Uno dei bozzetti del film di Borsalino (1970)

«Buona fortuna, bambina» augura Humphrey Bogart a Ingrid Bergman nell’indimenticabile finale di Casablanca. Una scena entrata nel mito grazie agli occhi di lei, straziati dall’addio. E grazie alla tesa del cappello che le tratteggia un’ombra obliqua sullo sguardo, come segno di dolore interiore. A falda larga, di feltro o con le piume, il cappello è uno status symbol da sempre legato al cinema e ai suoi personaggi: pensare a John Wayne o a Indiana Jones senza quest’accessorio o immaginare Stan Laurel e Oliver Hardy, in arte Stanlio e Ollio, privi delle bombette da calpestare durante le loro esilaranti liti è un’impresa ardua.

Il cinema con tanto di cappello

Un mostra alla Triennale di Milano dal titolo: Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie. Un'esposizione, fino al 20 marzo, che celebra il cappello: protagonista sia nel cinema che nella vita... Capace di sedurre, mascherare e divertire...

Uma Thurman in Cowgirl. Il nuovo sesso (1993)

Il cappello seduce, maschera, diverte ed è legato indissolubilmente al cinema come in una grande storia d’amore. E lo si scopre nel suggestivo percorso dell’esposizione Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie (Triennale di Milano, tel. 0272434208, www.triennale.org, fino al 20 marzo, ingresso libero). La mostra, curata dal critico cinematografico Gianni Canova, si apre sotto un grande cilindro multimediale, e narra non solo la storia del classico cappello maschile in feltro, che ancora oggi porta il nome del fondatore Giuseppe Borsalino, ma propone tutte le evoluzioni di cui il copricapo è stato ed è protagonista, nella vita come nel cinema.

Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg in Fino all'ultimo respiro (1960)

Spinto sulla nuca dai gangster o sventolato su guêpière e giarrettiere nel linguaggio dell’eros, rigirato tra le mani per colpa o timidezza, segna le tappe della storia del costume. Al cinema crea mode e tendenze: dal colbacco, che con Il dottor Zivago entra nel guardaroba occidentale, al berretto di lana di Rocky, che diventa l’accessorio popolare degli anni Settanta.

La fabbricazione dei cappelli Borsalino (1912)

La mostra si conclude dove tutto ha inizio, con una carrellata dei Borsalino più famosi nella storia della cinematografia, introdotta dai due celebri film cult con Jean-Paul Belmondo e Alain Delon, Borsalino e Borsalino & Co., entrambi di Jacques Deray, accompagnati dagli originali bozzetti d’epoca di Jacques Fonteray, costumista parigino delle due pellicole. Infine, un documento storico per il made in Italy: la versione integrale restaurata di un documentario realizzato nel 1912 dalla ditta Borsalino, in cui la fabbricazione del cappello viene raccontata con una fiction.

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