Milva: morta a 81 anni “la pantera di Goro”

  • 24 04 2021
Si è spenta a Milano la rossa della canzone italiana: nei suoi oltre 60 anni di carriera ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, inciso più di cento album e cantato in sette lingue diverse. Un’artista dalla voce inconfondibile

È morta nella sua casa a Milano dove viveva con la segretaria Edith e la figlia Martina, critica d’arte, la grande cantante e attrice, Maria Ilva Biolcati, in arte Milva. A comunicarlo è il Piccolo Teatro della città meneghina dove Milva ha lavorato a lungo e con il quale ha sempre avuto un rapporto privilegiato. «La sua voce indimenticabile, inconfondibile, luminosa e incisiva come il soprannome che indossava con eleganza, ha tracciato un capitolo importante della storia della musica e del teatro italiano, colorandolo del rosso della sua chioma e della sua incandescente personalità» ha detto il direttore Claudio Longhi.

Milva, conosciuta da tutti anche come “La Pantera di Goro” (il paese emiliano dove è nata il 17 luglio 1939), ha fatto a lungo parte del terzetto delle grandi voci femminili degli anni Sessanta e Settanta, con Mina “la tigre di Cremona” e Iva Zanicchi, “l’aquila di Ligonchio”. Giovanissima ha debuttato nel 1961 al Festival di Sanremo ma il suo talento non solo come cantante ma anche (soprattutto) come attrice teatrale, e la sua bellezza con quell’inconfondibile chioma rossa, le permettono in brevissimo tempo di arrivare al cinema con il film “La bellezza d’Ippolita” al fianco di Gina Lollobrigida. Quando ancora in pochi la chiamavano Milva, ed era ancora Maria Ilva, partiva anche la prima tournee all’estero con un successo tale da portarla sul palcoscenico dell’Olimpia di Parigi già nel 1962. A solo un anno dal suo debutto ufficiale.

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È il 1965 quando inizia a lavorare con Giorgio Strehler, diventando una delle più accreditate interpreti del repertorio brechtiano e nel 1973 conquista la critica mondiale proprio con l'”Opera da tre soldi” di Brecht. La “pantera” – un appellativo che non amava molto Milva che era così discreta e riservata – ha collaborato negli oltre 60 anni di carriera con poeti prestigiosi e impegnati come Eleftheriou, Livaditis, Kampanelis e Mikis Theodorakis, uno dei massimi esponenti della musica colta contemporanea. Il più importante sodalizio della “rossa della musica italiana” arriva però con Luciano Berio, uno dei più celebri compositori d’avanguardia, che le affida un ruolo di primo piano nella sua opera “La Vera Storia” che, dopo essere stata rappresentata alla Scala di Milano, viene ospitata anche all’Opera di Parigi, all’Opera di Amsterdam, all’Accademia di Santa Cecilia a Roma e alla Royal Festival Hall di Londra.

Ammalata da tempo di Alzheimer, nel 2018 durante il Festival di Sanremo, proprio al teatro dell’Ariston dove è nata artisticamente, le è stato assegnato il Premio alla carriera, ritirato però dalla figlia Martina Corgnati, avuta dal regista Maurizio Corgnati nel 1963.

Per una delle più grandi e intense interpreti della canzone italiana, sarà allestita nel foyer del Piccolo Teatro Strehler, martedì 27 aprile, dalle 9.30 alle 13.30, la camera ardente mentre i funerali si terranno in forma strettamente privata come desiderio della cantante che ha sempre suscitato profonde emozioni in intere generazioni.

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