Il processo

Il processo

Lui ci ha lasciate. Magari anche in malo modo. Forse siamo state pure tradite, ma – purtroppo – non è questo il punto. Ogni tentativo di indurre un profondo e doloroso senso di colpa nell’animo del nostro ex è destinato a fallire, e sapete perché? Perché se siamo state mollate la verità, ahimé, è che non ci amava abbastanza, e ha preferito proseguire la sua vita senza di noi. Decisione più o meno opinabile a seconda dei punti di vista, che però non ci autorizza a prendere posto al banco dell’accusa e incominciare a far partire chiamate ed sms che richiederebbero l’intervento di un’esorcista. L’unico risultato ottenibile è che il lui in questione avrà un rigonfiamento del proprio ego per le sue gesta eroiche, e – in quanto a noi – appena ritroveremo la lucidità e la ragione, vorremo cancellare non solo la cronologia delle chat, ma anche il momento in cui abbiamo ceduto al richiamo del risentimento. Tutto sommato si tratta di una cosa evitabile, no?

Cosa fare e non fare quando una storia d’amore finisce

La fine di una storia d’amore è equiparabile a un lutto interiore, ma la buona notizia è che si può guarire

Coltivare il proprio giardino interiore

Coltivare il proprio giardino interiore

Parlare e sfogarsi fa bene, nessuno al mondo consiglierebbe di tenerci dentro la rabbia, la tristezza e tutte quelle emozioni negative associate con la fine di una storia. Ma a anche a questo c’è un limite, perché una volta in cui abbiamo fatto il diavolo a quattro, sbraitato improperi davanti ad amiche e conoscenti, messo al corrente mezzo mondo circa le nostre sventure sentimentali e pianto l’equivalente di lacrime del Piave, dobbiamo essere in grado di metterci l’animo in pace e voltare pagina. Continuare in eterno a discutere con chicchessia delle varie motivazioni che hanno portato alla nostra disfatta amorosa e insultare l’ex fidanzato di turno non solo è noioso per chi ci ascolta, ma è deleterio anche per noi. Le parole sono il concime perfetto per il nostro personale giardino della sconfitta, e non fanno che alimentare il ricordo di una situazione che non esiste più, e dalla quale dobbiamo congedarci il prima possibile.

Le finte coincidenze

Le finte coincidenze

Le vette del masochismo più estremo si toccano quando decidiamo consapevolmente di andare in un locale, a un evento o a una festa solo perché abbiamo la certezza matematica che il nostro ex sarà lì, e inventiamo piccole bugie per convincere l’amica di turno ad accompagnarci. Non stiamo affatto dicendo che lo scopo della nostra vita dovrà essere quello di evitare ogni possibile incontro, ma, quando la rottura è ancora fresca, andare a ficcarsi nella bocca del leone armate di finto stoicismo è davvero stupido. Oltre che del tutto inutile.

Creare le tifoserie

Creare le tifoserie

È normale che – quando una storia finisce – gli amici comuni si dividano in fazioni precise, a seconda delle parti che decidono di prendere: si tratta di un comportamento vecchio almeno quanto il mondo (le ripercussioni dei divorzi di Enrico VIII non erano molto diverse, a ben pensarci), contro il quale possiamo fare poco. Aizzare coloro che ci hanno voltato le spalle schierandosi con il nostro ex è il classico sforzo che non vale la candela, perché se da un lato non servirà certo ad alleviare la sofferenza, dall’altro contribuirà ad alimentare quell’immagine di donna sola, triste e rancorosa che ci perseguiterà oltre il dovuto. Facciamo affidamento su noi stesse e su quelle persone che ci sono sempre state accanto non dimostrandosi bandiere che seguono il corso del vento, apprezzando anche la loro capacità di rendersi impopolari e il coraggio di farci notare anche gli errori commessi nella nostra relazione, per permetterci di non ripeterli più in futuro.

Fondare il culto del dolore

Fondare il culto del dolore

Sguazzare nella sofferenza – a volte – diventa un piacere sottilmente masochistico che in un modo un po’ perverso ci esime dal partecipare in maniera attiva alla nostra vita e a quella delle persone che ci circondano. Il dolore si trasforma allora una vera e propria auto-giustificazione, che ci fa sprofondare nella più totale passività e non ci permette di stabilire la benché minima empatia con le gioie altrui: da adepte della religione del muso lungo e delle lacrime, ne diventiamo quasi assuefatte e finiamo per chiuderci in un bozzolo di negatività, senza riuscire a vedere una via d’uscita. Stabiliamo un patto con noi stesse e definiamo un tempo massimo in cui rimanere invischiate nella nostra spirale di pessimismo cosmico, dopodiché usciamo, dedichiamoci a una giornata di shopping compulsivo e consolatorio, e buttiamo l’amato/odiato cilicio.

Fare amicizia con la solitudine

Fare amicizia con la solitudine

Sembra una contraddizione, ma non è così: circondarsi indiscriminatamente di tante persone non appena una storia d’amore finisce, rischia di sortire l’effetto esattamente opposto che desideriamo, facendoci sentire più sole di prima. Uscire sempre, non avere un attimo per pensare all’accaduto e a come questo ci ha cambiate, cercare la compagnia di qualcuno in modo spasmodico ci indebolisce soltanto, poiché ci convinciamo di aver bisogno degli altri per ritornare a camminare sulle nostre gambe, quando è vero il contrario. Sforziamoci di ritagliare del tempo per eliminare i rumori di fondo, per ascoltarci e iniziare a prendere confidenza con la nuova “io” che abbiamo davanti, una donna diversa da prima, con esigenze, desideri e sogni da rincorrere con un rinnovato slancio.

Riscoprire le passioni

Riscoprire le passioni

Quante volte in una storia d’amore ci siamo trovate costrette dalle circostanze, da un partner esigente o dall’organizzazione di mille impegni, a dover rinunciare alle nostre passioni? Bene, è arrivato il momento di riprenderle in mano, dalla prima all’ultima, e di dedicarci soltanto a ciò che ci rende felici e serene, dal corso di ikebana giapponese, alla boxe thailandese fino all’arrampicata indoor, passando per la pesca d’altura. Vedere la fine della nostra storia d’amore come l’occasione per riappropriarsi degli interessi che avevamo momentaneamente accantonato può anche essere un modo intelligente per sublimare la rottura e per farci riconsiderare tutti i compromessi a cui eravamo giunte, nell’ottica di affrontare le novità sentimentali con uno spirito un po’ più egoista e consapevole.

Chiuso per ferie

Chiuso per ferie

Quale momento migliore per fare piazza pulita del passato, staccare con il solito tran tran quotidiano e prendersi una vacanza? Scegliamo la destinazione dove da tempo desideravamo andare, coinvolgiamo la nostra migliore amica o consideriamo anche l’ipotesi di viaggiare in solitaria, studiamo un bagaglio leggere e partiamo senza rimpianti. Osservare la nostra vita e la nostra relazione passata prendendone le distanze – non solo a livello metaforico ma anche fisico – non potrà che aiutarci a salpare verso un nuovo inizio, cariche di fiducia nei confronti di ciò che il destino ci riserva.

Riproduzione riservata