Il calcio

I punti forti: garantisce un ottimo sviluppo motorio, sviluppa il senso della competizione, ma con lo spirito di squadra.
I punti deboli: va integrato (e le scuole di calcio serie lo fanno) con la ginnastica. E per evitare traumi, il bimbo deve imparare a cadere bene, praticando judo, per esempio.
È l'ideale per: i bimbi che amano correre e hanno energia da spendere. Dai 5 anni.
L'impegno: tra allenamenti e partite, tre volte alla settimana (un'ora l'una).

La ginnastica artistica

I punti forti: non per niente quella che si fa dall'asilo in poi si chiama "formativa". È come imparare l'Abc del muoversi: sviluppa coordinamento e forza.
I punti deboli: all'inizio parte come gioco di gruppo, ma negli anni si trasforma in sport individuale ed è importante che non diventi attività agonistica prima dei 7 anni. Se non è insegnata da allenatori ben preparati, la ginnastica artistica può rivelarsi dannosa: un segnale d'allarme è il mal di schiena.
È l'ideale per: tutti, dai 4 anni, ma per i bambini in sovrappeso o introversi è meglio puntare sui giochi di squadra o le arti marziali.
L'impegno: 2 ore alla settimana.

Il nuoto

I punti forti: aiuta l'apparato muscolo-scheletrico e quello respiratorio e cardiaco a crescere nel modo migliore. Si può abbinare a qualsiasi altro sport.
I punti deboli: la ripetitività dei movimenti può renderlo monotono. Se al bimbo questo sport non piace, non bisogna insistere. Meglio  proporgli la pallanuoto: imparerà a nuotare giocando con gli altri bambini.
È l'ideale per: i bimbi pazienti, disciplinati e determinati. Si può iniziare anche a 10 mesi, con i corsi per i piccolissimi.
L'impegno: 2-3 ore alla settimana.

Le arti marziali

I punti forti: dal judo al karate, tutte le arti marziali insegnano il rispetto delle regole e dell'avversario. Il judo è ideale per i più piccoli perché insegna a cadere (uno dei giochi "preferiti" dai bimbi) e il fair play (se chi è in difficoltà batte la mano per terra l'azione si ferma). L'attività, praticata a piedi nudi, sviluppa il senso del movimento e il tono muscolare.
I punti deboli: qualche piccolo trauma può capitare, soprattutto se si tirano calci e pugni.  Ecco perché per le arti più simili al pugilato, come il karate, è meglio aspettare gli 8 anni.
È l'ideale per: i timidi (il contatto fisico è continuo) ma anche per i bambini più agitati, che grazie a sport come il judo organizzano e disperdono l'energia in più. Va benissimo anche se il piccolo è in sovrappeso.
L'impegno: 2 ore alla settimana.

Il tennis

I punti forti: stimola il riflesso  visivo motorio, cioè il meccanismo che coordina la vista e l'azione di prendere la palla. Insegna l'autocontrollo: vincere una partita dipende anche dall'avere sangue freddo.
I punti deboli: sebbene si insegni a giocare usando le due mani, il tennis resta comunque uno sport un po' "unilaterale", nel senso che sviluppa di più una parte del corpo. Ecco perché è bene abbinarlo a un corso di ginnastica. Attenzione anche all'agonismo precoce, che potrebbe sottoporre spalle e ginocchia a stimoli eccessivi. Meglio aspettare i 10 anni.
È l'ideale per: tutti. Anche i bimbi in sovrappeso possono giocare perché riescono a compensare con la tecnica la scarsa agilità.
L'impegno: si inizia dai 6 anni, con mezz'ora di lezione individuale (1 ora se è di gruppo), un paio di volte la settimana.

Scegli lo sport giusto per il tuo bambino

  • 28 10 2008

Timido o espansivo. Magro o in sovrappeso. Sono tanti gli aspetti da valutare prima
di iscrivere tuo figlio a un'attività. Che può essere di squadra o individuale. Ecco
pro e contro di cinque discipline molto diffuse.

A 4 anni è meglio il nuoto o la ginnastica? Per i timidi ci vuole il judo o il basket? «L'ideale è puntare su due discipline complementari» dice il dottor Rodolfo Tavana, medico dello sport al Centro di riabilitazione Physioclinic di Milano. E che qui guida mamma e papà nella scelta dell'attività sportiva più giusta per i loro bambini.  

 

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