La sindrome dell’autoscatto

E' la mania del momento: raccontare se stessi scattandosi fotografie da soli. Ma non si tratta solo di innocenti primi piani: dilaga anche il trend degli autoscatti sexy e una rivista inglese sfrutta il fenomeno
A cura di Anastasia Meloni

 

E’ indiscutibile: stiamo vivendo gli anni dell’autoreferenzialità estrema, grazie soprattutto a Internet, ai social network e alle identità virtuali che ognuno di conseguenza si crea. In principio furono i forum e le chat, dove ci si nascondeva dietro un nick fantasioso o un avatar. Poi sono arrivati i blog personali, dove milioni di persone, oltra a discutere di svariati argomenti, raccontano molte cose della loro vita, a volte anche privata.

 

Poi si è andati sempre più nello specifico con My space e infine con Facebook: l’apoteosi del narcisismo virtuale e del mettere in piazza gli affari propri. Facebook rappresenta senza dubbio la manifestazione estrema di questa tendenza per il fatto che vi si compare col proprio nome e cognome autentico, e non ci si nasconde più dietro un avatar, ma ci sono le nostre vere foto.

Foto profilo di facebook, cosa vedi tu e cosa vedono gli altri

 

Tutto questo “mettere in piazza” se stessi trova la sua espressione massima nel gesto dell’autoscatto. Si tratta di quelle foto che ci si scatta da soli, magari con l’aiuto di uno specchio o dell’apposita opzione di autoscatto che qualsiasi fotocamera digitale ormai possiede. L’autoscatto è la forma estrema di autogestione della propria immagine: si provano pose ed espressioni all’infinito, si prendono solo gli scatti in cui veniamo proprio come vogliamo, con i vestiti e le espressioni che vogliamo mostrare agli altri per costruire una particolare immagine di noi agli occhi del mondo. E’ così che i profili Facebook di chiunque si sono ormai riempiti di facce assorte, buffe, o finto-introspettive. E’ come dire:”adesso mi racconto, e lo faccio con un’immagine creata da me”.

Si tratta di un fenomeno che qualcuno può vedere come morboso, o legato unicamente al narcisismo, ma che può avere addirittura interessantissimi risvolti sociologici, perchè non è altro che una modalità per “parlare di sè”. La “sindrome dell’autoscatto” sta poi avendo numerose derive di vario genere. Come ad esempio può essere l’autoscatto fashion: quello che si fa per condividere e mostrare algi altri le mise più cool, gli ultimi acquisti e gli abbinamenti più azzeccati. Andate a dare un’occhiata nella community di Girlpower per farvene un’idea!

5 status insopportabili su facebook

 

Un’altra faccia di questa medaglia è un fenomeno in preoccupante espansione: l’autoscatto sexy. Come dire: il vero e proprio apice dell’esibizionismo. Sono sempre di più le ragazze che si fotografano in pose sexy e mettono online i loro scatti. Una mania riservata alle più disinibite ed esibizioniste, o che segretamente attrae anche persone apparentemente “normali” e le cosidette “brave ragazze”? La cosa certa è che queste immagini circolano ad altissima velocità sul web e creano un traffico non indifferente, complice il voyeurismo che ognuno di noi cova dentro di sè.

La prova di quanto questo fenomeno sia dilagante  ce là da il magazine inglese Coed. La rivista ha lanciato un’iniziativa servendosi appunto del social network del momento: Facebook. E’ stato infatti creato un gruppo Facebook iscrivendosi al quale qualsiasi ragazza può postare i suoi autoscatti sexy. E tutti questi scatti finiscono poi nella rivista. Inutile dire che l’iniziativa ha avuto un successo previdibile. Tantissime ragazze hanno postato le loro foto dando vita ad una vera e propria rubrica “soft-porno”. Si tratta per lo più di ragazze normalissime, anche molto giovani, in pose non volgari, ma ammiccanti e sensuali. Una vera fiera del narcisismo spinto ma non troppo.

E voi che ne pensate? Anche voi siete affetti dalla “sindrome dell’autoscatto”? E cosa ne pensate degli scatti sexy su Coed? Commentate numerosi!

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