Caldo, attenzione ai temporali di calore

Sono fenomeni tipicamente estivi, dei periodi con temperature elevate. In cosa consistono e come difendersi

È arrivata la prima vera ondata di calore di questa estate e con essa aumenta la probabilità di “temporali di calore”, ovvero precipitazioni forti e intense che si verificano quando la temperatura al suolo è particolarmente elevata. “Per una volta il termine è scientificamente valido e riconosciuto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WNO). Non consiste dunque in un neologismo ad effetto” spiega il climatologo Massimiliano Fazzini, dell’Università di Camerino e Ferrara. “Si tratta di fenomeni differenti rispetto ai classici temporali frontali, ben più pericolosi, anche se dobbiamo abituarci ad entrambi, perché negli ultimi hanno sono aumentati di intensità e frequenza”.

Temporali di calore o temporali frontali?

“Nel primo caso siamo in presenza di una precipitazione intensa e breve, della durata di 30/40 minuti, spesso accompagnata da fenomeni elettroluminosi, cioè lampi e tuoni. Si verifica quando la temperatura al suolo supera i 30° C. È più frequente in estate e soprattutto nelle zone più lontane dal mare, come la Pianura Padana, perché manca l’effetto termoregolatore proprio del mare. Nelle valli interne non ci sono le brezze marine e il terreno si scalda maggiormente” spiega l’esperto climatologo.”I temporali frontali, invece, sono il frutto dell’unione di più nubi temporalesche, che formano una cosiddetta super cella. Hanno una durata maggiore, di 2 o 3 ore, e provocano alluvioni lampo, quindi risultano più pericolosi” spiega Fazzini.

Fenomeni in aumento?

“In realtà questo tipo di precipitazione c’è sempre stata, tanto che tutti ricordiamo i temporali estivi, che rinfrescano. Quello che sta cambiando è che aumentano i temporali frontali, sia perché l’atmosfera è più calda, sia perché i contrasti con le correnti di aria fredda in quota sono più forti” spiega il climatologo. “Questo fa sì che i fenomeni siano più intensi e frequenti”.

Ci dobbiamo dunque abituare? “Le ondate di calore da moderate a forti non sono una novità, ma negli ultimi anni ci sono passaggi più frequenti dell’anticiclone africano, che rende i fenomeni più forti, intensi e duraturi. Lo scorso anno si è registrato un record con 70 giorni nelle pianure a temperature intorno ai 32 gradi. Quest’anno si tratta della prima ondata di calore, ma non si dovrebbero superare i 38/39 gradi di massima” spiega il professore.

Quali rischi e come proteggersi?

Oltre ai consueti consigli per affrontare giorni con temperature più elevate (bere con frequenza, mangiare cibi freschi, evitare le ore di maggiore calore, vestirsi in modo leggero), è possibile aggiungere altre due indicazioni.

“Per prima cosa consiglio di non stare sotto il sole per 4/5 ore, per evitare due conseguenze potenzialmente gravi: l’insolazione, con il rischio ad esempio di mal di testa, e l’ipertermia, che può portare ai cosiddetti febbroni. In questo caso la temperatura del corpo sale oltre i 37 gradi e il rialzo riguarda anche organi periferici come piedi e mani, con il rischio di un collasso cardiocircolatorio per l’abbassamento eccessivo della pressione” spiega Massimiliano Fezzini.

“A ciò si aggiunga” – dice l’esperto – “che in giorni di temperature elevate, tipici del periodo estivo, anche l’indice ultravioletto aumenta con possibili conseguenze dannose per la pelle”.

Come rinfrescarsi: ventilatore o condizionatore?

“Il ventilatore non abbassa la temperatura, ma ‘rimescola’ l’aria, facendo diminuire il tasso di umidità. In pratica sfrutta l’effetto del vento, che ci fa avvertire maggiormente freddo in inverno e più fresco in estate. Il condizionatore, invece, abbassa realmente la temperatura. In casa e in ufficio, però, io consiglio di non andare mai sotto i 25 gradi, per evitare che ci sia un’eccessiva escursione termica con l’ambiente esterno. E’ meglio tenere una temperatura di 26 gradi, ma con una bassa umidità, piuttosto che 21°C con umidità maggiore. Il livello ideale sarebbe quello del 30% di umidità” spiega il docente dell’università di Camerino e Ferrara.

I numeri e le indicazioni utili

Il ministero della Salute fornisce un decalogo completo sui comportamenti da tenere in caso di caldo (www.salute.gov.it/caldo), disponibili anche tramite l’App “Caldo e salute”, scaricabile gratuitamente sui dispositivi mobili iOS e Android, da Apple store e Play store.

Nell ambito del Piano nazionale per la prevenzione degi effetti del caldo sulla salute, è stata avviata anche la Campagna #estatesicura che coinvolge in totale 34 città (capoluoghi di regione e città con oltre 200mila abitanti). In 27 città è attivo il “Sistema di previsione e allarme”, associato proprio alle ondate di calore con bollettini specifici e previsioni a 24-48-72 ore.

Il decalogo

Non uscire nelle ore più calde: in caso di giornate particolarmente calde, la fascia oraria da evitare può estendersi tra le 11.00 e le 18.00.

Ambienti freschi a casa e in ufficio: schermare le finestre esposte a sud e a sud-ovest con tende e oscuranti regolabili (persiane, veneziane) che limita la luce, ma non il passaggio d’aria. Usare l’aria condizionata, ma con moderazione.

Idratarsi: bere molti liquidi. Ricorrere a integratori solo su indicazione medica.

Pasti leggeri: mangiare frutta, verdure e cibi freschi.

Evitare alcol e caffeina: le bevande alcoliche aumentano la sudorazione e la caffeina può contribuire alla disidratazione.

Abiti leggeri: preferire vestiti in cotone, lino o fibre naturali (evitare le fibre sintetiche). All’esterno possono essere utili cappelli, meglio se di colore chiaro.

Rinfrescare l’auto: quando si sale a bordo, meglio ventilare l’ambiente. L’impostazione della temperatura dell’aria condizionata non dovrebbe essere inferiore di oltre 5 gradi rispetto a quella esterna. Non lasciare mai neonati, bambini o animali in macchina, neanche per brevi periodi.

Sport nelle ore più fresche: evitare di fare attività fisica nella parte centrale della giornata e integrare i liquidi dopo l’esercizio.

Attenzione alle persone anziane e a rischio: fare visita possibilmente almeno due volte al giorno a persone con patologie cardiache o a rischio.

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