One, U2

Correva l’anno 1992 quando uscì One degli U2, singolo dal successo planetario, diventato poi inno nazionale di tutti gli struggimenti amorosi.

Un Bono Vox al culmine della disperazione domandava insistentemente alla sua ormai ex donna se fosse tornata per chiedere perdono, o per "riportare in vita ciò che è morto", salvo poi rinfacciarle che "mi hai chiesto di avvicinarmi, ma poi mi hai fatto strisciare, e io non posso continuare a sopportare il modo in cui ti comporti, se l’unico modo che conosci è ferire".

All’inizio erano in due, ma alla fine – a quanto pare – rimase lui da solo.

Le venti canzoni d’amore più belle degli anni ’90

Gli anni ’90 sono stati una vera e propria fucina di canzoni d’amore strappalacrime: le ricordi tutte?

My All, Mariah Carey

Impossibile non includere uno degli inni al perduto amore scritti e cantati da Mariah Carey, e – tra tutti – My All è sicuramente il più devastante.

La bella Mariah sa che “ho sbagliato ad amarti, ma d’altro canto il mio cuore non ne vuole sapere di darmi ragione, perché sono annegata in te e non ne uscirò senza te al mio fianco”, ma il lui in questione non ne vuole sapere, anche se lei darebbe «tutto quello che ho per avere ancora solo una notte con te”.

Purtroppo, stando alle canzoni successive, il suo karma aspetta tuttora la rivincita.

Un-break My Heart, Toni Braxton

Ci si ricorda di Un-break My Heart principalmente per il suo video, dove la disperazione di Toni Braxton in seguito alla morte dell’amato in un incidente stradale era seguita da una serie di flashback dei loro momenti più hot sotto la doccia, da lei rimembrati aggirandosi nell’immensa villa hollywoodiana ora triste e vuota.

“Torna indietro e ridammi il mio sorriso, torna e porta via queste lacrime: ho bisogno delle tue braccia attorno a me adesso che le notti sono così crudeli”: inutile aggiungere che l’ex (quello reale e non deceduto del video) non si guardò più indietro e rimase sordo davanti all’invocazione “non spezzarmi il cuore, senza di te non posso andare avanti”.

Nothing Compares To You, Sinead O'Connor

Per dare a Cesare quel che è di Cesare: Nothing Compares To You fu in realtà composta a metà anni ’80 da Prince, il merito di Sinead O’Connor fu quello di interpretare una cover del brano, facendolo entrare di diritto nella classifica delle 500 migliori canzoni di sempre, stilata da Rolling Stone.

La sofferenza qui è incalcolabile: “sono passati sette ore e quindici giorni da quando mi hai tolto il tuo amore, esco ogni notte e dormo tutto il giorno (…) da quando te ne sei andato io posso fare quello che voglio, posso vedere chiunque io voglia, posso mangiare la mia cena in un ristorante di lusso, ma niente, ho detto niente può togliermi queste tristezze“.

Cara Sinead, siamo tutte con te.

(Everything I Do) I Do It For You, Bryan Adams

Colonna sonora del film Robin Hood con Kevin Costner, (Everything I Do) I Do It For You di Bryan Adams è una chiara dichiarazione d’amore in cui il cantautore canadese apre completamente il suo cuore alla fortunata compagna, rassicurandola che “non c’è amore come il tuo amore, e nessun altro può dare più amore”, perché, d’altronde, se un uomo ti dice che “combatterò per te, mentirò per te, camminerò sul filo… sì morirò per te”, beh, allora di certo fa sul serio.

Don’t Cry, Guns N’ Roses

Anche i duri (a volte) piangono, e supplicano tristi (ex) fidanzate di non fare altrettanto: in Don’t Cry dei Guns N’ Roses, infatti, Axl Rose mette subito le mani avanti, “per favore ricorda che non ho mai mentito, e per favore ricorda come mi sono sentito dentro”, e tranquillizza l’inconsolabile ragazza con la tipica frase “ti sentirai meglio domani, arriva la luce del mattino adesso baby”, come se il sole fosse un efficace antidoto anti-lacrime.

Ma sappiamo tutte che non è esattamente così che funziona.

I Will Always Love You, Whitney Houston

Il 1992 è l’anno del film La Guardia del corpo, che segna l’esordio cinematografico di Whitney Houston al fianco di Kevin Costner (sì, ancora lui!).

La cantante – nonché protagonista – della pellicola ottiene un successo incredibile in tutto il mondo grazie alla cover del brano di Dolly Parton, I Will Always Love You: “se dovessi rimanere, finirei solo per intralciare la tua via, quindi me ne andrò, ma so che penserò a te ad ogni passo della mia strada”.

