Chi può chiedere il reddito di cittadinanza

Manovra, via libera dal Consiglio dei Ministri a reddito di cittadinanza e Quota 100. Qui riassumiamo i punti più importanti del primo provvedimento, cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle

Con il varo del “decretone”, il reddito di cittadinanza ha assunto la sua forma definitiva. La misura di contrasto alla povertà, tanto cara al Movimento Cinque Stelle, resta fedele all’impianto originario: è una integrazione al reddito per chi è sotto la soglia di povertà (circa 5 milioni di italiani), che può arrivare a 780 euro mensili.

Il tutto a condizione di stipulare un “patto del lavoro”, ossia entrare in un percorso di riqualificazione professionale nei centri per l’impiego, potendo rifiutare un’offerta di lavoro congrua per massimo due volte. Vediamo nel dettaglio come funzionerà il reddito di cittadinanza, con tutti i paletti introdotti per salvaguardare la misura da possibili distorsioni.

La platea: chi può chiederlo?

Potranno richiederlo, da marzo, i cittadini italiani, europei o di paesi extra UE residenti qui da almeno 10 anni (continuativamente negli ultimi due). Si presenterà domanda al Caf o all’ufficio postale o su un sito dedicato: questa verrà esaminata dall’Inps, che dovrà verificare i dati. Chi avrà dichiarato il falso rischierà addirittura il carcere (da 2 a 6 anni), la revoca dell’erogazione e l’impossibilità di richiederla nuovamente per 10 anni.

I parametri di reddito

Solo con un Isee sotto i 9.360 euro si potrà fare richiesta. Ci sono altri due paletti: il patrimonio immobiliare del richiedente non potrà superare il valore di 30mila euro (prima casa esclusa). Il patrimonio finanziario non dovrà essere superiore a 6mila euro (20mila per famiglie con disabili). Escluso chi ha acquistato una automobile di cilindrata superiore ai 1.600 cc negli ultimi due anni, oppure una barca o una moto sopra i 250 cc. Anche chi è ricoverato presso una struttura sanitaria pubblica o si trova in carcere non potrà fare domanda.

Come viene erogato il denaro?

I soldi non verranno versati sul conto del beneficiario, ma trasferiti su una apposita carta che verrà ricaricata di mese in mese. Una prepagata fornita dalle Poste, che permetterà di prelevare fino a 100 euro al mese e l’obbligo di spendere tutta la cifra percepita: se a fine mese sarà rimasto qualcosa sulla card, andrà perduto.

Di quanti soldi stiamo parlando?

L’aiuto mensile derivante dal reddito di cittadinanza potrà arrivare a 780 euro a persona. Tetto che sale in base alla composizione della famiglia: il massimo sarà 1.330 euro per una composta da due genitori e tre figli a carico. Attenzione, perché il massimale si raggiunge solo se si paga un affitto o un mutuo. Un esempio: un single senza reddito potrà arrivare a 500 euro come integrazione, più 280 euro come contributo per l’affitto. Oppure 500 più 150 di contributo per il mutuo. Una famiglia di due adulti con due bambini minorenni prenderà fino a 900 euro di integrazione al reddito più 250 per l’affitto, o più 150 per il mutuo. Un pensionato che vive solo e non ha casa di proprietà percepirà fino a 630 euro come integrazione al reddito più 150 per l’affitto.

Come funziona il patto del lavoro?

I beneficiari del reddito di cittadinanza dovranno firmare il “patto del lavoro” nei centri per l’impiego. Un navigator, sorta di figura tutor, li aiuterà a costruire un percorso di ricollocamento. I loro nomi finiranno in un database nazionale che dovrà far incontrare domanda e offerta di lavoro. Potranno rifiutare al massimo due offerte: la prima dovrà essere entro i 100 chilometri dalla residenza, la seconda entro 250. Dopo 18 mesi, estensione a tutto il territorio nazionale. Con una assunzione a tempo pieno e indeterminato di un beneficiario, l’azienda otterrà sgravi fiscali pari a 18 mensilità di reddito di cittadinanza.

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