alla base ha pochi rami legnosi e contorti, sormontati da decine di steli sottili ma robusti e di color grigio argenteo come le foglie, simili ad aghi. Le spighe cominciano a maturare a fine aprile per raggiungere il massimo della fioritura tra giugno e luglio (dipende dall'altitudine e dal clima). È il momento in cui, dai boccioli grigio azzurri, si aprono centinaia di fiorellini di varie sfumature azzurre, blu o viola scuro, secondo la varietà.
Dove vive meglio
La lavanda ama il fresco di notte, quindi cresce bene in collina, fino a 1.000 metri di altitudine. In giardino è perfetta per realizzare bordure scenografiche alla base di muretti e lungo pendii scoscesi. Basta avere l'avvertenza di lasciare 50 cm tra una pianta e l'altra per evitare che steli e spighe si incrocino. Sta bene anche sul balcone, purché coltivata in grandi fioriere.
Il terreno più adatto
Questa pianta cresce bene sui terreni calcarei miscelati a sabbia e sassolini, da aggiungere al momento del riempimento della buca, sia in giardino sia nel vaso. Se si acquista in piena fioritura, prima di trapiantarla bisogna però aspettare settembre. Per nutrire il terreno, infine, non esiste un concime specifico: va benissimo quello in granuli che si usa per le rose, perché stimola la fioritura. Attenzione: si concima una sola volta, tra marzo e aprile, cioè al momento della potatura, necessaria per accorciare di pochi centimetri i rametti con le foglie.
Di che cosa ha bisogno
La lavanda non deve stare all'ombra degli alberi o esposta a nord. In giardino si può scegliere l'angolo più soleggiato, mentre sul balcone, che d'estate può diventare rovente, meglio scegliere un angolo esposto a sud-est (soleggiato fino a mezzogiorno) che offre un po' di refrigerio nelle ore più calde. Questa pianta, come la maggior parte delle aromatiche, soffre se c'è ristagno di umidità nelle radici. Ecco perché, in giardino, va interrata lontano dagli impianti di irrigazione. E, in generale, non bisogna mai esagerare con l'acqua: d'estate va innaffiata al massimo due volte a settimana. E, nelle altre stagioni, saltuariamente e soltanto se non piove.

IRIS

Questo fiore, alto e slanciato, ha l'elegante semplicità dei fiori di campo. Perfetto per bordure e aiuole, cresce bene anche in vaso

Perché sceglierlo
Quando sboccia, diffonde un leggero profumo che ricorda la viola. Questo fiore è l'Iris blu (Iris pallida) e suoi cugini, dal profumo cipriato e di violetta, sono anche il giaggiolo (Iris germanica), dalle corolle azzurro porpora, e il giglio di Firenze (Iris florentina), con fiori bianchi. Una curiosità: dai rizomi (le parti sotterranee) degli Iris si ricava un'essenza usata dai profumieri per esaltare la delicatezza di altri profumi.
Come si presenta
L'Iris blu, oltre che per il fiore, si riconosce per le foglie verde salvia opache, simili a spade, disposte a ventaglio alla base di uno stelo robusto che supera i 70 cm di altezza. I boccioli affusolati appaiono sullo stelo nelle prime settimane di primavera. Appena la temperatura diventa molto mite, si aprono gradualmente, con un picco massimo di fioritura tra la fine di aprile e maggio. Le corolle, larghe 10-15 centimetri, sono formate da tre petali interni, eretti, e da tre esterni che, invece, si piegano verso il basso e sono percorsi da una striscia chiara. Il colore tipico di questi fiori è azzurro lavanda.
Dove vive meglio
In giardino, questo fiore cresce bene alla base di muri rustici, di pietra o mattoni, lungo i pendii e sul margine dei sentieri. Ma può essere coltivato anche nei vasi e nelle fioriere.
Il terreno più adatto
L'Iris blu nasce da un rizoma (una sorta di grosso fusto) che va interrato di pochi centimetri tra luglio e settembre. In giardino, cresce in qualunque tipo di suolo, purché non acido e, se ben coltivato, il rizoma si ingrossa, ramifica, fa nuovi getti e produce un numero maggiore di fiori. Se il terreno è molto compatto, prima di piantare i rizomi, bisogna lavorare un po' la terra con la zappetta per alleggerirne la consistenza. In vaso, invece, si può utilizzare del terriccio universale. Per aumentare la fertilità del suolo, basta incorporare al terreno qualche manciata di fertilizzante naturale (stallatico inodore). Mentre, in primavera, ogni due settimane, bisogna utilizzare un concime ricco di fosforo e potassio, di quelli che vanno diluiti in acqua.
Di che cosa ha bisogno
L'Iris blu cresce bene negli spazi aperti, con abbondante circolazione di aria, mentre non fiorisce se viene coltivato all'ombra. Per ottenere un effetto più denso, si possono piantare anche tre rizomi vicini, lasciando però almeno 40 cm di distanza tra un gruppo e l'altro. Attenzione: quando si impiantano i rizomi è bene bagnare per favorire la radicazione. Chi, invece, ha a disposizione solo un balcone, potrà ottenere un risultato migliore piantando un solo esemplare per vaso. Se la zona è ventosa, il primo anno si può inserire una cannetta di bambù per sostenere lo stelo. Nessun timore per il freddo, invece: l'Iris blu ama i climi freschi e non teme il gelo invernale che, al contrario, ne stimola la fioritura. L'importante è sospendere le innaffiature nei mesi più rigidi. Quando sbocciano i fiori, infine, si deve innaffiare quel tanto per mantenere il suolo appena umido.

