Congedo di paternità

Congedo di paternità: che diritti hanno i papà sul lavoro, dopo la nascita di un figlio?

  • 16 08 2012

I papà possono beneficiare, al posto della mamma, del congedo di paternità o altri permessi per occuparsi del bambino? Per capire qualcosa di più, ne abbiamo parlato con l’esperto.

La percentuale di donne italiane che lavorano è piuttosto bassa.

Inutile chiederci perché: a parte i casi di mamme a tempo pieno per libera scelta, mancano strumenti e strutture e sostegni a favore delle neomamme che le aiutino a conciliare il loro ruolo di mamma e di donna che lavora. Un grande aiuto potrebbe venire dai papà ma, in Italia, sono ancora pochi i padri che usufruiscono del congedo di paternità e degli altri permessi riconosciuti dalla legge e sostituiscono le mamme.

Eppure, i diritti dei papà sono sostanzialmente equiparati a quelli delle mamme e dal quarto mese di vita del bambino,  un padre lavoratore potrebbe essere molto più vicino al bambino di quanto non sia la stessa madre, nel pieno rispetto del D.Lgs.vo 151/2001 (che non a caso si chiama “Testo Unico delle disposizioni legislative di sostegno della maternità e paternità”). Vediamo insieme in cosa consiste il congedo di paternità e gli altri diritti dei papà.

Congedo di paternità

I papà possono beneficiare, sia pur in parte e ricorrendo alcune circostanze, dell’ astensione obbligatoria: ovvero l’astensione per 5 mesi “a cavallo del parto”, solitamente due mesi prima e tre dopo il parto, ovvero un mese prima e quattro dopo la nascita se lo richiede la madre – e se vengono attestate le sue buone condizioni di salute pre-parto. Il neo-papà potrà beneficiare della  astensione obbligatoria soltanto in alcuni casi particolari: a) morte o grave infermità della madre; b) abbandono del bambino da parte della madre; c) affidamento del bambino al padre in via esclusiva.

Con la recente riforma del lavoro, tutti i papà potranno beneficiare di due giorni di congedo di paternità obbligatorio

Durante questo eventuale periodo di congedo di paternità obbligatorio e di astensione obbligatoria il padre lavoratore, percepisce un’indennità corrisposta dall’INPS e pari all’80% circa del trattamento economico normalmente percepito in corso di rapporto. In alcuni specifici settori, inoltre, i contratti collettivi di lavoro prevedono che il datore di lavoro debba integrare quanto erogato dall’INPS, fino a concorrenza di quanto spettante per l’intera retribuzione mensile.

Esiste poi il diritto all’astensione facoltativa (anche chiamata “congedo parentale”) che spetta sia al padre che alla madre, ma in modo alternativo.

Il padre lavoratore, insomma, può beneficiare, nei primi tre anni di vita del bambino, per 6 mesi di astensione al posto della madre.

I genitori possono scegliere liberamente chi tra i due usufruirà dell’astensione facoltativa, oppure utilizzarla entrambi. Durante questo periodo il genitore che ne usufruisce percepisce un’indennità dall’INPS pari al 30% della retribuzione giornaliera.

Congedo di paternità

Oltre al congedo di paternità, rispetto al diritto ai riposi per allattamento di cui beneficiano le mamme? Al papà lavoratore spettano solo in alcuni, limitati casi, ovvero: se il figlio é affidato solo a lui; se la madre non se ne avvale per scelta o perché é lavoratrice a cui non spettano (e cioè non spettano solo alla lavoratrice domestica o alla lavoratrice a domicilio); se la madre non é lavoratrice dipendente ma libera professionista; in caso di morte o di grave infermità della lavoratrice madre.

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