perdita della madre

Perdere la madre porta a scoprire chi siamo

La perdita della madre è un evento a cui nessuno è preparato, ma può essere un'occasione per guardarsi dentro e scoprire chi siamo. Parola di psicoterapeuta

Cosa significa perdere qualcuno

Il tema della perdita della madre merita una riflessione. Oltre ad essere psicoterapeuta, da un anno e mezzo sono tornata al teatro, mia antica passione. Nella commedia Funeral home che ho scritto e portato in scena con Giacomo Poretti (prodotta dal Teatro Oscar di Milano e Stivalaccio Teatro), il mio personaggio, Rita, recita: «La morte è una cosa naturale». In realtà, nessuno ha voglia di parlarne, sotto sotto alberga in noi una paura ancestrale. Non vorremmo neanche nominarla, ci sembra sempre lontana, qualcosa che non riguarda noi.

Quando è la madre, la perdita è importante

Quando arriva, e si tratta della propria madre, siamo costretti a fare i conti con una perdita importante, forse la più importante. Madre è la nostra origine, è il corpo che ci ha ospitati, la nostra prima casa. Quando perdiamo nostra madre, indipendentemente dall’età e dalle circostanze, si apre un vuoto e qualcosa dentro di noi comincia a echeggiare. Magari abbiamo avuto un rapporto buono con lei, e allora riaffioreranno ricordi di momenti felici, frasi da ripescare con la memoria nei momenti critici.

Oltre al dolore, affiorano anche altri sentimenti

Oppure può essere che il rapporto con lei, per vari motivi, non sia stato felice. Il dolore può mescolarsi a sentimenti di rabbia, di nostalgia, di colpa per ciò che avremmo voluto dire o fare, o sentirci dire, vederle fare. Magari pensavamo di averci messo una pietra sopra, al rapporto con nostra madre. E invece con la morte quella pietra può essere sbalzata via. È bene cercare di non fuggire, di non sottrarsi a questo momento doloroso, ma prezioso per noi.

La perdita della madre porta a scoprire chi siamo

È un viaggio che vale la pena di fare, per non sostare a lungo in un dolore paralizzante, ma per restituire al lutto la sua dignità di “movimento” verso noi stessi e la nostra infinita voglia di scoprire chi siamo davvero, le nostre radici. E dunque, buon viaggio a chiunque si trovi in questo doloroso, ma anche creativo, passaggio esistenziale.

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