Mamma allatta bebè con biberon

Manovra, sale l’Iva al 10% su assorbenti e prodotti per l’infanzia

Legge di Bilancio: si passa dall'aliquota del 5% a quella del 10% su alcuni prodotti per l'infanzia e per la protezione dell'igiene intima femminile

Tasse più care su latte in polvere per i neonati e sulle preparazioni per l’alimentazione dei bambini. Ma anche su assorbenti, tamponi e coppette mestruali che quest’anno erano stati inseriti tra i prodotti con Iva al 5% e che dal 2024 passeranno al 10%. È quanto prevede l’ultima bozza del testo della Legge di Bilancio.

Prodotti per l’infanzia e assorbenti, aumenta l’Iva

Tornano all’aliquota del 10% le voci “prodotti assorbenti, e tamponi destinati alla protezione dell’igiene femminile; coppette mestruali” si legge nella bozza della Manovra. E ancora “latte in polvere o liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia, condizionato per la vendita al minuto; estratti di malto; preparazioni per l’alimentazione dei fanciulli, per usi dietetici o di cucina, a base di farine, semolini, amidi, fecole o estratti di malto, anche addizionate di cacao in misura inferiore al 50 per cento in peso”.

L’Iva torna al 10% dopo un anno

La legge di Bilancio varata nel 2022 aveva assoggettato per quest’anno all’aliquota Iva ridotta al 5% i prodotti per la protezione dell’igiene intima femminile, tamponi e assorbenti e alcuni prodotti per l’infanzia (precedentemente soggetti all’aliquota IVA al 10%). Un provvedimento durato 12 mesi e non confermato in sede di presentazione della nuova Manovra: “Non confermiamo il taglio dell’Iva”, ha detto la premier Meloni in conferenza stampa. “Purtroppo – ha aggiunto – il taglio dell’Iva è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo e quindi non penso che valga la pena di rinnovare la misura”.

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Il provvedimento del governo Draghi

Dopo anni di polemiche, era stato il governo Draghi a intervenire per primo sulla cosiddetta tampon tax (e a ridurre l’aliquota l’IVA al 10% sui prodotti per la protezione dell’igiene intima femminile). Prima di allora gli assorbenti femminili erano considerati beni ordinari come vino, sigarette e vestiti e di conseguenza soggetti a Iva del 22%. Con la conseguenza che in Italia gli assorbenti erano tra i più costosi in Europa. Una forma di discriminazione verso le donne che si trovavano ad affrontare spese elevate per un bene necessario.

Assorbenti femminili

Associazioni dei consumatori: “Provvedimento flop”

Gli aggravi a carico dei cittadini non sono piaciuti alle associazioni dei consumatori: “Siamo alle comiche – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori -. “Al di là del fatto che il provvedimento è stato un flop, visto che i commercianti non hanno traslato la riduzione dell’Iva sul prezzo finale, è chiaro che ora invece il rialzo dell’Iva farà aumentare i prezzi”.

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Dello stesso avviso Anna Rea, presidente di Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori): “Il tema – commenta – non è portare dal 5% al 10% l’Iva su tali prodotti perché i prezzi non sono diminuiti, anzi sono aumentati, dato che la maggior parte dei commercianti non ha ridotto i listini al pubblico. La ragione è da ricercarsi nella speculazione e nella mancanza di controllo dei prezzi”. E ancora: “Ci auguriamo che il governo non sia miope e faccia marcia indietro, attivando tutte le misure per rendere effettiva la riduzione dell’Iva e, soprattutto, si impegni concretamente a calmierare tutti i prezzi dei prodotti per l’infanzia e la cura monitorando a livello territoriale con le strutture che noi stessi consumatori abbiamo proposto da tempo e dotando di potere di intervento il Garante dei prezzi”.

Taglio dell’Iva sugli assorbenti, Codacons: “Effetti minimi sulle tasche dei consumatori”

La riduzione dell’Iva su assorbenti e generi per l’infanzia, oltre a non interessare l’intera platea di famiglie, non ha avuto gli effetti sperati sulle tasche dei consumatori – spiega il Codacons -. Questo anche a causa del mancato trasferimento del taglio dell’Iva sui listini al dettaglio, con troppi commercianti che non hanno ridotto i listini al pubblico”.

“Ad esempio – spiega ancora l’associazione per la difesa dei diritti dei consumatori – la riduzione dell’Iva sugli assorbenti femminili dal 10% al 5% determina un risparmio medio pari a circa 0,20 euro a confezione. Considerato che una donna spende in media 126 euro all’anno per il rifornimento di assorbenti, il risparmio a consumatore non supererà i 6 euro annui”.

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“Siamo favorevoli ad una riduzione della tassazione sui beni di prima necessità – conclude in una nota il Codacons – ma questa deve essere estesa ad una platea più vasta di prodotti e accompagnata da un rigoroso controllo sui prezzi al dettaglio, per evitare che i tagli dell’Iva siano del tutto vanificati e non producano benefici reali per le tasche dei cittadini”.

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