I 10 segnali per capire se la coppia entrerà in crisi

È boom di separazioni fra aprile e la prima metà di maggio. In quei due mesi e mezzo si concentra il picco delle crisi di coppia, crisi che poi portano alla rottura. E che sono state, nel 2016, il 20% in più rispetto all’anno precedente.

Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, effettuate nel 2015, la durata media del matrimonio (registrata fino al momento della separazione) è di circa 17 anni. Sono aumentate, poi, le coppie che si lasciano: il 23,5%. Mentre vent’anni prima, nel 1995, erano solo l’11,3%. L’età dell’addio definitivo? Fra i 40 e i 44 anni per lei; fra i 45 e i 49 per lui.

Il punto è però un altro: ci sono dei segnali per cui è chiaro che l’unione non durerà a lungo, ma si tende a ignorarli. «A ben vedere, i motivi di una separazione sono sempre legati a qualcosa che accade prima, durante il fidanzamento o il periodo di convivenza, quando la coppia si conosce e comincia a sperimentare una nuova vita insieme. Lì, prima del suggello matrimoniale, si possono identificare dei segnali premonitori, i campanelli d’allarme, circa un’evoluzione non rosea: la rottura» ci dice Lorenzo Puglisi, avvocato specializzato in diritto di famiglia. 

Ecco, allora, i 10 segnali d’allarme che ci permettono di prevedere una possibile separazione.

1. Uno dei due punta troppo alla cerimonia 

«Dare priorità ad aspetti superficiali come l’abito nunziale, il wedding planner, le bomboniere, fare in modo che questi diventino totalizzanti e prioritari significa concentrarsi solo sul voler celebrare un rito» ci spiega Puglisi. «Si perdono così di vista i presupposti per un’unione duratura e solida: i valori, i sentimenti che dovrebbero stare a fondamento della famiglia, che non sono quelli di avere il matrimonio con le foto più cliccate sui social».

2. Uno è il “guru” dell’altro

Succede per esempio quando uno dei due fuma e l’altro si pone come obiettivo quello di farlo smettere: nel 75% dei casi, la rottura è entro i 7 anni dal matrimonio. «La coppia deve essere bilanciata negli obiettivi e nel progetto di vita che si pone. Uno dei due non può proporsi come “la verità assoluta”, il guru personale del partner, nel tentativo di migliorarlo. Questo implica che uno è nel giusto e l’altro sbaglia quasi sempre. E alla fine questa dinamica logora il rapporto» dice l’avvocato

3. Uno decide per tutti e due

«Dal punto di vista psicologico, l’imposizione del proprio io, dei propri desideri sull’immagine del matrimonio, come la scelta di tutto ciò che ruota intorno a esso, implica già una forma di prevaricazione e di non ascolto dell’altro» avverte Puglisi. «Il matrimonio è una condivisione: se uno non condivide ma impone all’altra la sua visione delle cose, inevitabilmente si arriva allo squilibrio e alla lunga emergono dei problemi».

4. Si litiga sull’educazione dei figli

«Il fatto di avere dei principi educativi diversi non è di per sé un problema, se questa non-sintonia trova soluzione in una “concertazione”. Se la mamma “lascia troppo fare” e il papà è un “gerarca in casa”, entrambi devono trovare un compromesso, perché le regole in casa siano le stesse: poche ma condivise e non negoziabili. Ma se il partner tende a imporre un suo modello di educazione e di istruzione, cominciano le fratture» dice l’esperto.

5. La suocera è troppo presente

«Una delle cause più frequenti di separazione è proprio la presenza della suocera che non sa stare al suo posto. Oppure il figlio o figlia che non riesce a rescindere quel “cordone ombelicale” che lo lega al genitore» chiarisce Puglisi. Entrambi gli elementi della coppia dovrebbero creare un argine attorno al loro nucleo familiare: non essere in grado di tenere i rispettivi genitori al loro posto rischia di compromettere la serenità di un equilibrio. Neppure abitare nella stessa casa (o in quella attaccata) dei genitori, sebbene abbia vantaggi pratici nella gestione dei figli, aiuta: la troppa vicinanza, alla lunga, porta tensioni.

6. Si chiedono soldi alla famiglia d’origine

«Abbiamo trovato molto spesso casi di coppie che chiedono in prestito soldi alla famiglia di lui o di lei. Le lusinghe dei prestiti con la scusa del “tanto poi te li restituiamo”, “facciamo tutto in famiglia” dà adito, a colui che ha erogato il prestito, alla possibilità di rinfacciare la cosa all’infinito. Il ricatto implica che il matrimonio deve farsi quasi per riconoscenza, per “riparare” il debito che si è accumulato e che magari non si è in grado di restituire». Ma non durerà a lungo.

7. Ci si sposa senza conoscere i propri diritti

«C’è un falso luogo comune sui matrimoni: quello che chi si informa su regole come separazione dei beni o comunione di beni o sui patti prematrimoniali sia meno “innamorato” e più propenso alla rottura. Falso. I coniugi che si informano prima hanno “le spalle più larghe” perché si sposano ben consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri. Alla lunga questo va a rafforzare il legame coniugale, nel tempo. Ecco perché è importante conoscere queste norme».

8. Si lavora insieme

D’accordo la vita insieme, d’accordo la progettualità comune. «Ma la coppia deve saper proteggere anche l’individualità e la specificità dei due singoli» chiarisce il nostro esperto. Condividere gli stessi ambienti di lavoro, oltre allo stesso tempo, significa un contatto h24 sette giorni su sette. «E’ un appiattimento della vita dell’uno sull’altro. E l’unione ne esce soffocata».

9. Le culture d’origine sono molto diverse  

«Ritorna un concetto che abbiamo già chiarito: l’eccessiva invadenza e imposizione dell’uno sull’altro (si veda il punto tre). Quando esistono differenze culturali macroscopiche, succede che l’amore non le fa vedere, specie all’inizio» avverte Puglisi. «Ma se colui o colei che si ritiene culturalmente superiore si impone sull’altro, quest’ultimo ne esce denigrato, ferito nella sua autostima: si convince di essere un “incapace”». Naturalmente “menti” troppo diverse possono anche convivere, specie se sono flessibili e in grado di gestire e risolversi i conflitti. Laurea o non laurea.

10. Si parla poco

Parlarsi vuol dire conoscersi. «E non ci si può conoscere se si trascorre meno di un’ora al giorno insieme. Precisiamo: un’ora è proprio il minimo. Nella fase prematrimoniale l’assenza di dialogo impedisce all’altro di capire chi sono e cosa voglio nella vita di coppia. A distanza di anni, possono emergere differenze inconciliabili» avverte l’avvocato Puglisi.

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