1/11 – Introduzione

I bambini hanno una percezione del linguaggio molto differente dalla nostra, ed un vocabolario che si sta formando e non è completo. Molte parole sono per loro incomprensibili, altre invece vengono fraintese e producono danni e traumi nella corretta crescita e sviluppo, anche se sembrano a noi innocue. Ecco la lista delle 10 cose da non dire mai ai bambini.

2/11 – Lasciami in pace!

Probabilmente la peggiore della lista, perché il bambino ha bisogno dei genitori per crescere e sviluppare la sua autostima. Avere una figura di riferimento disponibile sempre è importante perché con la coscienza che qualcuno sta controllando amorevolmente quel che fa, il bambino è più propenso a sperimentare. Chiedere di essere lasciati in pace è forse il peggiore fra i dinieghi. Meglio perdere qualche minuto a sentire qual è la questione che creare un trauma che può radicarsi.

3/11 – Tu non mi vuoi bene

A parte che è falso, perché il bambino vuole sempre bene ai genitori per natura, se questa frase vien detta nel momento sbagliato può determinare un crollo definitivo della sua autostima. Un bambino che si sente accusato di non voler bene a mamma e papà si sente automaticamente fallito e potrebbe cominciare a cercare di recuperare il rapporto con mezzi impropri, spesso autolesionisti.

4/11 – Sei un…

Accusare un bambino di essere qualcosa di negativo, come un errore, un fallimento, un farabutto o qualsiasi altra cosa, è fonte di grossi traumi. Il bambino si sentirà accusato sempre e cercherà di guadagnare il rispetto dei suoi con gesti di sottomissione anche molto pericolosi che potrebbero in seguito sfociare in un carattere insicuro e dipendente
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5/11 – Fai questo!

Gli ordini non vengono percepiti bene dai bambini. Obbligarli a compiere un’azione non spontanea porta solo a scuse inventate e dinieghi. Se il bambino deve effettivamente fare qualcosa, per esempio mettere in ordine la camera, la via più efficace è quella di trasformare l’ordine in un gioco, e di collaborare attivamente per evitare che il bambino entri in cicli che lo portano fuori dall’azione principale.

6/11 – Sbrigati!

Il tempo è una cosa dei grandi, per i bambini invece è tutto molto confuso e sovrapposto. Dire ad un piccolo di sbrigarsi lo manderà in confusione ed è fonte di frustrazione, perché ovviamente nel suo mondo le azioni si stanno svolgendo nell’unico modo possibile. Con tutta probabilità la sua lentezza è legata a funzioni esplorative del cervello che sta acquisendo informazioni necessarie per orientarsi oltre ai modelli delle cose e delle azioni.

7/11 – Non piangere!

Il pianto è uno strumento indispensabile per i bambini perché serve loro per indicare una sensazione di disagio che per qualche motivo potrebbe essersi presentata. Pretendere di obbligarli a non piangere significa interrompere il normale flusso delle cose. La via migliore è condurre il piccolo fuori dalla necessità del pianto, andando ad eliminare la fonte del disagio o semplicemente aspettando che l’emergenza passi da se.

8/11 – Aspetta quando papà/mamma torna a casa!

Mai e poi mai creare una figura antagonista in uno dei due genitori. Questo potrebbe polarizzare il riferimento in maniera irreparabile spingendo il piccolo ad evitare la figura che nella sua mente è diventa del “cattivo” e a venerare letteralmente quella del “buono”. Il manifestarsi di uno squilibrio di questo tipo porta anche il piccolo ad un comportamento duale automatico in presenza/assenza di una delle due figure, destabilizzando la sua capacità di relazionarsi con terzi e con autorità come le maestre o i dottori per esempio.

9/11 – Perché non sei come tua sorella?

Mai creare una figura di riferimento in famiglia a cui si deve tendere. La risposta immediata è quella del rifiuto, ma potrebbero esserci casi in cui il bambino cerca disperatamente di imitare i comportamenti della figura, finendo per perdere la via del suo naturale sviluppo. Nulla di peggio di un bambino che fallisce continuamente cercando di imitare qualcuno che è completamente differente.

10/11 – Smettila o te le do!

A parte che le minacce non servono a gran che con i bambini, perché sono solo in parte percepite come qualcosa di reale, dire una frase come “Smettila o te le do!” può avere conseguenze drammatiche perché si introduce il concetto di punizione dell’azione indipendente. Il bambino deve essere lasciato libero di sbagliare, ed eventualmente si può portarlo a non continuare l’azione proponendo una valida alternativa.

11/11 – Dai che lo sai fare benissimo!

I bambini non sono pigri ma neanche laboriosi. Se non riescono a compiere una qualche azione non è per una loro volontà di sabotarsi esplicitante, ma probabilmente perché un meccanismo di autodifesa li sta bloccando per qualche motivo. Se siamo sicuri che sappia compiere una data operazione, si dovrà spendere un po’ di tempo a metterlo a suo agio in modo tale che la tensione di allenti.