Cannabis, i farmaci sono insufficienti in tutta Italia

Nelle farmacie continuano a scarseggiare i preparati galenici con effetti terapeutici. Intanto aumentano i negozi specializzati nella vendita di prodotti a base di cannabis, ma attenzione: la concentrazione dei principi attivi è troppo bassa

I preparati medicinali a base di cannabis terapeutica, che dovrebbero essere resi disponibili in tutte le farmacie territoriali e ospedaliere, continuano a scarseggiare. Chi è in cura, per il dolore o per una serie di gravi patologie, ha enormi difficoltà a reperire i preparati galenici prescritti dai medici.

La denuncia delle associazioni pro malati

Lo denunciano i responsabili di Cild (la Coalizione italiana libertà e diritti civili, federazione che raggruppa una trentina di organizzazioni, da Antigone all’associazione Luca Coscioni, da Forum droghe a Cittadinanza attiva), decisi ad avviare nuove iniziative tutela delle persone in terapia, uomini e donne privati dell’accesso a decotti e infusioni. Lo conferma Federfarma. “La situazione era leggermente migliorata con l’arrivo di forniture dall’Olanda – ricapitola Gennaro Santoro, avvocato della Coalizione – ma i quantitativi importati dall’Olanda si sono esauriti velocemente, perché c’erano le richieste arretrate da coprire. Così siamo da capo. I farmaci a base di cannabis sono insufficienti in tutta Italia o quasi. Per contrastare questa situazione, facendo valere i diritti di migliaia di malati, stiamo mettendo a punto altre azioni legali”.

Le ultime segnalazioni negative arrivano da La Spezia

L’ultima segnalazione arriva da La Spezia. “Le scorte di cannabis terapeutica- riferisce il Secolo XIX – sono esaurite. Le consegne arrivano col contagocce. E gli oltre cento pazienti spezzini che la usano per tenere sotto controllo il dolore cronico o i gravi effetti collaterali della chemioterapia, sono in affanno. La farmacia della Asl 5 sta razionando le ultime cartine rimaste, ma non può dare certezze sulle prossime distribuzioni. E c’è chi vive nell’angoscia di ripiombare nella sofferenza”.

Il rischio, inoltre, è che si ripeta quanto già successo mesi fa. Era rimasto senza preparati a base di cannabis anche il Gaslini di Genova, l’ospedale dei bambini.

La Lidl apre alla marijuana legale nei punti vendita in Svizzera

Intanto fa notizia la decisione presa dalla Lidl. La catena tedesca di supermercati ha dato il via libera alla vendita di marijuana soft, legale, nei market della Svizzera. “Le piante – viene spiegato dal colosso della grande distribuzione – sono coltivate in serre semi-automatizzate e strutture interne appositamente progettate. Nella confederazione elvetica la legge stabilisce che il principio attivo può arrivare fino all’1 per cento”. In Italia, invece, il limite è dello 0,6 per cento.

Ma attenzione. Come sottolinea la vicepresidente di Federfarma Verona, Arianna Capri, “I prodotti a base di cannabis reperibili negli esercizi commerciali, i negozi che stanno nascendo come funghi un po’ dappertutto, non hanno alcun effetto terapeutico riconosciuto. Fare chiarezza sui preparati a base di cannabis ad azione terapeutica e sulla loro distribuzione – continua – è un nostro dovere, in primis per non creare false aspettative o insinuare dubbi nei pazienti veramente bisognosi di cure e nelle loro famiglie che vivono quotidianamente drammi reali e sofferenze ineluttabili”.

Federfarma: “Nei nuovi negozi non ci sono farmaci”

“Una puntualizzazione – prosegue la rappresentante della categoria –  deve essere fatta in merito alla concentrazione dei principi attivi, quali il Thc (tetraidrocannabinolo) e Cbd (cannabidiolo), presenti in concentrazioni utili all’attività terapeutica solo nei medicinali, siano essi di origine industriale o galenici, realizzati per singoli pazienti. Nei prodotti offerti dai punti vendita di recente apertura, dove i farmaci non possono essere commercializzati, la concentrazione di Thc deve essere per legge inferiore allo 0,6 per cento – conferma Capri – mentre nei medicinali preparati nelle farmacie la concentrazione è compresa mediamente tra il 7 e il 22 per cento e la concentrazione di cannabidiolo raggiunge il 10 per cento. Non solo. Il rapporto Thc/Cbd è variabile nelle specie ad uso medicinale, cosicché il medico possa avere la facoltà di dare indicazioni specifiche al farmacista che realizza il medicinale, in base all’effetto terapeutico desiderato per ciascun assistito”.

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