caduta dei capelli

Capelli: le cure anti-caduta

Bastano un periodo di stress o una dieta sbilanciata ed ecco che sulla spazzola ci ritroviamo nuvole di capelli. Non c’è da spaventarsi per la caduta dei capelli, ma da correre ai ripari sì. Con l’aiuto dello specialista e degli integratori giusti. 

Caduta dei capelli: le cause

Per Marcella tutto è iniziato dopo la nascita di suo figlio, Adele ha cominciato a stempiarsi con la menopausa, Sara, da quando ha iniziato una dieta ferrea, ogni mattina al risveglio trova i capelli sul cuscino. Tre storie diverse per un problema che, almeno una volta nella vita, tocca due donne su tre: la caduta dei capelli. E ci spaventa, eccome se ci spaventa. Al punto da farci ricorrere alle soluzioni più improbabili: qualcuna riscopre le maschere all’uovo della nonna qualcun’altra passa il tempo su internet alla ricerca di qualche lozione miracolosa.

Caduta dei capelli: consigli e terapie

«Spesso purtroppo si scatena un’ansia che porta ad affidarsi a chi non ha le giuste competenze» conferma Mariuccia Bucci, presidente dell’ISPLAD, la società che riunisce i dermatologi. «Invece è importante rivolgersi al medico. Perché dietro a ogni caso di calvizie c’è una ragione che va affrontata. Altrimenti la caduta non si arresta e quando si corre dallo specialista potrebbe essere troppo tardi per risolvere bene il problema». Ancora prima di ragionare sulle cause di una presunta calvizie però diciamoci subito che ritrovare qualche capello sulla spazzola è del tutto normale e solo quando il problema permane per almeno un mese, solo quando capita di vederne sul cuscino la mattina e sugli abiti, è il caso di fissare un appuntamento con uno specialista in dermatologia. E di farlo fiduciose perché le soluzioni ci sono.

Professoressa Bucci, esiste veramente un collegamento tra l’organismo e la perdita di capelli?

«Assolutamente sì e in una percentuale elevata di casi la colpa è degli ormoni. La situazione più tipica è la menopausa. Con la cessazione dell’attività delle ovaie si verifica una diminuzione del tasso degli estrogeni e di conseguenza un aumento degli androgeni che, in chi ha una predisposizione, causa la caduta soprattutto nella zona delle tempie e della fronte. Ci sono donne poi che si ritrovano ad affrontare il problema durante l’allattamento e qui la colpa è soprattutto della prolattina che altera il normale equilibrio degli ormoni femminili. Ma c’è anche un’altra situazione ricorrente: i disturbi alla tiroide. Se questa ghiandola funziona male, può produrre troppi ormoni tiroidei oppure pochi. E l’alterazione si ripercuote sulle cellule del capello».

Quindi per noi donne è sempre una questione di ormoni?

«Non sempre e per questo è indispensabile durante la prima visita una chiacchierata per capire se è successo qualcosa nei due-tre mesi precedenti. L’esempio più tipico è un periodo di forte stress, dovuto a un lutto, una separazione o qualche altro fatto traumatico. Perché le tensioni esagerate e prolungate provocano un aumento nell’organismo della proteina P53 che fa cadere i capelli sani, nel pieno della loro vitalità. Un’altra situazione non ormonale è una dieta rigida, cosa che noi donne facciamo per perdere peso in fretta. Ma, purtroppo, ad alcune bastano due settimane di alimentazione squilibrata per togliere ai capelli le sostanze che sono indispensabili al loro ciclo vitale».

Tinte e permanenti possono influire?

«No, è un luogo comune. Certamente sono trattamenti chimici e, se non si usano prodotti di buona qualità, si possono avere ripercussioni sullo stato del fusto del capello che può apparire opaco e spento. Anche cappelli e foulard spesso vengono ritenuti colpevoli di danni ai capelli. Non respirano, si sente dire. Al contrario, i copricapo proteggono dall’azione dei raggi solari in estate e dello smog in inverno».

caduta capelli
Nel backstage della sfilata P/E di Saint Sernin, foto Launchmetrics

Si sente parlare molto di analisi del capello: serve?

