10 modi per consolare un bambino che piange

1/11 – Introduzione

Il bambino, in genere, non conosce molti mezzi espressivi, specialmente se neonato e incapace di comunicare a parole. Pertanto, un veicolo di comunicazione efficace è rappresentato dal pianto, con cui il bambino tenta di far comprendere i propri bisogni, attirare l’attenzione su di sé o esprimere un fisiologico e quanto mai naturale capriccio. È compito della persona adulta determinare la causa delle sue lacrime e, di conseguenza, mettere fine ad esse. Ecco qui di seguito 10 modi per consolare un bambino che piange.

2/11 – Assecondare i suoi bisogni

Partendo dalla più tenera età, ovvero quando il bambino è un neonato, la fame, la sete, il bisogno di dormire e il bisogno di essere in braccio alla madre sono le cause più frequenti del suo pianto. Per far smettere il pianto del bambino in uno di questi casi, non si deve far altro che assecondare la sua necessità.

3/11 – Fargli dei massaggi

Non è raro che il neonato pianga per un malessere fisico, soprattutto dovuto alle coliche che si manifestano nei primi mesi di vita. Il bambino in preda a queste dolorose colichette non desidera altro che dei massaggi: il contatto con le vostre mani è, per il piccolo, un toccasana ed ha una funzione completamente rilassante.

4/11 – Dargli il ciuccio

Il filosofo austriaco Sigmund Freud ci insegna che la suzione è il primo stimolo del bambino. Infatti, secondo questi studi, è proprio il piacere proveniente dalla suzione che induce il bambino ad allattare, e quindi a sopravvivere. Oltre ad essere un’alternativa al capezzolo, il ciuccio ha un effetto benevolo per il neonato in lacrime, e per intensificare il piacere molte madri immergono il ciuccio nel miele (senza esagerare).

5/11 – Farlo muovere

Sono tanti i bambini che piangono non appena vengono riposti nella culla. Questo perché i bambini amano il movimento: cullarlo, parlargli mentre lo si culla fino a che non si addormenta, certamente potrebbe essere una buona soluzione per placare il suo pianto.

6/11 – Fare la mamma canguro

Molto spesso il bambino reclama semplicemente la presenza materna: dopo 9 mesi di simbiosi tra madre e figlio, quest’ultimo difficilmente può rinunciare alla propria àncora, la madre. Allora, portarlo sempre con voi, almeno finché non diventa troppo pesante, molto spesso può essere una soluzione per far smettere il bambino di piangere: non vi resta che acquistare una fascia o un marsupio stile madre canguro. In questo modo, potrà stare con voi mentre sbrigate qualche piccola faccenda domestica e, al tempo stesso, beneficiare del movimento (anche se la vostra schiena ne risentirà sicuramente!)

7/11 – Fargli ascoltare la vostra voce o la musica

La voce della madre è paragonabile al canto dell’usignolo per il neonato. La voce materna ammalia il bambino più del canto delle sirene. Cantargli la ninna nanna, soprattutto se il bambino si agita perché vuole stare con voi, o semplicemente per un capriccetto, potrebbe essere una buona idea. O se non volete cantare, basta sintonizzare la radio su un canale di musica classica, o accendere la televisione su un programma di cartoni animati per acquietare il vostro cucciolo.

8/11 – Comprargli dei giocattoli farmaceutici adatti

Se il bambino piange a causa del classico mal di denti, inevitabile man mano che i mesi passano, non c’è molto da fare. È un processo lento e doloroso e da cui tutti siamo passati: non vi resta che comprare dei giocattolini di gomma che servono proprio a fargli sfogare il dolore per i denti.

9/11 – Coccolarlo

Le coccole, poi, si sa, fanno miracoli. Spesso e volentieri il bambino piange a calde lacrime semplicemente perché vuole attirare l’attenzione: il bambino è un piccolo Narciso che solo la madre può capire. Coccolarlo spesso è una gioia incontenibile per il bambino, che percepisce attraverso le vostre attenzioni l’amore materno.

10/11 – Parlargli come se fosse adulto

Quando il bambino cresce, anche i problemi aumentano. A 2 o 3 anni, i motivi delle sue lacrime sono legati a dei semplici capricci. In questi casi, il modo migliore per arginarli è parlargli da persone adulte. Non serve rimproverarlo duramente, o picchiarlo come fanno molti genitori. I bambini non sono più stupidi di noi adulti, per cui parlare loro può servire a farli ragionare .

11/11 – Scendere a compromessi

Mentre il bambino piange, parlargli e scendere a compromessi (ragionevoli) può farlo maturare, oltre a mettere fine alle sue lacrime. Per esempio, se il bambino piange perché non vuole mangiare le verdure, bisogna fargli capire – ad esempio- che se mangerà il piatto di verdure, il giorno dopo la mamma sarà disposta a preparargli le patatine fritte o qualunque altro cibo di cui i bambini sono ghiotti. In questo modo, il bambino capirà che nella vita bisogna guadagnarsi le cose attraverso sforzi e sacrifici.

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