TUBEROSA

Un'aiuola con questo fiore non passa inosservata: sprigiona nell'aria una fragranza dolce e inebriante. Ecco i consigli per coltivarlo in vaso

Perché sceglierla
Questa pianta subtropicale, originaria del Messico e dell'America centrale, è tra le specie più ricercate dai fioristi. Il motivo? Grazie a lei arricchiscono di profumo i mazzi di fiori recisi. La varietà più intensa si chiama The Pearl: è la varietà con fiori doppi della Tuberosa classica.
Come si presenta
La Tuberosa (Polianthes tuberosa), come tutte le piante dotate di tubero (una specie di radice carnosa), produce delle foglie strette, dalla forma lineare e appuntita, di consistenza tenera. Nonostante l'aspetto delicato, sono vistose, perché raggiungono i 40 centimetri di lunghezza e sono disposte a formare un elegante ciuffo verde che emerge a livello del terreno e circonda lo stelo fiorale. I boccioli rosati iniziano a formarsi a tarda primavera e si schiudono in estate. I fiori hanno una tipica forma a tubetto e si aprono con sei lobi di colore bianco niveo. Quando sbocciano, formano una spiga fitta all'apice dello stelo. Durano un paio di settimane, anche se vengono recisi e utilizzati nelle composizioni per decorare e profumare la casa.
Dove vive meglio
La Tuberosa ama i climi caldi. Può essere coltivata all'aperto nei giardini del Sud, facendo attenzione a piantare i tuberi solo dopo le gelate tardive. Può essere utilizzata per creare un'aiuola speciale, meglio se vicino a casa o dove si passa di frequente per poter cogliere l'intensità del profumo. Al Nord e nelle zone collinari, conviene iniziare la coltivazione in casa, piantando il tubero in vaso per trasferirlo all'aperto quando compaiono le prime foglie.
Il terreno più adatto
Il terriccio deve essere soffice e drenato perché le radici devono poter scendere in profondità in modo da ancorare la pianta e il fiore e, allo stesso tempo, non devono marcire per eccessi di acqua stagnante. In giardino come in vaso, bisogna preparare una miscela composta da terra da giardino, torba e sabbia di fiume in parti uguali. Serve un po' di nutrimento dall'inizio della fioritura fino all'appassimento delle foglie per favorire lo sviluppo di nuovi bulbi: si formano sul vecchio rizoma e faranno i fiori l'estate seguente. Da inizio estate a settembre, ogni due settimane, basta aggiungere all'acqua un po' di fertilizzante solubile, di tipo bilanciato.
Di che cosa ha bisogno
Sia in aiuola sia in vaso, è meglio coprire il tubero con uno strato sottile di terra (5 cm). In autunno, va estratto dal terreno e conservato al caldo e all'asciutto fino alla primavera. La Tuberosa sta bene in pieno sole. In giardino, occorre scegliere una zona aperta ma non ventosa, e lontano dalle zone d'ombra; sul balcone l'angolo più soleggiato, meglio se rivolto a sud. Quanto all'acqua, bisogna innaffiare subito dopo la piantagione. Poi, è necessario controllare che il suolo si mantenga umido. Le innaffiature vanno regolate a seconda del clima. D'estate, durante la fioritura, se l'aria è calda e secca, la pianta va bagnata almeno due volte alla settimana.

