Perché il fallimento può diventare spunto di innovazione

Perché sul lavoro il fallimento può diventare uno spunto per l’innovazione?

I fallimenti non sono sconfitte. Fanno parte del percorso. E addirittura possono rivelarsi preziosi spunti per l'innovazione.

Siamo abituate a considerare il fallimento come una grave sconfitta. Anziché accettarlo come parte del percorso, tendiamo a viverlo in modo negativo. Ci fa sentire spesso incapaci, inutili, incompetenti. Ma tutti falliscono. Tant’è che alcune delle aziende più innovative hanno iniziato a celebrare i fallimenti del personale con veri e propri rituali. Un modo per incoraggiarli a vivere le sconfitte come opportunità di crescita e di innovazione. D’altronde sbagliare ci stimola a trovare nuove strade, a migliorare, a cambiare prospettiva. E tutto ciò non può che farci bene anche a livello professionale. Ecco allora perché sul lavoro il fallimento può diventare uno spunto per l’innovazione.

Perché ci mette alla prova incoraggiandoci a trovare nuove strade

Fallire ci costringe a metterci alla prova e ci stimola a reinventarci. Se una strada si rivela sbagliata, dovremo trovarne un’altra che funzioni meglio. In tal senso il fallimento diventa un’opportunità di crescita, di cambiamento, di sperimentazione. Che può incoraggiarci a riflettere, a imparare dagli errori, a ideare ed esplorare nuove soluzioni. Senza contare che in alcuni casi basta riadattare un’idea o un progetto per vederlo decollare, rendendolo più appetibile per i tempi che corrono o per il tipo di clientela a cui è rivolto. Non sempre tutto è da buttare, anzi.

Perché ci aiuta a imparare dagli errori

Il fallimento capita a tutti. Persino ai migliori, che a differenza di quello che crediamo non sono invincibili. Fa parte del percorso lavorativo e della vita stessa. Il problema non è fallire, semmai il modo in cui affrontiamo la sconfitta. Tant’è che molte aziende di successo celebrano i fallimenti proprio per ispirare l’innovazione. Paypal, per esempio, documenta i fallimenti per incoraggiare i dipendenti ad accettarli e a prendere spunto da essi, imparando dagli errori. Perché ciò che non è funzionato nel passato, potrebbe funzionare nel presente. Dando ai fallimenti il giusto valore, addirittura celebrandoli con un rituale, i dipendenti imparano ad ispirarsi al passato per costruire cose migliori nel futuro. Anche l’azienda MITRE è dello stesso parere. I membri del team di innovazione celebrano i fallimenti mangiando una fetta di torta. E mentre la gustano, riflettono su ciò che è stato. Un vero e proprio rituale incoraggiato dall’azienda. D’altronde ogni viaggio comporta delle sfide, dei rischi, delle sconfitte, continuare a negarlo alimentando la cultura della perfezione non fa bene a nessuno.

Perché accettare i fallimenti ci fa migliorare

Se viviamo i fallimenti come una grave sconfitta, anche sul piano personale, inevitabilmente ci sentiremo giù di morale. Tristi, incompetenti, incapaci. Ma se la prospettiva cambia, i fallimenti possono diventare grandi opportunità. Affinché questo accada, è indispensabile guardarli da nuovi punti di vista, imparare ad affrontare la delusione e soprattutto accettarli come parte del percorso. Ecco perché alcune delle aziende più innovative e all’avanguardia li celebrano con veri e propri rituali. Le sconfitte sono inevitabili e lo è altrettanto sentirsi abbattuti quando qualcosa non funziona. Non bisogna negare le emozioni spiacevoli che ne derivano, accoglierle è importante, tuttavia la sconfitta può rivelarsi molto più preziosa di quanto sembri a prima occhiata. Può stimolarci a imparare dagli errori, a osservare i problemi da nuove prospettive, in definitiva a migliorare.

Perché correre rischi (e fallire) è stimolante

Lanciare progetti innovativi, cambiare e sperimentare nuove idee comporta inevitabilmente un maggior rischio di fallimento. Ma spingersi nell’ignoto è stimolante, nella vita come nel lavoro. Certo, ci si può accontentare del tran tran senza mai andare oltre, ma correndo meno rischi sarà difficile portare dell’innovazione. Le aziende più all’avanguardia provano, sperimentano, tentano di percorrere strade poco battute. E ovviamente i rischi del percorso sono più elevati, ma altrettanto stimolanti sono le opportunità. Il viaggio dell’innovatore in ambito lavorativo non è affatto semplice, e non è detto che si concluda con il successo come accade per gli eroi. Anzi, nella maggior parte dei casi, fallisce più e più volte. Ecco perché le aziende cercano di normalizzare il fallimento e, come abbiamo visto, di celebrarlo con rituali ad hoc. Condividendo le storie sulle proprie esperienze, le persone si sentono psicologicamente motivate ad accettare le eventuali sconfitte. E a osservarle in modo molto diverso.

Perché stimola la flessibilità mentale

Essere flessibili a livello mentale è davvero utile nel lavoro. Le nostre idee, e il nostro modo di vedere le cose, sono spesso condizionati dal contesto e da altri fattori di cui non sempre siamo consapevoli. Imparare a modificarle, se necessario, è importante. Anche per non rischiare di irrigidirsi troppo, chiudendo le porte al cambiamento. D’altra parte però è altrettanto fondamentale non mollare troppo presto. Alcune idee e progetti richiedono più tempo di altri, e talvolta anche una buona dose di coraggio e intraprendenza. Abbandonarle solo perché non funzionano subito può essere un fatale errore. Sì quindi alla flessibilità, ma occhio a non demordere troppo facilmente e rapidamente. Occorre il giusto mix. E anche un bel po’ di consapevolezza.

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