Tisane e integratori alimentari: un aiuto dalla natura

  • 30 04 2012

Tisane e integratori alimentari: un valido aiuto per favorire le funzioni naturali dell’organismo

Tisane e integratori alimentari, in gravidanza e nel corso dell’allattamento? Sono un valido aiuto per favorire le funzioni naturali dell’organismo, ma non sono una medicina. E’ la recente raccomandazione del Ministero della Salute – Commissione unica per la dietetica e la nutrizione.

Camomilla, semi di finocchio, in genere le tisane di origine vegetale e gli integratori alimentari, comunemente presentati come “naturali”, riscuotono un grande interesse e, tra i principali consumatori, vi sono i bambini nella prima infanzia e le donne, in gravidanza o durante l’allattamento.

Attenzione  però, raccomanda il Ministero della Salute, anche i prodotti c.d. “naturali” richiedono un uso attento e circostanziato: prima di utilizzarli è sempre bene leggere quanto riportato nelle etichette e sentire il parere del proprio medico. La derivazione naturale dei prodotti non è da sola una garanzia di sicurezza “e bisogna leggere attentamente quanto indicato in etichetta, dove possono essere riportate anche specifiche avvertenze in presenza di particolari estratti vegetali”.

Si crede, in genere, che vegetale e origine naturale siano sinonimo di “innocuo”,  ma non è così.

Viene spesso dimenticato, infatti, che i prodotti di origine naturale e vegetale sono comunque in grado di produrre effetti nel nostro organismo: si pensi ad esempio alla camomilla  dotata di proprietà calmanti ed antinfiammatorie.

Vi è di più: alcune tisane e integratori naturali, “se associati ad altri prodotti o farmaci possono

innescare nell’organismo una serie di reazioni e interazioni metaboliche passibili anche di sfociare in effetti inattesi e indesiderati”.  Questo accade in particolare nei soggetti più “vulnerabili”: come i bambini e le donne in gravidanza o durante l’allattamento.

Insomma, l’uso di integratori alimentari di origine vegetale e di tisane di origine vegetale, nella prima infanzia e nel corso della gravidanza, dovrebbe avvenire dopo aver consultato il pediatra o il proprio medico, “per valutare se a livello individuale ricorrano o meno le indicazioni per un uso entro adeguati margini di sicurezza che possa offrire plausibili benefici”.

Riproduzione riservata