NO ALLE BUGIE
“Vedrai che ti divertirai, andare a scuola ti piacerà” ripetono con entusiasmo le mamme ai bambini in procinto di iniziare il primo anno di scuola. «Non bisogna dire che sarà bellissimo» avverte Barbara Repossini, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa (repossinibarbara@yahoo.it): «Prima di tutto si tratta di una bugia, perché la verità è che non tutti i bambini amano andare a scuola, così come anche per molti adulti andare al lavoro non sempre è piacevole. Inoltre, il rischio è che si crei un senso di inadeguatezza nel bambino. Specialmente quando il piccolo in classe non si trova bene può diventare difficile confidare questa difficoltà ai genitori, tanto più se essi mostrano entusiasmo eccessivo e fiducia totale verso l'esperienza scolastica». Ecco come affrontare con pazienza e sincerità l'inizio della scuola grazie al parere dell'esperta.

CONDIVIDI LE EMOZIONI
Il modo migliore per affrontare le questioni legate alla scuola è farlo con sincerità, senza cadere preda dell'ansia, né utilizzare un atteggiamento di eccessivo entusiasmo. Incoraggiare i bambini è una risorsa in grado di aiutarli a esplorare una nuova fase della vita, tuttavia è altrettanto importante parlare e dare spazio alle difficoltà, senza tentare di negare o nascondere che i momenti di tristezza, paura o scoraggiamento esistono, sia per gli adulti, sia nei piccoli. «So che non è come andare a giocare, ma ci sono cose che ognuno di noi deve fare. La mamma va al lavoro, tu a scuola: stai diventando grande!», suggerisce l'esperta: ecco un discorso semplice e realistico che possiamo fare ai piccoli. Poter esprimere le proprie difficoltà e sapere che anche un adulto attraversa sentimenti di smarrimento, ansia e timore è confortante. Condividere (con il linguaggio e le modalità opportune!) le nostre emozioni così come le esperienze di vita, anche poco felici, aiuterà il bambino a prendere contatto con il suo mondo interiore senza sentirsi inadeguato o sbagliato.

PUNTA ALLA SINCERITÀ
Soprattutto con i più piccoli, durante la scuola materna o i primi anni della scuola primaria, può essere difficile sapere cosa accade realmente in classe. «Il dialogo è fondamentale» ricorda Barbara Repossini: «Prendiamo l'abitudine a un vero e proprio briefing quotidiano, da utilizzare come momento per chiacchierare e confrontarci sui fatti del giorno successi a scuola o al lavoro». Chiedere com'è andata la giornata è un'ottima abitudine, per grandi e piccoli. Quando siamo a tavola iniziamo a spegnere la tv e ascoltarci; ci sono tante modalità e contesti per ascoltare le notizie, al di là del pasto serale, che spesso costituisce l'unico momento in cui siamo tutti insieme, seduti, faccia a faccia.

OSSERVA IL NON VERBALE
Il fatto di chiedere che cosa succede non basta perché un bambino abbia realmente il coraggio di esprimere eventi negativi o problemi. «Difficile che i piccoli accettino spontaneamente di raccontarsi se qualcosa non va. Quando a comportarsi male è la maestra, o in generale un adulto di riferimento, un bambino si sente umiliato e prova vergogna perché tende a pensare che la colpa sia sua. Di fronte agli adulti i bambini si sentono immediatamente sbagliati» spiega l'esperta. Al di là delle parole, con cui i piccoli tendono a rassicurare l'aspettativa dei genitori in uno sterile "Tutto bene", osserva il non verbale. Smettere di mangiare, fare la pipì a letto, ma anche manifestazioni importanti di fastidio o ribellione verso la scuola possono essere la spia di un disagio da ascoltare.

SCEGLI DI AGIRE
Barbara Repossini, psicologa e psicoterapeuta, avverte: «Nei casi in cui si evidenzia un disagio è fondamentale andare a fondo, prestare attenzione ai segnali dei bambini, confrontarsi con altre mamme e chiedere riscontro non solo alle maestre, bensì a direttori e presidi dell'istituto scolastico. Spesso non si denuncia per paura delle conseguenze, ma anche perché di fronte a fatti gravi avviene un processo di negazione: l'ambiente malato viene protetto da un tacito assenso». Denunciare situazioni potenzialmente negative per il benessere dei bambini è una questione di senso civico, non solo verso il proprio figlio, bensì per tutti i bambini destinati a entrare in classe insieme o dopo di lui. Crea un passaparola con le altre mamme. Apri la tua casa agli amichetti dei bambini, sarà un modo per conoscerli e sviluppare relazioni gratificanti in grado di rendere più felice la loro crescita. Condividere la presenza con un pomeriggio a fare i compiti o la mezz'ora al parco per scatenarsi dopo la scuola è un modo per diventare grandi insieme. Per educare i piccoli all'importanza delle relazioni affettive; bambini non soli, ma più forti e coraggiosi grazie alla propria squadra di amici.

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