Troppo buona, forse? E pensare che sul finale rincara pure la dose, “spero che tu abbia tutto ciò che sognavi, ti auguro gioia e felicità, ma soprattutto di amare”: non si era mai sentita tanta magnanimità.

Stay Another Day, East 17

A cavallo tra 1994 e 1995, gli East 17, boy band nemica giurata dei Take That, sfornò uno dei singoli che radio e tv musicali suonarono ininterrottamente per mesi, Stay Another Day.

I quattro componenti del gruppo si appellavano a tutto il romanticismo possibile affinché la donna dei loro sogni rimanesse un altro giorno soltanto, ma lei pareva avere già la mente altrove: “tocco il tuo viso mentre stai dormendo e tengo stretta la tua mano, non riesco a capire cosa sta succedendo, i bei momenti che abbiamo trascorso torneranno a tormentarmi, eppure tutto ciò che faccio per te, ti sembra sbagliato”.

Proprio vero che a volte condividere la sofferenza in una ballata corale può aiutare a lenire il dolore.

La Solitudine, Laura Pausini

Un anno prima, direttamente da Solarolo, Laura Pausini calcava il palco di Sanremo con La Solitudine e lo infiammava: da quel momento inizia una carriera che supererà anche i confini italiani, e quel “Marco se ne è andato e non ritorna più» diventa il simbolo di un amore adolescenziale separato da “distanze enormi” che “sembrano dividerci, ma il cuore batte forte dentro me”.

Always, Bon Jovi

Ballata con la B maiuscola, nel 1994 Always dei Bon Jovi entra al primo posto – dove rimane per mesi – nelle classifiche di tutto il mondo, diventando la hit romantica per eccellenza.

Mix impeccabile di sound, testo e video dove tradimento, gelosia e tormento amoroso toccano il culmine: “sta piovendo da quando mi hai lasciato, ora sto affogando nel diluvio… lo vedi, io sono sempre stato un combattente, ma senza te ci rinuncio”.

Jon Bon Jovi però non ha la coscienza pulita, e ora deve necessariamente fare i conti con le proprie malefatte: “quando dici le tue preghiere, cerca di capire: ho fatto degli sbagli, sono solo un uomo; quando lui ti tiene vicina e ti tira a sé, quando lui dice le parole che tu hai bisogno di sentire, vorrei essere lui, vorrei che quelle parole fossero le mie”.

Troppo tardi, purtroppo.

Come Mai, 883

Sempre nel 1994, gli 883 conquistano il cuore – e le classifiche – degli italiani grazie a Come Mai.

Gli ingredienti non cambiano, lui – uno che “nessuna storia inutile, uccidersi d’amore, ma per chi?” – soffre d’amore per lei, e ogni sera si strugge sperando in un segno, che però non pare arrivare: “come mai, chi sarai, per fare questo a me: notti intere ad aspettarti, ad aspettare te… dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui, qui seduto in una stanza pregando per un sì”.

I fan ancora si chiedono come sia andata a finire.

You'll See, Madonna

A metà degli anni ’90, nel bel mezzo dell’invasione della musica dance, Madonna irrompe con la lenta e delicata You’ll See.

Miss Ciccone, a differenza di tante altre, si conferma essere una donna con le idee molto chiare, che – nonostante sia distrutta dalla fine dell’amore – decide di non arrendersi e di andare avanti da sola: “tu pensi che io non sarò più in grado di ridere, vedrai; tu pensi di aver distrutto la mia fiducia nell’amore, vedrai; tu pensi che dopo tutto ciò che mi hai fatto, io non troverò mai più la strada di casa, vedrai … per conto mio, non ho bisogno di nessuno; lo so, sopravvivrò; lo so, resterò viva; non ho bisogno di nessuno stavolta”.

Serenata Rap, Jovanotti

In questa valle di lacrime, nel 1994 Jovanotti cambia radicalmente i cardini della classica canzone d’amore con Serenata Rap, divenuta subito l’inno dei cuori carichi di speranza.

Il timido Lorenzo affida i suoi sentimenti a una “serenata rap, per dirti che di te mi piace come mi guardi mi piace come sei con me, mi piace quel tuo naso che s’intona con il mondo, mi piace il tuo sedere così rotondo da rendere satellite ogni essere vivente, mi piaci perché sei intelligente, si vede dalle tue mani, come le muovi, mi provochi pensieri e sentimenti sempre nuovi”.

È proprio il caso di dirlo, un raggio di sole è arrivato a squarciare le nubi che si erano addensate sul romanticismo.

How Deep Is Your Love, Take That

Nel 1996 i Take That cantano la loro versione di How Deep Is Your Love dei Bee Gees, e in pochissimo tempo esplode la teen mania: i ragazzi inglesi conquistano le hit parade di tutto il mondo – italiana compresa – e insieme lo scettro di boy band più famosa mai esistita.

