compiti delle vacanze

Il vero tormentone estivo? I compiti per le vacanze, che fanno sudare freddo genitori e figli anche con quaranta gradi all’ombra. Pochi o tanti che siano, per convincere i ragazzi a finirli, evitando discussioni e corse dell’ultimo minuto, ecco che cosa suggerisce Silvio Crosera, psicoterapeuta dell’età evolutiva.

Come affrontare i compiti delle vacanze

Non ha proprio voglia di mettersi sotto? Mantieni la calma e segui i suggerimenti dello specialista

 

Non sempre le reazioni negative dei bambini sono dei semplici capricci. Spesso sono solo un modo per esprimere forti emozioni. Ti insegniamo come gestirle

I consigli di Tata Lucia in tema compiti delle vacanze: prima il dovere e poi il piacere…ma sempre incoraggiando il bambino senza sovraccaricarlo.

Ma quanto movimento deve fare?Un tempo si sosteneva almeno 1 ora al giorno per tutti i bambini. Ma r

Ma quanto movimento deve fare?

Un tempo si sosteneva almeno 1 ora al giorno per tutti i bambini. Ma recenti studi propongono di modulare l’attività fisica (qualunque essa sia) secondo genere ed età. Così.

Maschi: 2-6 anni 73 minuti; 6-9 anni 85 minuti

Femmine:  2-6 anni 58 minuti;  6-9 anni 66 minuti

Concedigli una pausa

«Finita la scuola, ci vuole un periodo di dolce far niente, che serve ai bambini per riposarsi e riprendere contatto con se stessi» spiega il dottor Crosera. Sì, quindi, alle lunghe dormite al mattino e a giochi e corse in libertà. Almeno per tutto giugno.

Stabilisci le regole

Parola d’ordine: ritmo!
Suggerisci a tuo figlio di scandire il momento dei compiti. Per esempio, si fanno i giorni dispari, un’ora al giorno, al pomeriggio, una materia alla volta.

«Non si può pretendere che i bambini, soprattutto dai 6 ai 12 anni, sappiano gestire autonomamente il loro tempo, perché non hanno la nostra stessa percezione dei giorni che passano» osserva lo psicologo. Essere generici, dicendo loro che bisogna fare i compiti, difficilmente funziona.

Verifica i risultati

Invece di controllare di continuo che cosa ha fatto e cosa no, rivedi insieme a tuo figlio il suo lavoro una volta alla settimana.

«È bene coinvolgere anche il padre in questa operazione, magari suddividendo le materie: per esempio a un genitore quelle scientifiche, all’altro il resto» spiega l’esperto.

Non sostituirti a lui

Vietato stargli con il fiato sul collo intervenendo ogni momento e, peggio ancora, mai fare i compiti al posto suo.

«In questo modo» dice Crosera «il messaggio che gli trasmettiamo suonerebbe più o meno così: “Non ti va di fare una cosa? Stai tranquillo, ci sono io pronta a sgobbare per te”. Se proprio non riesce a finirli, meglio che se la veda con gli insegnanti quando tornerà a scuola».

Non fare confronti

Dire “Il tuo compagno è più avanti di te” o “tuo fratello li ha già finiti” non serve a convincere il bambino a mettersi all’opera, ma solo a rendergli ancora più odioso l’impegno. Piuttosto, se è in ritardo, aiutalo nella programmazione e a stabilire le priorità.

Non obbligarlo a leggere

Durante le vacanze, soprattutto quando tutta la famiglia è riunita, programma una o due settimane di sosta-compiti. E non costringerlo nemmeno a leggere un libro, se non ne ha voglia. Lo puoi stimolare con altre attività alternative, come un museo o una passeggiata.

È il momento giusto, insomma, per renderli curiosi verso ciò che li circonda. E questo vale più di qualsiasi ripasso.

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