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Vittima di fishing: la banca mi rimborsa?

Ho abboccato a un finto sms della banca e gli hacker hanno prelevato 1.500 euro dal mio conto. L’istituto dice che è colpa mia e non mi rimborserà. Ha ragione? (Beatrice)

Fishing via mail o sms

Il tuo è un caso tipico di fishing, una delle truffe più comuni. Ci sei cascata, cliccando sul link del messaggio e digitando i tuoi dati su un sito fotocopia. Ora la banca ti addebita la colpa per avere ceduto tu stessa i tuoi dati.

Il diritto al rimborso

«Ma un’ingenuità non basta sempre ad assolvere l’istituto» spiega Marco Festelli, presidente di Confconsumatori. «La banca potrebbe avere responsabilità parziali, che possono dare al cliente il diritto al rimborso, anche se non integrale. In molti casi, per esempio, i messaggi fake arrivano nella chat con la banca, il che dimostra che il loro sistema di sicurezza non ha funzionato. Altre volte i cybercriminali, dopo avere carpito i dati, effettuano tante piccole operazioni ripetute, senza che la banca faccia scattare un alert o avvisi il cliente».

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Occhio ai link: spesso è una truffa

Il tuo caso, Beatrice, andrebbe esaminato per verificare se ci sono i termini per il ricorso all’arbitro bancario finanziario o al giudice di pace. Puoi rivolgerti a un’associazione dei consumatori o a Confconsumatori, che ha uno sportello online per l’assistenza (confconsumatori.it/ spiegaci-il-tuoproblema/). Ricorda, però, che in tutti i casi serve l’iscrizione all’associazione.

DA SAPERE I messaggi delle banche non contengono mai link diretti al loro sito. Se ne trovi uno, al 99% è una truffa.

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