«È stato un momento utile per riflettere sui miei freni inconsci». «Ho capito come avere più fiducia in me stessa». «Che bello condividere la mia esperienza con le altre». «Mi avete dato lo stimolo per continuare a sognare». Sono i commenti, a caldo, delle prime partecipanti al progetto di formazione di Donna Moderna dedicato alle aziende. Un’idea nata dalla filosofia del nostro magazine: aiutare le donne a superare i limiti che pensano di avere, a essere consapevoli delle proprie possibilità. Ma soprattutto un percorso per valorizzare l’empatia, l’ascolto, la collaborazione. In una parola, allenare la self leadership.

È stata Accenture Italia la prima azienda a sposare il nostro progetto, una delle più impegnate sui temi della diversity. E l’entusiasmo e i sorrisi delle 200 donne che hanno partecipato alle prime 2 giornate di formazione nelle sedi di Milano e di Roma dimostrano che abbiamo centrato l’obiettivo. Merito anche del metodo utilizzato: «Portare in azienda il giornalismo e il teatro per raccontare storie» spiega il nostro direttore Annalisa Monfreda. «E, attraverso le storie, illuminare la strada del cambiamento».


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Da sinistra, Chiara Montanari, Annalisa Monfreda e Gabriella Greison


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Le attrici Anna Mallamaci e Maria Chiara Augenti


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Raffaella Temporiti, HR Director di Accenture Italia


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Durante il corso di formazione nella sede milanese di Accenture Italia


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Durante il corso di formazione nella sede milanese di Accenture Italia


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Durante il corso di formazione nella sede milanese di Accenture Italia

L’improvvisazione teatrale per capire

Cosa bisogna cambiare? Una serie di atteggiamenti che impediscono a noi donne di esprimere le nostre potenzialità sul lavoro, di sentirci realizzate, di fare carriera. E che allo stesso tempo sono all’origine di un problema avvertito da molte aziende: la dispersione dei talenti femminili. Il timore di farsi avanti, la tendenza al perfezionismo, la difficoltà nel chiedere aiuto diventano “trappole” in cui cadiamo, spesso senza rendercene conto. Per uscirne occorre riconoscerle.

Ed è qui che ci viene in aiuto l’improvvisazione teatrale. A partire da piccoli spunti forniti dalle partecipanti al workshop (come il nome dei personaggi o l’ambientazione), Claudia Gafà, Antonio Contartese e Andrea Masiero dell’associazione CambiScena costruiscono mini-pièce che all’apparenza hanno poco a che fare con il contesto aziendale: 2 amici di infanzia che si incontrano al bar, una mamma in auto con suo figlio, una regina e un frate ai tempi del Medioevo…

Eppure tutte le storie raccontano quegli atteggiamenti che frenano le donne sul lavoro, come fanno poi notare i formatori Marianna Cerbone e Filippo Maistrello analizzando insieme al pubblico i comportamenti messi in scena e sviscerandone le cause. «La paura di sbagliare, per esempio, può bloccarci, impedirci di agire» spiega Cerbone. «Ma proprio l’errore è ciò che permette di migliorare, ecco perché bisogna concedersi il permesso di commetterlo».

I talk per ispirare

Una volta individuate le trappole, come mettere in pratica i comportamenti giusti per liberarsene? L’ispirazione arriva dalle testimonianze delle ospiti dei talk: Gabriella Greison, fisica e autrice di libri e spettacoli teatrali sulle grandi scienziate; Chiara Montanari, prima italiana a capo di una spedizione in Antartide; Cristina Pozzi, impreditrice, unica italiana inserita dal World Economic Forum tra i 100 Giovani leader del 2019. Donne dalle esperienze molto diverse, ma unite da un tratto comune: hanno trovato il loro stile di leadership valorizzando qualità femminili come la responsabilità, l’empatia, la resilienza, la collaborazione. Perché la leadership non è una dote innata, ma una competenza che si acquisisce come le altre. Significa imparare a essere padrone di sé, a scegliere.

«È la capacità di riuscire in ciò che vogliamo» sottolinea Raffaella Temporiti, HR Director di Accenture Italia. Dialogando con Annalisa Monfreda, Chiara Montanari ricorda il momento in cui è riuscita a far cambiare decisione a un suo superiore esponendo il valore della propria idea in maniera decisa ma rispettosa. Gabriella Greison racconta di quella volta in cui si è trovata davanti un uomo che, pur non sapendone nulla, pretendeva di darle lezioni di fisica: e lei, invece di reagire con rabbia, si è fatta valere con l’ironia. Cristina Pozzi spiega che per essere un buon capo dare l’esempio è più efficace di dare ordini.

Lo spettacolo per emozionare

Ma c’è un’altra cosa che può aiutare a rompere gli schemi mentali che ci frenano: ascoltare il racconto delle conquiste e dei successi di altre donne, per allargare l’orizzonte della nostra immaginazione. A chiusura della giornata, le attrici Maria Chiara Augenti, Giovanna Famulari e Anna Mallamaci portano in scena un estratto dello spettacolo Donne come noi, di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano, tratto dall’omonimo libro scritto dai giornalisti di Donna Moderna. Accompagnate dal violoncello, danno voce ad alcune italiane di oggi, dalla pugile Irma Testa alla scienziata Fabiola Gianotti, che nel loro percorso personale o lavorativo, hanno fatto qualcosa di importante. Con coraggio, competenza, tenacia. Con la capacità di sognare e la voglia di dimostrare che la femminilità non è un ostacolo ma un’opportunità. E lo spettacolo si chiude con un invito alle 200 donne presenti, ma non solo: «Cosa vorrei fare che non ho mai avuto il coraggio o la possibilità di realizzare? Proviamo a domandarcelo. Non rimandiamo a chissà quando. Pensiamoci».

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