L’interrogativo che si pongono è molto semplice: “quanto è profondo il tuo amore? Ho davvero bisogno di saperlo, dato che viviamo in un mondo di folli, che ci buttano a terra mentre dovrebbero lasciarci stare, perché noi apparteniamo l’uno all’altra”.

Passano gli anni, ma alcune domande rimangono sempre le stesse.

2 become 1, Spice Girls

Per par condicio, dopo una boy band tocca all’equivalente femminile: nel 1997 il ciclone Spice Girls investe anche l’Italia, e in seguito a una serie di hit che ruotavano intorno al tema del girl power – a loro molto caro – è il turno della tenera e romantica 2 Become 1.

Le ragazze raccontano che “abbiamo fatto stupidi giochetti, abbiamo detto entrambi parole vuote, ma possiamo raggiungere ogni obiettivo se ci proviamo”, perché alla fine tutto ciò che desiderano è fare l’amore con il fortunato in questione, “in questa notte in cui due diventano uno“.

I Don't Want To Miss A Thing, Aerosmith

Gli anni ’90 volgono al termine e il film Armageddon spopola nei box office di tutto il mondo, complice un cast stellare e la sua colonna sonora, dove I Don’t Want To Miss A Thing degli Aerosmith diventa una vera e propria hit in cima alle classifiche di tutto il mondo per tantissimi mesi.

Steven Tyler non fa sconti a nessun romantico che si rispetti, perché quando è steso accanto all’amata “sento il battere del tuo cuore e mi chiedo cosa tu stia sognando, mi chiedo se è me che vedi… poi ti bacio gli occhi a ringrazio Dio che siamo insieme, voglio stare con te in quest’attimo per sempre”.

Il ritornello ha imbrattato milioni di diari, e non potrebbe essere da meno: “non voglio chiudere gli occhi, non mi voglio addormentare perché mi mancheresti, baby, e non mi voglio perdere niente, perché persino quando ti sogno, iI sogno più bello non sarebbe abbastanza”.

My Heart Will Go On, Celine Dion

Altro successo al botteghino che corrisponde a un trionfo discografico: l’uscita di Titanic e la presenza di My Heart Will Go On cantata da Celine Dion nella colonna sonora sanciscono il momento d’oro dell’amore disperato.

I fiumi di lacrime versati dal pubblico nelle sale cinematografiche avrebbero da soli fatto affondare il transatlantico, sulle note struggenti di “sei qui, non c’è niente che io tema, e so che il mio cuore andrà avanti…resteremo per sempre così, sei al sicuro nel mio cuore, e il mio cuore andrà sempre avanti“.

Truly Madly Deeply, Savage Garden

Un caso un po’ anomalo, quello dei Savage Garden, che dopo aver spopolato col singolo Truly Madly Deeply sono praticamente caduti nel dimenticatoio.

Quello che invece viene ancora oggi ricordato è l’intro della canzone: “sarò il tuo sogno, sarò il tuo desidero, sarò la tua fantasia, sarò la tua speranza, sarò il tuo amore, sarò tutto ciò di cui hai bisogno. Ti amerò di più ad ogni respiro, e lo farò sinceramente pazzamente e profondamente”, insieme alla sua – forse un filo apocalittica – conclusione: “vorrei stare con te su una montagna, vorrei fare il bagno con te nel mare, vorrei stare così per sempre, finché non mi cadrà addosso il cielo”.

More Than Words, Extreme

More Than Words degli Extreme: altro esempio che anche i metallari hanno un cuore, in questa dolce ballata Gary Cherone e Nuno Bettencourt supplicano per qualcosa di più che un semplice “ti amo”, perché i fatti – si sa – contano molto più delle parole: “come sarebbe facile mostrarmi cosa provi, più delle parole è quel che devi fare per renderlo reale, così non dovrai dirmi che mi ami, perché lo saprei già”.

Il singolo era contenuto nell’album Pornograffiti, scelta abbastanza illuminante in merito alle ricompense non-verbali dell’amore.

I'll Stand By You, The Pretenders

Chrissie Hynde dei Pretenders – a differenza di tante altre donne – anziché cantare di sentimenti un po’ abusati, quali la gioia o la sofferenza amorosa, nella bellissima I’ll Stand By You compie uno step ulteriore, parlando da adulta al suo compagno, e rassicurandolo che – per quanto le cose potranno mettersi male – lei per lui ci sarà sempre.

Il verso “nulla di tutto ciò che puoi confessarmi farà sì che io ti ami di meno” cattura perfettamente il significato del vero amore, molto più di mille promesse, anelli e abiti bianchi, così come l’invocazione finale “non voglio che nessuno ti ferisca, voglio stare con te. Portami con te nella tua ora di oscurità, io non ti abbandonerò mai”.

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