«Sì, ma è necessario rivolgersi a un centro specialistico. L’esame più importante si chiama videodermatoscopia e ci permette di valutare lo stato del cuoio capelluto e alcuni aspetti quali il diametro del capello e la densità dei follicoli. Altrettanto importante è il mineralogramma che registra il livello dei minerali contenuti nel capello. A questi ovviamente si aggiungono le analisi per confermare la diagnosi, quando c’è il sospetto che si tratti di un problema fisico. E qui è indispensabile l’esame del sangue per valutare i dosaggi ormonali e del ferro. Non dimentichiamoci che diete rigide e mestruazioni abbondanti provocano spesso l’anemia sideropenica, una delle cause di perdita dei capelli».

Esistono terapie anti-caduta?

«Intanto, e non mi stancherò mai di dirlo, è necessario curare il problema di salute. Possono poi dare una mano gli integratori, soprattutto se contengono le sostanze che contribuiscono normalmente alla salute dei capelli. Vanno bene dunque la cistina e la lisina, due aminoacidi essenziali presenti nella fibra capillare, lo zinco, il magnesio e il rame, minerali che partecipano alla costruzione della proteina del capello e della melanina, la sostanza che dà il colore alla chioma. E la acetil-cisteina, che ha un effetto antiossidante. Oltre a questi, servono il triptofano, che migliora il sonno e aiuta a regolare lo stress psicofisico, e il ferro in associazione alla vitamina C se il problema è l’anemia. Indispensabile anche un’alimentazione bilanciata e noi abbiamo a disposizione la dieta mediterranea che è in assoluto il top anche per la salute dei capelli».

Ci sono novità anche per i casi più seri che vengono affrontati con una terapia farmacologica?

«C’è molta attesa per l’arrivo di un medicinale della famiglia dei Jak-inibitori che ha un’azione mirata nei casi più gravi, soprattutto quando dagli esami non emergono altre ragioni. Oggi sappiamo infatti che la caduta dei capelli può essere di origine autoimmune. Il farmaco da assumere per via orale blocca il meccanismo che può portare anche a una calvizie totale. Gli studi indicano che per quattro pazienti su dieci la ricrescita avviene sull’80% del cuoio capelluto e ora siamo in attesa di ulteriori risultati. Cambierà sicuramente la terapia e non useremo più il cortisone, il più utilizzato nelle forme avanzate perché spegne lo stato infiammatorio causato dalla forma autoimmune».

«Un’altra cura poi, che abbiamo già a disposizione e funziona bene, è quella coi fattori di crescita. Una piccola quantità di sangue del paziente viene centrifugata, in modo da ottenere una soluzione concentrata di plasma che, iniettata nei bulbi, ne migliora la rigenerazione. Anche qui abbiamo una novità e sono i complessi di polipeptidi: mimano l’azione dei fattori di crescita e hanno il vantaggio che evitano prelievi di sangue. Però, massima attenzione. Le terapie devono essere prescritte dal medico dopo la diagnosi, e questo vale anche nel caso degli integratori» conclude Mariuccia Bucci.

Caduta dei capelli: come usare lo shampoo

Usa una quantità che va da un cucchiaio, se sono corti, a tre quando sono molto lunghi; diluisci il prodotto in poca acqua, massaggia la soluzione sul cuoio capelluto in modo da aiutare la circolazione del microcircolo e risciacqua con acqua tiepida.

Utilizza il balsamo oppure una lozione: rendono i capelli più docili e pettinabili. Ed evitano quindi il rischio di sfibrare la capigliatura nel tentativo di sciogliere i nodi. 

Tampona bene e asciuga con aria tiepida se utilizzi il phon. Tienilo a una distanza di circa 40 centimetri dalla testa, così non rischi di “stressare” i capelli.

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Nel backstage della sfilata primavera/estate di Sergio Hudson, foto Launchmetrics

Applica una volta alla settimana una maschera ad hoc ricca di vitamine e sali minerali o un olio specifico, soprattutto se hai i capelli tinti o con permanente.

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