Una responsabilità da condividere
Siamo cresciute immerse in un mondo in cui le bambine che giocavano a pallone erano “strane” e ai ragazzini che si sbucciavano le ginocchia si raccomandava di non fare le “femminucce”. Siamo diventate grandi in un Paese dove la violenza contro le donne continua a essere all’ordine del giorno. Parlare di disparità di genere per poi passare all’azione, con iniziative concrete e mirate, non può più essere un atto individuale: deve diventare una responsabilità collettiva.
Una responsabilità che non può ricadere solo sulle spalle di chi subisce discriminazioni o violenze, ma che deve essere abbracciata da tutti gli attori sociali, a partire da chi ha gli strumenti e le risorse per fare la differenza. In prima linea, ci sono le scuole, le associazioni e le reti antiviolenza, che da anni portano avanti battaglie spesso invisibili ma fondamentali.

Oggi, finalmente, si schierano al loro fianco anche aziende illuminate e sensibili al tema, che hanno compreso come la sostenibilità sociale sia parte integrante della propria missione. Dolomiti Energia è tra queste realtà pioniere: non si è limitata a operazioni di facciata, ma ha scelto di tradurre i propri valori in azioni concrete e misurabili. Con un approccio al tempo stesso pragmatico e visionario, l’azienda ha deciso di supportare un progetto innovativo dell’associazione D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, dimostrando che quando il mondo dell’impresa si muove con autenticità e determinazione può diventare un catalizzatore di cambiamento sociale.
L’azienda ha compreso che investire nella lotta agli stereotipi significa investire in una società più giusta e inclusiva. L’obiettivo non è piantare alberi, ma seminare consapevolezza: nelle classi, tra i bambini e le bambine, là dove gli stereotipi iniziano a prendere forma. Perché per costruire un futuro più equo è indispensabile cominciare presto. Possibilmente insieme.
Le cifre di un’emergenza
In Italia, ogni anno, a causa della violenza maschile, l’esistenza di migliaia di donne si trasforma in un inferno. Un trend che pare inarrestabile. Lo conferma l’associazione D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, che nel 2023 ha accompagnato nei percorsi di uscita dalla violenza 23mila donne. È drammaticamente alto anche il numero dei femminicidi: nel 2023, nel nostro Paese, ne abbiamo contati 120.

Sono ovviamente violenza le botte e qualsiasi tipo di contatto fisico senza consenso, ma anche la tendenza a sminuire la partner, controllarla, insultarla, privarla della libertà di poter fare, essere e dire quello che vuole. È violenza pensare che “lei se l’è cercata” e che “lui era solo geloso”. Tutti questi gesti, atteggiamenti e parole affondano le radici in una cultura che, da sempre, tende ad alimentare la disparità. Un fiume in piena che attraversa la società italiana, spingendo al centro i maschi e relegando noi in un angolo “in quanto femmine”. A partire dall’infanzia.
I pregiudizi che respiriamo da piccoli
In una società che storicamente tende a suddividere ruoli, aspettative e comportamenti in base al genere, le bambine e i bambini sono esposti a condizionamenti continui.

Spesso è la famiglia a veicolare i modelli di disuguaglianza, senza neanche rendersene conto. Il nonno che dice alla nipotina – travestita da principessa – che è dolce, e al nipotino – con addosso la tuta da supereroe – che è sveglio. La mamma che chiede una mano per le faccende domestiche alla figlia (e non al figlio), il papà che fa a lei mille raccomandazioni, trattandola come fosse un esserino vulnerabile, e che sprona lui a diventare più coraggioso e competitivo.
Più avanti, a rinsaldare le disuguaglianze ci pensano i social, i media, talvolta anche il gruppo di amici che si incontrano a scuola. Ma è proprio attraverso la scuola e i contesti educativi che è possibile portare le bambine e i bambini a superare gli stereotipi nel rispetto delle differenze, aiutandoli a scegliere modelli di relazione sani e ad intraprendere un percorso di scoperta di sé che valorizzi i propri desideri e le proprie competenze. In barba agli stereotipi.
È tempo di cambiare rotta

Prevenire gli stereotipi di genere e garantire le stesse opportunità alle bambine e ai bambini: è lo scopo del nuovo progetto La scuola in Gioco: il potere di essere, messo a punto da D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, rete nazionale composta da 84 organizzazioni presenti in Italia, che gestiscono centri antiviolenza e case rifugio, affiancando ogni anno 20mila donne in difficoltà.
«Desideriamo vivere in una società in cui non ci sia spazio per la violenza di genere e per raggiungere questo obiettivo dobbiamo colpire alla radice la cultura patriarcale e sessista da cui nasce la violenza maschile alle donne» dichiara Cristina Carelli, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza.
Libere e liberi di essere se stessi

Educare i bambini all’uguaglianza e al rispetto, alla condivisione e all’ascolto. Liberare le bambine dalle false convinzioni e le paure imposte, che minano la loro realizzazione personale e la loro libertà. Come spiega l’operatrice di D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, Alessandra Campani, «La scuola in Gioco: il potere di essere punta a mostrare concretamente altre possibilità di azione, pensiero e comportamento, utili ad ampliare l’immaginario culturale sul maschile e sul femminile».
Il progetto prevede la formazione di insegnanti referenti nelle scuole coinvolte dalle attività di sensibilizzazione, la fruizione, in classe, di nuovi strumenti didattici appositamente studiati per bambine e bambini con un’età compresa tra i 4 e i 7 anni, e la realizzazione di quattro cortometraggi animati sul tema del potere nella sua accezione positiva – inteso come possibilità, libertà e consapevolezza delle proprie capacità.

L’alleanza che fa la differenza
È questo il cuore di La scuola in Gioco: il potere di essere di D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza. L’associazione, che fa parte della rete europea WAVE (160 Ong al femminile che lavorano per la prevenzione e la protezione di donne e bambini), in questo progetto è affiancata da un’azienda che sceglie di investire nella parità, nella cultura e nelle nuove generazioni, Dolomiti Energia.
L’energia che cambia il futuro

Leader nel settore energetico con una forte vocazione alla sostenibilità, Dolomiti Energia fornisce energia 100 per cento rinnovabile certificata con garanzie d’origine e, dal 2021, compensa interamente le emissioni di CO2 del gas consumato dagli utenti domestici e dalle aziende che scelgono le offerte “Gas 100% Compensa CO2”.
Con 730mila clienti in tutta Italia e una rete capillare di 54 Energy Point, l’azienda si distingue per il suo impegno concreto verso la sostenibilità e per la capacità di mettere sempre le persone al centro. Non a caso, oltre a offrire consulenza e servizi per l’efficienza energetica e condividere buone pratiche per un uso cosciente delle risorse, Dolomiti Energia ha sviluppato un approccio pionieristico con offerte luce e gas innovative, che sostengono progetti sociali nazionali per una società a misura di tutti.
Grazie a questa iniziativa virtuosa, per ogni preferenza espressa per il progetto “La scuola in Gioco: il potere di essere” dell’associazione D.i.Re su almeno una delle due forniture, Dolomiti Energia eroga ogni anno 10 euro – 20 euro se si attiva Sinergika sia per la luce che per il gas – per ogni contratto attivo al 31/12 di ogni anno, senza costi aggiuntivi per il cliente.
Si può fare la differenza, con una scelta semplice. Sinergika si può sottoscrivere online, al numero verde 800 030 030 o presso uno dei Dolomiti Energy Point presenti sul territorio nazionale.