GELSOMINO

In pochi anni, questa pianta può crescere in modo spettacolare. E la sua irresistibile fragranza si sprigiona soprattutto di sera

Perché sceglierlo
Un gelsomino in fiore offre uno spettacolo davvero straordinario. Oggi in commercio se ne trovano diverse varietà: oltre alla specie classica (Jasminum officinale), c'è il gelsomino di Spagna (Jasminum grandiflorum), dai fiori molto profumati e più adatto al clima soleggiato delle nostre coste. Il Grand Duke of Tuscany, invece, è una varietà di Jasminum sambac dall'aspetto cespuglioso e fiori simili a piccole gardenie.
Come si presenta
Il gelsomino classico è una pianta rampicante che, nonostante l'aspetto delicato delle foglie verde scuro, possiede tralci robusti, molto ramificati e lunghi anche fino a tre metri. In pochi anni, può svilupparsi in modo spettacolare, con la sua tipica forma piacevolmente disordinata. Il gelsomino ha una fioritura lunga: inizia a metà giugno, è al suo massimo a luglio e prosegue fino ad agosto perché, ogni settimana, si aprono nuovi fiori. I boccioli, affusolati e riuniti in mazzolini fitti, sono color rosa corallo con sfumature chiare. I fiori, invece, sono bianchi, con cinque petali vellutati, e ricoprono la pianta con una nuvola candida.
Dove vive meglio
In giardino il gelsomino cresce bene se piantato alla base di un albero, con i tralci che si arrampicano sul tronco. Ma è perfetto anche per dare luce a una siepe di sempreverdi. E si sviluppa anche sul terrazzo, con i tralci guidati lungo la balaustra. L'ideale è farlo arrampicare accanto a una porta o come cornice delle finestre.
Il terreno più adatto
Questa pianta si adatta bene a ogni tipo di suolo (anche leggermente calcareo), purché ben drenato, cioè capace di far scorrere via l'acqua senza creare ristagni. Per questo, al momento del trapianto, bisogna aggiungere un po' di sabbia alla terra di riempimento. In vaso, invece, conviene usare il terriccio per rose, che è nutriente e facile da trovare in commercio. E, per aiutare il drenaggio, va aggiunta qualche manciata di sassolini. Il gelsomino va concimato due volte l'anno, in primavera e in estate, con del fertilizzante chimico per piante fiorite da diluire nell'acqua e somministrare due volte al mese. In autunno, infine, il terreno va nutrito con un prodotto organico come la cornunghia, che agisce lentamente.
Di che cosa ha bisogno
Un tronco, un grigliato di legno o del semplice fil di ferro plastificato ben teso: i rami di gelsomino possono arrampicarsi su qualunque struttura. L'importante è legarli a intervalli di mezzo metro quando sono giovani, teneri e sottili. Ma anche durante la crescita, per evitare che il vento danneggi la chioma. Il gelsomino classico fiorisce regolarmente se coltivato al sole o a mezz'ombra. Se, invece, è all'ombra, d'inverno bisogna fare attenzione al freddo e, se necessario, proteggere la base con un cumulo di foglie e paglia. Le innaffiature, invece, devono essere a giorni alterni durante la prima estate, per far attecchire bene le radici. Poi, basta innaffiare con regolarità, ma senza eccessi: un po' di più in estate, meno in inverno.

VIOLETTA

È piccola, ma sprigiona note fresche e dal tocco esotico. Facile da coltivare, questo fiore annuncia l'arrivo della primavera

