Ci sono viaggi facili da organizzare, quelli per cui basta un click e la soluzione migliore al prezzo più vantaggioso è presto trovata. Sono i favolosi soggiorni all inclusive in atolli sperduti in mezzo al mare o le vacanze ad alto tasso di benessere in resort con Spa da sogno e tutti i servizi pensati apposta per coccolare (e viziare) gli ospiti.

Sul fronte opposto, ci sono le vacanze itineranti, on the road, che vanno vissute e assaporate fino all’ultima goccia. Quelle che, zaino in spalla - o trolley alla mano, per dirla in versione meno beat generation - regalano emozioni e ricordi indelebili, portano alla scoperta di paesaggi sterminati, città e persone del posto.

E come l’attraversamento degli Stati Uniti on the road divenne un vero e proprio movimento culturale per i giovani della Beat Generation, ancora oggi la leggenda di partire a bordo di un’auto a noleggio e guidare per chilometri e chilometri su strade sterminate vive nei sogni di molti. Ma, considerando i 4600 km e i quattro fusi orari che separano la costa atlantica da quella pacifica degli Stati Uniti, è presto spiegato il perché un viaggio del genere richieda un’accurata organizzazione.

«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»

«Dove andiamo?»

«Non lo so, ma dobbiamo andare».

In questo passaggio del celebre «Sulla strada» (titolo originale, On the Road), lo scrittore statunitense Jack Kerouac concentra l’essenza più profonda del suo viaggio attraverso gli Stati Uniti. Un viaggio fatto di chilometri macinati su strade sterminate, a bordo di automobili o in autostop. Un resoconto dettagliato in cui il giovane Sal Paradise, studente dell’Est con aspirazioni letterarie, racconta tutto quel che vede: il paesaggio, la natura le persone che incontra sulla sua strada alla fine degli anni '40.

Un’esperienza unica che tutti (o quasi) vorrebbero fare almeno una volta nella vita. E se i tempi e i mezzi non sono più esattamente quelli di Sal Paradise, l’esperienza di un viaggio on the road negli Stati Uniti non ha perso (e forse mai perderà) il suo fascino intramontabile.

Tra verità e finzione letteraria, per fare un viaggio on the road negli Stati Uniti non basta partire e improvvisare alla maniera di Kerouac. La parola d’ordine è: pianificazione.

Ecco allora le cinque regole d’oro da seguire. Focalizzarsi su una destinazione: gli USA sono un paese molto vasto e sebbene l’esperienza di un viaggio Coast To Coast sia esilarante, è realizzabile solo se si hanno a disposizione almeno tre o quattro settimane! In base ai giorni a disposizione, quindi, meglio concentrarsi su una zona e visitare bene quella piuttosto che rimbalzare da una costa all'altra. Studiare: per i più nostalgici sono le guide turistiche, per i nativi digitali le App e le mappe digitali sono gli strumenti per fare il pieno di informazioni aggiornate sugli USA. Dal ristorante al calendario eventi e festività, dalla prenotazione dei voli al noleggio auto, sino alle escursioni. Molto utili saranno le recensioni e i commenti pubblicati su siti autorevoli da viaggiatori che hanno già visitato gli USA. Misurare il tempo a disposizione: va bene sfruttare ogni minuto a disposizione per vedere più cose possibili, ma oltre ai tempi tecnici dedicati alle visite e agli spostamenti è importante tener conto dei tempi di sonno, ristoro e di piacere! Misurare i chilometri Il bello di un viaggio on the road negli Stati Uniti, alla guida di un’auto a noleggio o a bordo di un autobus, è la possibilità di ammirare ogni giorno panorami stupendi anche e semplicemente dal parabrezza. Attenzione ai chilometri che dividono una località da quella successiva: se la distanza è eccessiva, forse è il caso di dividere il tragitto in più tappe o di prenotare un volo interno. Prenotare prima gli alberghi: non solo per la garanzia di avere una doccia e un letto sicuri alla fine della giornata, ma anche per non perdere tempo nella ricerca di un hotel. Tenete sempre aperta l’opzione cancellazione della prenotazione: in un viaggio on the road non si sa mai cosa potrebbe accadere!

