L'occasione: un viaggio

Ieri: abito, giacca e beauty case.
Oggi: pantaloni e borsa computer.«Prima regola: alleggerire il bagaglio per non obbligare i colleghi o, peggio, i superiori, ad aiutare nel trasporto degli effetti personali» avvisa la stilista Chiara Boni. «Il trolley è l'ideale. Anche perché, se si prende l'aereo, può essere imbarcato nella cabina, anziché spedito. Quasi d'obbligo, per conciliare i movimenti, un bel paio di pantaloni neri con le sneaker, purché raffinate e pulite. «Le gonne, specialmente se corte con gli spacchi, sono scomode» continua Chiara Boni. «Quanto al beauty case, può essere divertente come citazione vintage, se portato con ironia. Ma in un viaggio di lavoro fa troppo diva d'altri tempi. Oggi è più professionale la borsa con il computer».

Nella foto: Maggie Grace in viaggio per lavoro nel serial Lost.

L'occasione: una cena

Ieri: abito scuro.
Oggi: tubino o tailleur pantalone.«Spesso non c'è neanche il tempo di tornare a casa per cambiarsi e si passa direttamente dall'ufficio alla cena di lavoro» osserva Cristina Parodi, giornalista e scrittrice di buone maniere. E allora? «Basta sostituire la borsetta, puntando su un modello piccolo e prezioso, e le scarpe, scegliendole con un po' di tacco. Il tutto andrebbe sempre tenuto di scorta nella borsa: che per questo non è mai grande abbastanza». Se, invece, la cena è programmata? «La mattina è meglio portarsi avanti, evitando i jeans e indossando capi più trasformabili come un tubino o un tailleur pantalone scuro» continua Parodi. «Per il trucco, basta un piccolo dettaglio a fare la differenza: un tocco di rossetto sulle labbra per dare luce al sorriso e un paio di orecchini per illuminare i capelli sciolti e lineari. Le acconciature raccolte sono più adatte a una cena di gala». Da non dimenticare, infine, la buona educazione. «Spesso ho visto celebrities mangiare con i gomiti sulla tovaglia: caduta di stile che vanifica anche l'abbigliamento più giusto» osserva Cristina Parodi. E se, invece, è proprio il manager con cui si ha appuntamento a commettere l'errore di non cedere il passo alla porta del ristorante? «Io abbozzo un sorriso a malincuore» conclude Cristina Parodi.

Nella foto:Cena tra archeologi per Nicolas Cage nel film Il mistero dei Templari.

L'occasione: un meeting

Ieri: giacca e pantaloni.
Oggi: giacca, da portare con gonna o pantaloni. «Meglio la gonna perché scongiura il travestimento da donna in carriera, ormai quasi caricaturale» osserva la stilista Chiara Boni. «Per contro, i capelli devono essere raccolti, non sciolti al vento o peggio ancora cotonati. Un po' di trucco aiuta sempre, ma il rossetto rosso e le unghie laccate sono da evitare». A favore dei pantaloni, invece, Giulia Pirovano, direttore della Camera nazionale della moda. «Volendo, si possono indossare anche con una maglia, ma un blazer fa sentire più a posto, perché è il capo che ha dato il passaporto alla donna manager. Occhio agli abiti: danno un'impronta più dolce al meeting, rilassando l'interlocutore, ma se sono troppo femminili, potrebbero essere fraintesi. Quasi superfluo aggiungere che i capelli devono essere in ordine. Ultimo dettaglio: le calze devono essere pesanti o inesistenti. Quelle velate fanno troppo anni Ottanta».

Nella foto: La politica tutta d'un pezzo Claudia Gerini a un meeting in Diverso da chi?

L'occasione: la laurea

Ieri: tailleur.
Oggi: jeans, o gonna, e camicia.«Per un'occasione del genere, è perfetto uno spezzato composto anche da un paio di jeans con una bella camicia» suggerisce la modella e gallerista neolaureata Maria Sole Brivio Sforza. «Quando ho discusso la tesi, ho visto look incredibili con lustrini e coprispalle». Il giorno della laurea, insomma, sobrietà. «E che dire di una candidata che si è presentata davanti alla commissione con una miniblusa, i tacchi e le calze velate. Ridicolo!» stigmatizza Fabiana Giacomotti, giornalista e docente di Scienze della moda e del costume alla Sapienza di Roma. «D'altro canto, non è neanche il caso di mutilarsi con tailleur austeri, magari comprati per l'occasione, che comunicano una serietà innaturale». Come vestirsi, allora? «Fresche, fresche, fresche» sottolinea Fabiana Giacomotti. «Anche perché parliamo di giovanissime che hanno tra i 22 e i 24 anni». Tradotto: camicia bianca e gonna dritta. Il che non esclude un po' di tacco e un filo di trucco. «In quel giorno, comunque, le attenzioni devono essere tutte concentrate sulla discussione della tesi, più che su un top che magari rischia di scivolare» conclude Giacomotti. «È d'obbligo sedurre solo con la testa, anziché col corpo».

Nella foto: Festa di laurea per Emile Hirsch nello splendido Into the wild di Sean Penn.

L'occasione: un colloquio

Ieri: tailleur scuro.
Oggi: discrezione e, comunque, niente spacchi. «Un tailleur blu o grigio è sempre gradito» esordisce Matteo Marzotto, neosocio della griffe francese Vionnet. «Ma l'importante è presentarsi con la massima discrezione e naturalezza. No, quindi, a scollature, pance al vento, minigonne, spacchi eccessivi: occorre far risaltare le proprie capacità. Da evitare anche i gioielli vistosi e tintinnanti, come i charms. Ammessi solo una crocetta, un pendente o un braccialetto sottile». E per le scarpe? «Sì ai tacchi, purché non superino i sette centimetri» risponde Marzotto. «Quelli più alti danno un'andatura vacillante che trasmette un senso di vaghezza, tutto a sfavore della professionalità. Il primo requisito, tuttavia, è guardare dritto negli occhi l'interlocutore» incalza l'imprenditore. «Spostare lo sguardo intorno, infatti, dà l'idea di essere in difficoltà. Se si è emozionate, è meglio dirlo in modo esplicito». L'autenticità, infatti, è la virtù che premia di più. «Ogni ambiente, però, ha le sue regole di abbigliamento: meglio informarsi prima del colloquio» precisa Antonio Burrello, chief marketing officer del gruppo Zegna. «Un look stravagante non funziona in un ufficio tradizionale, mentre il classico tailleur può costituire un segno di conformismo penalizzante se ci si propone per un posto di creativa nel terziario avanzato».

Nella foto: Anne Hathaway con il boss Meryl Streep nel film Il diavolo veste Prada .

L’abito giusto per ogni occasione

 

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