sciopero Hollywood

Salta la trattativa a Hollywood, in sciopero anche gli attori

Il sindacato degli attori di Hollywood incrocia le braccia assieme agli scrittori del cinema: non avveniva da 60 anni. La protesta legata a precarietà, compensi sempre più inadeguati e il ruolo dell'Intelligenza Artificiale

Hollywood nella bufera. L’accordo saltato tra i produttori e gli interpreti di cinema e tv ha dato luogo al primo sciopero congiunto di attori e sceneggiatori dal 1960 (quando a capo dell’ordine degli attori c’era
Ronald Reagan). La mobilitazione è stata proclamata dal sindacato Sag-Aftra, che riunisce circa 160.000 attori. Venerdì le star del piccolo e grande schermo si uniranno ai colleghi scrittori nei picchetti che da inizio maggio paralizzano l’industria dello spettacolo statunitense.

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L’impatto dello sciopero sui film dell’estate

Si prevede che lo sciopero avrà un impatto immediato sulla promozione dei migliori film dell’estate. Le anteprime mondiali di alcune pellicole commerciali – tra cui “Barbie” e “Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One” – sono già state organizzate, ma i loro cast non potranno partecipare a ulteriori eventi promozionali. La Disney ha annunciato che la premiere del suo film “La Casa dei Fantasmi” si svolgerà comunque a Disneyland il 15 luglio indipendentemente dagli scioperi, anche se gli attori del film – tra cui LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish e Jamie Lee Curtis – non saranno presenti. Lo sciopero potrebbe ritardare anche i premi Emmy.

Jane Fonda

La lettera delle star di Hollywood

Prima del voto, i migliori attori di Hollywood avevano chiarito che erano disposti a scioperare . Alla fine di giugno, alcuni divi – tra cui Meryl Streep e Jennifer Lawrence – avevano firmato una lettera in cui esortavano i leader sindacali a non accontentarsi di un accordo mediocre.

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Gli attori: “Compensi erosi dallo streaming”

“Dopo più di quattro settimane di trattativa, l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp), l’associazione che rappresenta i principali studi di produzione e di streaming tra cui Amazon, Apple, Disney, NBCUniversal, Netflix, Paramount, Sony e Warner Bros Discovery – non si è mostrata disponibile a offrirci un accordo equo”, si legge nel comunicato della Sag-Aftra. “Dall’inizio dei negoziati, il 7 giugno, – prosegue la nota – i nostri rappresentanti hanno investito ogni giorno, fine settimana e festività, a lavorare per un accordo che proteggesse noi attori e artisti. Negli ultimi dieci anni, il nostro compenso è stato gravemente eroso dall’ascesa dello streaming. Inoltre, l’intelligenza artificiale rappresenta una minaccia cruciale per le professioni creative e tutti gli attori e gli artisti meritano un contratto che li tuteli dallo sfruttamento del proprio volto e talento senza consenso e retribuzione. L’Amptp ha negato che gli enormi cambiamenti in corso nell’industria dello spettacolo e nell’economia in generale abbiano un impatto nefasto su chi lavora per loro. Le risposte dei produttori alle nostre proposte non sono state adeguate. I 90 anni della nostra storia sindacale, sono la prova di quello che possiamo raggiungere se restiamo uniti e determinati. Per il futuro della nostra professione, restiamo uniti”.

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Gli Studios di Hollywood non ci sentono

Di segno opposto, ovviamente, il comunicato rilasciato dagli Studios verso l’1 di notte, appena il tavolo è saltato: “Siamo profondamente delusi dal fatto che la Sag-Aftra abbia deciso di abbandonare la vertenza. È stata una scelta del sindacato, non nostra. Ha respinto la nostra offerta di un aumento storico dello stipendio minimo e dei diritti d’autore, tetti molto più alti ai contributi pensionistici e sanitari e una protezione rivoluzionaria dall’intelligenza artificiale. Invece che continuare a trattare, il sindacato ci mette tutti in una situazione che aggraverà le difficoltà economiche di chi lavora nell’industria dello spettacolo e dipende da essa per il proprio sostentamento”.

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