Wedding planner, come evitare fregature

Una coppia di Padova paga 40mila euro ma - delusa - denuncia la wedding planner. Troppi si improvvisano. Eppure oggi l'Italia è il primo Paese europeo dove si può chiedere il marchio

I matrimoni in Italia diminuiscono (meno 10% rispetto a 10 anni fa, dice l’Istat) ma paradossalmente aumenta il numero di chi li organizza, cioè i wedding planner, ai quali sempre più coppie affidano la progettazione e la gestione dell’evento. Oggi sono il 9,6% in più rispetto a 3 anni fa. Mentre tutto il settore conta su un giro d’affari di circa 15 miliardi di euro.

Il boom degli stranieri

«Gran parte della crescita è dovuta ai “destination wedding”, il trend degli ultimi anni: sempre più coppie straniere scelgono di sposarsi in Italia e per farlo hanno bisogno di un supporto sul posto» spiega Elisa Mocci, la wedding planner sarda che ha organizzato, tra le altre, le nozze di Elisabetta Canalis. «Instagram è stato il grande veicolo di promozione dei matrimoni in Italia: da qui arriva oggi oltre il 70% del mio lavoro. Chi cerca sul social idee e suggestioni resta affascinato dalle location italiane, dai contesti delle città d’arte, dei borghi sul mare, delle masserie nelle campagne del sud. Tanti sono italiani emigrati che tornano nella loro terra per dire sì, altri magari vogliono risparmiare: gli indiani, per esempio, che in patria festeggiano con centinaia di invitati, qui in Italia se la cavano con poche decine di ospiti perché è impensabile che tutti i parenti riescano a spostarsi».

C’è un esercito di principianti

Peccato che molte coppie incappino in persone che si spacciano per professionisti, ma non hanno alcuna formazione specifica. E chiedono cifre che, in media, arrivano anche a 54.000 euro. «Meglio dubitare subito di chi si limita a mettere insieme e gestire i fornitori senza studiare un progetto che armonizzi tutto l’evento e con un tema portante» continua Elisa. «Attenzione anche a chi propone tendenze preconfezionate senza personalizzarle. Ora va di moda lo stile tropical con fenicotteri e temi jungle che però può risultare posticcio se non in linea con il gusto degli sposi».

Il certificato che tutela gli sposi

Oltre all’esperienza sul campo oggi è utile avere una certificazione per il lavoro del wedding planner e del destination wedding planner: da qualche mese esiste un bollino. Lo ha ideato l’Aiwp, l’associazione italiana della categoria, insieme all’Ente nazionale di normazione. «Tutela i clienti perché serve a distinguere i professionisti con anni di lavoro e studio alle spalle da chi ha imparato il mestiere in pochi giorni» spiega Clara Trama, presidente dell’Aiwp.

Chi vuole ottenere la certificazione ed essere iscritto nell’apposito registro validato da Accredia, l’Ente unico nazionale di accreditamento, deve dimostrare con un esame di conoscere e saper applicare competenze come la redazione di un piano commerciale e di un contratto dettagliato, la progettazione dell’evento, la scelta dei fornitori, la gestione delle pratiche burocratiche. L’Italia è il primo Paese europeo a certificare queste figure. Un buon biglietto da visita anche per proporsi all’estero.

Dove trovare i corsi

L’università delle Camere di commercio organizza da settembre il primo master per diventare wedding planner. Dura 1 anno ed è aperto anche ai diplomati (iscrizioni fino al 30 agosto, 2.250 euro, unimercatorum.it).

Assowedding propone corsi online su event planning e wedding designer (assowedding.it).

Elisa Mocci organizza tutorial e corsi avanzati (da 800 euro, elisamoccievents academy.com).

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