L'Aquila

L’Aquila sarà Capitale Italiana della Cultura 2026

Il capoluogo abruzzese vince la concorrenza di altre nove pretendenti. Seguirà Pesaro (2024) e Agrigento (2025)

Dopo Pesaro (2024) e Agrigento (2025) sarà l’Aquila la capitale italiana della cultura nel 2026. A proclamarla è stato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nel corso della cerimonia tenutasi a Roma. La città abruzzese ha battuto la concorrenza di Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso, Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena).

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Sangiuliano: “L’Aquila merita il riconoscimento”

“L’Aquila è una città ricca di storia e di identità e merita certamente di essere capitale della cultura” dice parlando ai giornalisti il minstro Sangiuliano, che ricorda anche come la commissione sia “assolutamente autonoma e indipendente” dalla sua persona. Il ministro avrebbe voluto dare “questo riconoscimento a tutte le città che erano candidate, questo purtroppo non era possibile. Adesso studieremo un modo per coinvolgerle in questo momento” ci tiene a precisare Sangiuliano.

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“Segno di rinascita dell’Abruzzo”

L’Aquila “si avvia a celebrare i 15 anni del terremoto – commenta il sindaco della città Pierluigi Biondi -. Essere capitale italiana della cultura non è un risarcimento, ma rappresenta un elemento attorno a cui ricostruire il tessuto sociale della nostra comunità“. La cultura “è un elemento fondante, è recupero dell’identità e proiezione nel futuro – aggiunge -. Le altre città finaliste saranno parte di questo percorso. Vi garantiamo che saremo all’altezza del compito che ci assegnate… viva l’Italia”.

Gli fa eco Marco Marsilio, appena confermato alla presidenza della Regione: “Siamo molto felici, è un altro segno di rinascita dell’Abruzzo – commenta -. Sapevamo di essere molto competitivi e che il dossier presentato era eccellente. La giuria lo ha riconosciuto”.

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L’Aquila città multiverso

Il progetto presentato dal capoluogo abruzzese è intitolato “L’Aquila città multiverso” ed è “un ambizioso programma di sperimentazione artistica per la creazione di un modello di rilancio socio-economico territoriale a base culturale, capace di proiettarla verso il futuro seguendo i quattro assi della Nuova Agenda Europea della Cultura: coesione sociale, salute pubblica benessere, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale“, si legge nelle linee guida.

L'Aquila

Le motivazioni della giuria

Il progetto dell’Aquila “ci ha convinto per la sua qualità, ma anche per aspetti come il budget, la capacità di includere per tutto l’anno i territori e per il coinvolgimento dei giovani” spiega Davide Maria Desario, presidente della giuria. Ognuno dei progetti delle città finaliste “rappresenta l’emblema dell’Italia come vorremmo che fosse, l’Italia del fare”. Per questo Desario torna a lanciare la proposta (poi accolta dal ministro Sangiuliano) “che oltre oltre al premio alla città vincitrice si integri il bando con un riconoscimento anche alle altre finaliste”.

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Le reazioni alla vittoria de L’Aquila

Fra le reazioni alla vittoria, prevalgono le congratulazioni da parte delle altre città finaliste, ma si solleva anche qualche polemica. “A pensar male si fa peccato ma, come dice l’adagio, spesso si indovina. O forse è solo un caso che, a pochi giorni, dalle elezioni regionali in Abruzzo il titolo sia stato conferito proprio alla città de L’Aquila?” si chiede in una nota il deputato del Pd Andrea Gnassi, ex sindaco di Rimini.

Critico anche l’attuale sindaco della città romagnola Jamil Sadegholvaad che fa i complimenti a L’Aquila ma parla di “invasioni di campo preventive scomposte anche da parte di chi dovrebbe essere super partes” nella competizione. Il nostro auspicio “è che Rimini e la Romagna alluvionata possano essere Capitale italiana della cultura l’anno successivo – commenta il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini -, a partire proprio dall’alluvione senza precedenti del maggio 2023 da cui hanno saputo subito risollevarsi e ripartire”.

Invece il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle del Molise Andrea Greco, oltre a esprimere il rammarico per la sconfitta di Agnone (Isernia), critica Bruno Vespa, che avrebbe dimostrato “una meno che sufficiente caratura giornalistica” per l’endorsement a L’Aquila (città natale del giornalista Rai, ndr) che avrebbe fatto sulla tv pubblica alla vigilia della designazione: “E’ stato per lo meno spiacevole per non utilizzare altri termini”.

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