L’ansia e la paura della separazione

  • 01 08 2011

Quante volte ci capita di dover lasciare, per le ragioni più disparate, i nostri bambini, soltanto per qualche ora, per un giorno intero o addirittura per qualche settimana? Basti pensare alle prime volte in cui avete lasciato il vostro bambino al nido, oppure siete dovute partire per una trasferta di lavoro, o ancora, in occasione delle vacanze dei bambini, li avete lasciati in compagnia dei nonni al mare o in montagna. O semplicemente li avete lasciati qualche ora in compagnia della baby- sitter.

Chi di voi non ha mai provato, nel farlo, quella sensazione di vago malessere, di incertezza, di dubbio, alle volte, addirittura di senso di colpa strisciante e non si è domandata se esiste un modo, che sia il migliore possibile, per lasciare i bambini, fosse anche solo per qualche ora?

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Nicoletta Gavirati, psicologa dell’età evolutiva e psicoterapeuta.

La dottoressa Gavirati ci ha precisato che per capire quel che accade nel bambino – e quel che accade dentro di noi quando ci separiamo dal nostro bambino – anche per poche ore, è necessario aver presente che esiste il senso di abbandono come esiste l’angoscia dell’abbandono. Tutti noi lo abbiamo provato. Mentre cento anni fa, forse anche meno, si pensava che ai bambini, per crescere, servisse soltanto essere nutriti e riscaldati, tutte le ricerche più moderne evidenziano che quel che garantisce il benessere psicofisico, è “la relazione”.

Il neonato nasce già “attrezzato” alla relazione con quella che sarà la sua figura di riferimento, normalmente la mamma. Il legame con la figura di riferimento è un legame fondamentale per la sopravvivenza e più il legame è “sano”,  più il bambino cresce bene.

Insomma, il bambino non cresce solo con la pasta e con l’ “amore” in senso lato, ma un legame forte e sano, diciamo pure “buono”, con la figura di riferimento è fondamentale per la sua crescita.

Ciò detto, cosa accade quando ci separiamo dal nostro bambino ? Subentra, “fisiologicamente”, naturalmente, quasi come un meccanismo automatico, la paura dell’abbandono. Quando il neonato urla e strepita, il primo istinto è pensare che abbia fame, spesso invece è solo bisogno di avere un contatto fisico. L’angoscia di separazione nel bambino è un segnale che lo attiva?, fa parte della sua vita.  Nel corso dello sviluppo del bambino, questa “angoscia” cambia. Ci sono fasi in cui è più forte e fasi in cui invece è più attenuata. Intorno ai sette, otto mesi, ad esempio il bambino comincia ad acquistare un senso di sé, separato dalla mamma. E l’angoscia può essere molto forte.

Continua fino ai due, tre anni. Dopo i tre anni, se la relazione di attaccamento è stata buona, il bambino sarà tranquillo.

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