Partendo dalle regole classiche per pianificare al meglio un grande viaggio on-the-road negli USA, un informatico americano con la passione per i codici matematici e le mappe ha tracciato un percorso ideale in cinquanta tappe per visitare gli USA.

Randy Olson, tenendo conto di tre condizioni imprescindibili, ha calcolato un percorso ideale di ventidue mila chilometri alla scoperta delle mete storiche e delle città più attrattive (secondo le statistiche di TripAdvisor) in ognuno degli stati continentali degli Stati Uniti.

Le tre costanti della sua analisi sono state: il viaggio doveva essere fatto in automobile ed entro i confini degli Stati Uniti; le cinquanta tappe del viaggio dovevano coincidere con luoghi di alta rilevanza naturale, storica o artistica; il percorso doveva prevedere almeno una meta in ognuno dei quarantotto Stati Uniti continentali (sono esclusi Alaska e Hawaii).

La cosa essenziale, parlando di una destinazione così vasta come gli Stati Uniti d'America, è stata individuare un elenco di tappe e punti da toccare. Olsen ne ha scelte cinquanta, che toccano ognuno dei quarantotto Stati Uniti continentali, con l’eccezione di due mete in California e una nel distretto federale di Washington (tecnicamente non uno stato).

Tra le cinquanta tappe del viaggio on-the-road negli USA ideato da Olsen ci sono il Parco nazionale di Yellowstone e il Gran Canyon, la Statua della Libertà e Fort Alamo, Cape Canaveral e la diga di Hoover, la casa di Abraham Lincoln e quella di Elvis Presley (Graceland) a Memphis, il monte Rushmore e la rete tranviaria di San Francisco.

Oltre alle mete più note, ha inserito le destinazioni meno turistiche, tra cui il West Baden Springs Hotel, in Indiana; le Shelburne Farms in Vermont, la USS Constitution ormeggiata nelle acque di Boston, Massachusetts.

E ai turisti meno interessati alle mete storiche e più attirati dalla città, Olsen propone un viaggio alternativo, che permette di visitare le migliori città (secondo le statistiche di TripAdvisor) in ognuno degli stati continentali degli Stati Uniti.

Il risultato dell’analisi di Olsen? Un tragitto completo, ma più realizzabile virtualmente che realmente.

Utilizzando le API di Google Maps, un’interfaccia di programmazione che permette di creare mappe personalizzate, l’informatico ha collegato i cinquanta punti e tracciato un circuito di 22.046 chilometri percorribili in 224 ore (poco più di nove giorni).

Un tragitto completo, sì, realizzabile in nove giorni solo in un’ipotetica situazione in cui non esistono né traffico né sonno. Tra gli aspetti più interessanti del lavoro di Olsen il fatto che di aver disegnato un percorso circolare, che può essere intrapreso da ogni punto, in nove giorni così come in sessanta giorni (al passo di 366 chilometri al giorno).

Per chi fosse interessato, Olsen ha pensato anche all’Europa, proponendo un viaggio che in 26.211 chilometri tocca quelle che Business Insider descriveva come le «50 mete europee da visitare almeno una volta nella vita». Per l’Italia sono: le città di Venezia, Firenze, Roma e Amalfi, a cui si aggiungono il Vaticano e la Toscana.

Stati Uniti on the road: le cose da sapere prima di partire

Organizzare un viaggio on the road negli Stati Uniti seguendo poche regole (d’oro) e il tragitto (ideale) messo a punto da un informatico americano

Gli Stati Uniti sono il paese perfetto per organizzare un viaggio on the road.

Un viaggio di questo tipo, però, richiede tempo e dedizione: pianificarlo nei minimi dettagli, in un territorio vastissimo sia geograficamente sia per l’eterogeneità di attrazioni e luoghi da visitare come sono gli USA, è un presupposto fondamentale per la sua buona riuscita.

Se vi solletica l’idea di fare un viaggio del genere, ma non avete dimestichezza con questo enorme Paese, sfogliate la gallery per scoprire i nostri suggerimenti e insieme alle cinque regole d’oro, diciamo classiche, che vi permetteranno di realizzare il vostro grande viaggio, vi sveliamo il tragitto ideale disegnato da Randy Olson, l’informatico americano che ha tracciato un percorso in cinquanta tappe per visitare gli USA.

Riproduzione riservata