Einar Ortiz, prima volta fra i Big di Sanremo 2019

Dopo l'esperienza da Amici e la vittoria a Sanremo Giovani dello scorso dicembre, il 25enne italo-cubano debutta tra i Big dell'Ariston con il brano "Parole nuove"

Finalista dell’ultima edizione di Amici di Maria De Filippi, Einar Ortiz ha 25 anni. È nato a Cuba e cresciuto a Brescia dove, prima di entrare nel talent di Canale 5, lavorava come operaio. Una passione per il canto da sempre, la vittoria a Sanremo Giovani lo scorso dicembre che gli ha assicurato la presenza tra i Big di Sanremo 2019. Canta “Parole nuove”, ballata d’amore dal ritornello classico che racconta di quanto sia importante ricevere l’appoggio di chi si ama, quando si insegue un sogno. Nella serata dei duetti di venerdì sarà affiancato da Biondo, altro ex concorrente di Amici.

Porti “Parole nuove”, brano che arriva dopo “Centomila volte”, la canzone con cui hai vinto Sanremo Giovani.

Abbiamo scelto, per Sanremo Giovani, un pezzo che per me, per tutto il mio team, era molto forte. Era giusto lì.“Parole nuove” è un brano pop, che parla di un amore un po’ contorto. Un amore tra due persone, lui è molto legato alla musica, lei sente di ricevere meno attenzioni. Se lei vuole stare con lui però deve accettare il suo sogno. Se lei non vorrà, lui non le correrà dietro. È una storia che hanno scritto per me Tony Maiello e Chicco Palmosi. Parla di quanto sia importante inseguire i propri sogni, circondandosi di persone che ti danno una spinta.

È un brano che ti rappresenta?

In un certo senso. Perché anche io ho sempre avuto l’appoggio della mia famiglia, nell’inseguire il mio sogno.

Per Claudio Baglioni il tema di questo festival è l’armonia. Cos’è per te?

Uno stato d’animo. Armonia con me stesso e con gli altri in generale. Io sono uno che ama stare tranquillo.

Come stai vivendo questo improvviso tuffo tra i Big?

Lo sto ancora metabolizzando. Stare con Nek, Loredana Bertè, Francesco Renga… sono cantanti seri, che hanno una grande esperienza musicale. Però sono contento. Voglio solo fare bene.

Ti senti cambiato?

Vedo che sto crescendo musicalmente acculturandomi. Perché stando dentro a questo mondo impari tanto, anche dagli altri. Soprattutto su quel palco dove ci vanno i Big della musica italiana.

Guardavi Sanremo?

Non sempre. L’ho visto negli ultimi anni. L’anno scorso anche dentro ad Amici.

Pensi che la vita che hai fatto, i lavori che hai fatto, ti aiuteranno a mantenere i piedi per terra?

Non ho paura di perdere il controllo, sono molto serio. Non mi piace volare troppo. Mi piace prendere tutto quello che arriva, senza testa per aria, ma con i piedi per terra. Il successo mi fa paura. Non è una cosa che sto cercando. Fa parte di questo lavoro, ma non mi interessa. Voglio solo cantare e stare bene.

Hai già rivisto Irama? Che cosa vi siete detti?

È strano. Prima Amici e poi Sanremo insieme. Cantare insieme sullo stesso palco. È bello ritrovarsi.

C’è un ricordo di Cuba, nella tua infanzia, che hai appiccicato addosso?

Mio nonno. Mio padre. Mia zia. Il giorno in cui sono partito. I giorni prima della partenza li ho impressi nella mente. Mi manca la mia famiglia e vorrei andare a trovarli. Sono sette anni che non li vedo.

Il nonno cosa ha detto quando gli hai comunicato la tua partecipazione al Festival? Gli hai spiegato bene che cosa rappresenta in Italia?

Avevo fatto una videochiamata qualche tempo fa e lui aveva visto qualche video. Mi ha stupito, lì c’è poco internet, non so come abbia fatto. Ma lui era davvero contentissimo e mi ha detto tante cose belle. Di stare con i piedi per terra, che è fiero di me, che tutto quello che mi sta succedendo me lo merito. Il nonno, anche se è là, mi dà la forza di andare avanti, ogni volta che lo sento. Mi ricorda di quando ero piccolino e sono andato via salutandolo, e lui si chiedeva chissà cosa farà. Adesso è felice di vedermi così. Mi dice di rimanere come sono, che è la mia forza. E io, se sono come sono, è anche grazie a lui. Sono fiero della mia famiglia, di non essere finito su strade sbagliate. È anche per loro che non mi monterò la testa.

Stai lavorando al disco?

Sì, sono stato chiuso in studio fino a pochi giorni fa. Stiamo capendo quando farlo uscire e pensando alle date dei live. Piano piano le cose arrivano.

Hai un portafortuna?

Ne ho tanti. Un tatuaggio sul polso, della mia compagna, un versetto del Vangelo. Uno sul bicipite, di mio padre. Li bacio, se non lo faccio poi ci penso.

Il tuo Big preferito?

Mi piacciono molto Nek e Ultimo. E Renga. Ecco, quel Sanremo l’ho guardato, quando ha vinto con “Angelo”.

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