Educare i bambini a tavola

Il peggiore incubo quando si cena fuori? Il tuo bambino che esclama: "Che schifo!" alla prima portata, riduce in poltiglia la seconda e si eclissa sotto la sedia alla terza. Intorno ai 6-7 anni è un classico: secondo una ricerca del Kensington Hotel di Londra (che ha introdotto corsi di bon ton a tavola formato kids), il 20 per cento dei piccoli non riesce a stare composto e il 35 mastica con la bocca aperta. "Succede quando mangiare diventa un compito da eseguire anziché un piacere condiviso" spiega Alessia Salvini, tata e family coach che segue il metodo Montessori (alessiasalvini.it). "I cattivi comportamenti si prevengono coinvolgendo i bambini in cucina fin da subito. E trasmettendo loro l'interesse per il cibo e per i riti di pranzo e cena". Ecco le strategie consigliate dall'esperta per insegnare le buone maniere, tamponare una figuraccia e non arrossire davanti agli amici.

Bambini: come insegnare le buone maniere a tavola

Il cibo vola per aria, loro scivolano sotto la sedia, tu perdi la pazienza e la cena diventa una tortura. Conviene fissare qualche regola di bon ton

Le eccezioni
Lo dice persino Debrett’s, la storica guida inglese all’etichetta: ci sono cibi che si possono mangiare con le mani senza sembrare maleducati.

Il pollo: Le cosce soprattutto. Tieni sempre pronta una salvietta umida per intercettare le mani unte.

La frutta:   Uva, arance, fragole, ciliegie sì. Tutto il resto andrebbe sbucciato e   tagliato con forchetta e coltello. Persino la mela! Spesso, però, è   un’impresa anche per i grandi. Meglio chiudere un occhio.

Dalla tavola alla cameretta: segui i nostri consigli step by step per insegnare ai bambini come riordinare i giocattoli.

Come educare i bambini: le regole della pedagogista.

La pizzaMa solo quella al taglio. E assicurati che, se è al prosciutto, sia a pezzetti: per il bimb

La pizza

Ma solo quella al taglio. E assicurati che, se è al prosciutto, sia a pezzetti: per il bimbo sarà più facile fare piccoli bocconi e non sporcarsi.

Mangia con la bocca aperta

Mangia con la bocca aperta
È un classico per attirare l’attenzione. A maggior ragione quando mamma e papà parlano con altri.
A casa previeni
Ignora gestacci e rumoracci: capirà da solo che non ottengono l’effetto desiderato. E così, pian piano, dimenticherà di ricorrervi.
Fuori salvi la situazione
Non fargli notare che è maleducato, ma distrailo con una domanda spiazzante. Per esempio: “Ti piace il vaso dei fiori sulla tavola?”. E, se l’argomento lo permette, coinvolgilo nella conversazione.

Tocca tutto con le mani

Tocca tutto con le mani
È il modo più immediato per “sentire” e gustare.
A casa previeni
Proponi un gioco: tu elenchi una serie di cibi e lui indovina come si portano alla bocca. La zuppa? Con il cucchiaio. Le patate? Con la forchetta.
Fuori salvi la situazione
Inventate un segnale, come un toc toc sul tavolo, che gli ricordi l’esistenza delle posate.

Non sta composto

Non sta composto
Inarca la schiena, gli crollano le braccia, fa oscillare le gambe e inizia la lenta e inesorabile discesa sotto al tavolo. Segno che non è più concentrato sul cibo e ha voglia di alzarsi.
A casa previeni
Quando comincia a contorcersi, permettigli di alzarsi ma a una condizione: portare via il suo piatto e il bicchiere, perché vuol dire che ha finito. Se ha ancora fame non gli resterà che rimettersi composto.
Fuori salvi la situazione
Controlla che stia comodo, chiedigli se deve fare pipì o se gli fa male qualcosa. Non ce la fa proprio più? Lascialo andare. Non è giusto pretendere che un bambino stia a tavola a lungo quanto i grandi.

Dice: "Che schifo!"

Dice: “Che schifo!”
Le convenzioni sociali non sono ancora un’abitudine per lui. Un’espressione del genere, a questa età, è puramente sincera.
A casa previeni
Spiegagli che questa frase si può usare solo per gli insetti spiaccicati sul parabrezza o per i bisogni del cane. Riderà e assocerà la frase a quelle immagini.
Fuori salvi la situazione
Sgrana gli occhi e ricordagli che davanti a lui non c’è un insetto spiaccicato. Capirà al volo e magari si porterà la mano alla bocca:
un gesto spontaneo che basterà come scusa al cuoco.

Riduce il piatto a un campo di battaglia

Riduce il piatto a un campo di battaglia
Capita se non ha fame oppure se la ricetta non lo esalta.
A casa previeni
Assicurati che si sieda affamato (chiedigli quanto ha mangiato a merenda o spiluccato fuori pasto). Poi, coinvolgilo nella preparazione della cena: piccoli compiti come lavare la lattuga o sbattere le uova aiutano a generare rispetto per quello che c’è nel piatto.
Fuori salvi la situazione
Distrai la sua attenzione con un racconto, purché il tema sia il cibo. Per esempio, spiegagli la ricetta o inventati la storia degli ingredienti: finirà il piatto senza rendersene conto.

Gioca con le posate

Gioca con le posate
Nella maggior parte dei casi il motivo è che non riesce ad adoperarle bene.
A casa previeni
Allena la sua manualità facendogli usare subito le posate giuste. Non quelle di plastica o silicone che non afferrano bene il cibo, ma quelle in acciaio purché di dimensioni adatte. E non dimenticare il coltello, con la punta arrotondata e poco tagliente, che lo fa sentire grande.
Fuori salvi la situazione
Lasciagli usare la forchetta e il cucchiaio da dolce per tutte le portate del pasto: sono della misura perfetta. Non sarà il massimo per l’etichetta, ma è sempre meglio che vedere roteare le posate in aria e lontano dal piatto.

Si pulisce sulle maniche

Si pulisce sulle maniche
Si tratta di un gesto istintivo, legato al bisogno di liberarsi del “fastidio” che prova intorno alla bocca.
A casa previeni
Tienigli le maniche ben alzate e fissa la tovaglia sotto al tavolo con le mollette: in questo modo l’unica stoffa che ha a disposizione per pulirsi è quella del tovagliolo. Usarlo diventerà presto un’abitudine.
Fuori salvi la situazione
Preferisci l’ironia, è più efficace del rimprovero. Basta una frase detta all’orecchio sottovoce, per esempio: “Ops, forse ti sei distratto?” oppure “Non vorrai mica fare un disegno sulla tua camicia con la salsa!”.

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