Perché sceglierla
Nasce spontanea nel sottobosco e fiorisce su steli esili. Coltivata in Costa Azzurra e lungo la Riviera dei Fiori, raccolta a mazzetti e spedita in custodie foderate di muschio in tutte le corti europee, la violetta è stata protagonista della vita mondana dell'Ottocento ed è tuttora una delle presenze più gradite dei giardini contemporanei di stile naturale. Tra le più profumate, oltre alla Violetta di Udine e alla Violetta di Parma (entrambe a fiore doppio) ci sono John Raddenbury e Prince of Wales, lilla; Sulphurea, giallo crema; Coeur d'Alsace, rosa carico e Norah Church, rosa ametista.
Come si presenta
La Viola Mammola (Viola odorata) fiorisce su steli esili circondati da un cuscino di foglie verde scuro dalla tipica forma a cuore. In giardino, come allo stato naturale, diventa tappezzante alla base degli alberi e si diffonde rapidamente. Oltre alla specie classica, con corolle semplici, sono molto diffuse le varietà a fiore doppio: la Violetta di Parma, viola chiaro, e la Violetta di Udine, viola scuro. Le corolle sbocciano nelle ultime settimane dell'inverno. Ogni piantina produce diversi fiori che non si aprono tutti insieme e così la fioritura dura almeno due settimane.
Dove vive meglio
Non ha bisogno di molto spazio. Tuttavia, conviene piantarla a piccoli gruppi, così da ottenere fin dal primo anno un effetto scenografico. In giardino sta bene in compagnia delle primule selvatiche con fiori giallo pallido. Nessun problema a coltivarla in vaso, sul balcone o sul davanzale esterno della finestra.
Il terreno più adatto
Si può coltivare in qualunque tipo di terreno purché soffice e ricco di nutrimento. In giardino, è meglio scegliere le zone alla base degli alberi a foglia caduca, dove si forma un discreto strato di humus. Per la coltivazione in vaso, bisogna utilizzare terriccio universale. La violetta non ama fertilizzanti chimici. I prodotti migliori sono quelli naturali che si sciolgono con gradualità nel terreno. Come lo stallatico maturo e inodore, contenuto in certi tipi di terriccio da versare sopra la pianta in autunno, dopo che ha perso le foglie.
Di che cosa ha bisogno
Di crescere indisturbata e di non essere privata delle corolle quando appassiscono. Solo così potranno maturare i fruttini che diffonderanno i semi tutt'attorno. Sono benefici poi i raggi di sole che arrivano sul terreno durante l'inverno, grazie ai quali si evita che il suolo geli. Ecco perché è provvidenziale coltivare le violette nei pressi di alberi a foglia caduca: d'inverno, i rami spogli lasciano passare la luce e, d'estate, grazie alle foglie, creano ombra. Per la coltivazione in vaso occorre scegliere angoli luminosi fino al momento della fioritura e poi ombra piena in estate. La violetta va innaffiata dopo il trapianto o il rinvaso; in giardino, basterà l'acqua piovana. In vaso, in estate, bisogna controllare che il terriccio non asciughi mai del tutto.

AGRUMI

Fiori profumatissimi e frutti color del sole. Curate nel modo giusto, queste piante mediterranee crescono anche al Nord e rallegrano i balconi

Perché sceglierli
Tutte le piante di agrumi, veri simboli del paesaggio mediterraneo, hanno fiori e frutti profumatissimi. Chi ha a disposizione solo un balcone, oltre al limone (Citrus limon) può coltivare in vaso due specie di piccola taglia: il kumquat (Citrus fortunella japonica), dai piccoli frutti, ovali, commestibili anche nella buccia, e il clementino, derivato dall'incrocio tra mandarino e arancio. In giardino, invece, crescono bene le piante di arancio dolce (Citrus sinensis), arancio amaro (Citrus aurantium), mandarino (Citrus reticulata) e pompelmo (Citrus paradisi).
Come si presentano
Se coltivate in giardino, le piante di limone possono raggiungere le dimensioni di un alberello. In vaso, invece, grazie al tipo di innesto, hanno l'aspetto di arbusti. La maggior parte dei limoni fiorisce più volte l'anno: la varietà Lunario, addirittura, a ogni luna nuova. Di conseguenza, sui rami convivono insieme i bei frutti ovali color dell'oro e i fiori. Che, quando sono  ancora chiusi, hanno una tonalità violacea, mentre aperti rivelano una corolla candida con cinque petali spessi e un ciuffo di stami gialli al centro.
Dove vivono meglio
Al Sud e lungo le coste, gli agrumi vivono all'aperto tutto l'anno. Nelle zone collinari del Centro e nelle pianure del Nord, invece, vanno coltivati in vaso e trasferiti in casa nei mesi freddi. Quando li si riporta all'aperto, per godere del loro profumo, l'ideale è tenere i vasi accanto a una portafinestra, lontano dal calorifero.
Il terreno più adatto
In giardino, la maggior parte degli agrumi ha bisogno di un suolo di medio impasto, formato da una miscela di torba, terra argillosa e pietra pomice (la si può preparare al momento acquistando gli ingredienti nei centri di giardinaggio). Per la coltivazione in vaso, invece, occorre del terriccio pronto all'uso per agrumi. Queste piante vanno concimate tre volte l'anno: ai primi di aprile, all'inizio di luglio e a metà settembre, spargendo sul terriccio, distante dal tronco, qualche cucchiaio di concime granulare, a rilascio graduale, specifico per limoni e agrumi. A fine inverno, infine, occorre ricoprire la terra con fertilizzante organico (cornunghia o stallatico).
Di che cosa hanno bisogno
In una zona ventosa, i limoni devono stare a ridosso di un muro che li protegga dall'aria gelida. E se i rami si flettono sotto il peso dei frutti, è necessario legarli a delle canne di bambù. Se l'acqua è troppo ricca di calcare, le foglie degli agrumi possono ingiallire. In questo caso, basta ricorrere a un prodotto a base di ferro. Le piante di limone hanno bisogno poi di una posizione calda e soleggiata, lontano da alberi o da pareti che facciano ombra. D'estate vanno innaffiati anche tutti i giorni, per evitare che le radici secchino. In primavera e in autunno, invece, una o due volte la settimana mentre, in inverno, basta un goccio d'acqua quando il terriccio asciuga. Sul balcone, infine, per evitare ristagni, il vaso va sollevato dal pavimento con gli appositi piedini di terracotta.

ROSA

La più profumata e di origini antichissime è quella di Damasco, ma anche altre varietà possono dare un'impronta inconfondibile al terrazzo

Perché sceglierla
La Rosa di Damasco è tra le più ricercate per il profumo intenso e avvolgente. È un fiore robusto, che ha bisogno di poche potature ed è resistente alle malattie. Fra le rose più profumate ci sono poi Kazanlik, con fiori semidoppi, mantiene il profumo anche da recisa; Maria Louise, con corolle grandi e profumo penetrante; Quatre Saisons, rosa chiaro, rifiorente; Rose de Rescht, rosa fucsia, di piccola taglia, rifiorente.
Come si presenta
La Rosa di Damasco (Rosa damascena) è arbustiva, dotata di numerosi rami spinosi coperti da fogliame abbondante, verde brillante. Cresce rapidamente e forma cespugli rigogliosi che raggiungono poco più di un metro di altezza e di diametro. Quanto alla fioritura, esistono varietà a fioritura unica, primaverile, e altre capaci di fiorire due volte all'anno: a maggio e a settembre. Le corolle sono grandi, talvolta semplici (a cinque petali), più spesso doppie, cioè formate da un numero elevato di petali. Il colore tipico è rosa carico, ma esistono anche varietà bianco avorio, rosa chiaro e magenta.
Dove vive meglio
La Rosa di Damasco ha bisogno di spazio intorno a sé e quindi cresce meglio in giardino. Da sola, crea una bellissima macchia di colore; in compagnia di altri cespugli, diventa protagonista profumata di siepi miste, purché venga lasciato un metro e mezzo di distanza tra le piante. Può crescere anche sul balcone, coltivata in un vaso di circa 30 centimetri di diametro.
Il terreno più adatto
Va bene qualunque tipo di terreno, meglio se leggermente calcareo, drenato, non troppo compatto. Se il suolo fosse troppo pesante, occorre lavorarlo con la zappa, miscelarlo a poca sabbia e fare uno strato di ciottoli sul fondo della buca per favorire lo scorrimento dell'acqua. In vaso, va usato del terriccio per rose, senza dimenticare lo strato di drenaggio sul fondo. Meglio usare un prodotto naturale, come stallatico maturo in granuli inodori, che nutre la rosa con gradualità senza stressarla. Al momento del trapianto o del rinvaso, va miscelato allo strato profondo di terra; in autunno, bisogna distribuirlo in superficie insieme a foglie e terriccio che proteggono le radici dal freddo.
Di che cosa ha bisogno
Di potature autunnali per accorciare i rami di un terzo o della metà. Se è una varietà di tipo rifiorente, bisogna potare anche dopo la fioritura di maggio. Sul balcone, va bene un angolo soleggiato, ma attenzione: deve essere a mezz'ombra per evitare l'aria torrida d'estate. In giardino, è perfetta un'esposizione in pieno sole perché l'umidità del prato e la ventilazione notturna danno sollievo dalla calura. La terra va tenuta discretamente umida e bisogna innaffiare a fondo subito dopo il trapianto. D'estate, si bagna  poco, quasi tutti i giorni, evitando di irrorare le foglie. In autunno, le innaffiature si riducono man mano che le foglie cadono. D'inverno, infine, basta bagnare la pianta due volte al mese.

Coltiva i fiori di cui ami il profumo

  • 17 03 2009

Agrumi, gelsomino, iris, lavanda, rosa, tuberosa e

violetta. Sono tutti famosi per la loro inconfondibile fragranza.

Mettili nel tuo giardino e nel tuo beauty. In entrambi

i casi, saranno una piacevole compagnia delle tue giornate

 

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