Bruxismo e mal di testa: è lo stress da pandemia

Aumentano bruxismo, ma anche mal di testa e acufeni: colpa dello stress e dell'ansia da coronavirus. I segnali da tenere d'occhio, le conseguenze e i possibili rimedi

L’ansia, la pandemic fatigue, l’isolamento, la paura del contagio, lo stress da smart working o da gestione dei figli in Dad per la chiusura delle scuole: secondo gli esperti sono tutti motivi che hanno causato un aumento di problemi a carico della bocca, come il bruxismo, cioè il digrignare dei denti che si verifica soprattutto di notte. Un disturbo che ne porta con sé altri, come un peggioramento della qualità del sonno, mal di testa e persino acufeni o problemi posturali.

Occorre quindi prestare la giusta attenzione a certi sintomi che, se trascurati, possono portare a complicazioni per la salute e il benessere generale: «Si va dalla rottura dei denti, per lo sfregamento o l’eccessiva contrazione dei muscoli della mascella, fino a cefalee e altri disturbi a carico di organi diversi. Per questo è importante intervenire in tempo e aiutarsi anche con semplici esercizi, per esempio quelli dello yoga della bocca» spiega Giuseppe Cicero, Docente di Odontoiatria all’Università Europea di Madrid, parodontologo a Roma e già inserito dalla rivista Forbes tra i 30 under 30 più influenti in campo medico a livello europeo.

Lo stress da pandemia e i disturbi orali

Nel 2020, complice la pandemia, sono aumentati i casi di bruxismo. Ne sono certi dentisti e gnatologi, ossia gli esperti che si occupano dei problemi di occlusione della bocca, di articolazioni temporo-mandibolari e di riabilitazione tramite impianti e protesi. A confermarlo è il numero di ricerche su Google, dove la parola “bruxismo” è stata cercata molto di più rispetto al 2019, con picchi in zone come Calabria (+62%), Marche (48%), Sicilia e Sardegna (34%). Lo stesso vale per “digrignare i denti”, con un boom del 68% in più di ricerche nel Lazio e del 60% in più in Sicilia.

«L’esperienza quotidiana conferma questi dati, con una crescita di pazienti che chiedono un intervento per dolori muscolari o fratture dei denti – conferma Cicero – Tutti gli esperti sono concordi nell’attribuire l’aumento di questa patologia a stati di stress e ansia, legati al lavoro, alla paura dei contagi, all’isolamento e lontananza da familiari e amici, che qualcuno somatizza a livello del cavo orale».

Le cause del bruxismo da pandemia

Perché lo stress si manifesta con il bruxismo? «Quando si vive in uno stato di ansia, la circolazione sanguigna aumenta in alcune aree del cervello che presiedono a reazioni istintive e ad alcuni sistemi che regolano il ritmo sonno-veglia. Il bruxismo è un sintomo di questo processo, perché porta a stringere i denti in modo del tutto involontario, soprattutto di notte» spiega l’esperto.

Il bruxismo: come capire quando è stress

Come si riconosce il bruxismo da stress? Quali sono i campanelli d’allarme? «I segnali più classici sono le mascelle indolenzite al risveglio, un sonno disturbato, mal di testa ingiustificato o dolore alle orecchie o all’atto della deglutizione, denti più sensibili del normale al caldo e freddo, e dolori alla colonna cervicale non giustificati da altre patologie» chiarisce Cicero.

Conseguenze e cure

Oltre a deteriorare i denti, consumandoli, il bruxismo può dunque portare con sé altri disturbi, come cefalee o dolori articolari che possono spingere a rivolgersi a fisioterapisti o persino osteopati. «Non esiste cura farmacologica e i rimedi per il bruxismo riguardano solitamente i denti, a partire dall’uso del bite per evitare che si consumino eccessivamente e per allentare la tensione muscolare delle mascelle, ma ancora più attenzione va riposta nei pazienti parodontali, ossia in quelle persone che hanno già perso parte della struttura ossea di attacco attorno ai denti. questo perché con il bruxismo, nei casi più severi, si andrebbe ad aumentare ancora di più la mobilità dei denti arrivandone addirittura alla perdita nei casi più estremi – spiega l’esperto – D’altra parte bisogna pensare che nella normalità i denti delle due arcate non si toccano se non per la masticazione e deglutizione, cioè per circa mezz’ora al giorno; in chi digrigna i denti in modo importante, invece, accade anche per 6/8 ore, quindi in un mese queste persone consumano lo stesso quantitativo di denti che si consumerebbe in un anno».

Le altre cause del bruxismo

«Il consiglio è di rivolgersi a un esperto per una diagnosi corretta delle cause del bruxismo, senza ricorrere a rimedi fai-da-te come i bite automodellanti: oltre allo stress, infatti, può essere dovuto a malocclusione e in questo caso occorre l’intervento di un ortodontista, oppure a problemi alle articolazioni temporo-mandibolari per le quali può servire l’aiuto di uno gnatologo o di un chirurgo maxillofacciale. Se però la causa è lo stress, esistono alcuni esercizi di yoga della bocca che possono aiutare» prosegue Cicero.

Un aiuto dallo yoga della bocca: gli esercizi

Se il motivo che porta a digrignare i denti è l’ansia o una forma di stress, è possibile ricorrere alla ginnastica della bocca o yoga della bocca. «Consiste nel rilassare i muscoli coinvolti, attenuando i sovraccarichi della dentatura. L’obiettivo è anche inibire l’automatismo che induce al digrignamento, perché si tratta di un atto involontario e di cui lo yoga della bocca può dare invece consapevolezza» spiega Giuseppe Cicero.

Che esercizi fare? «Innanzitutto è necessario creare un “segnale” che nei momenti in cui siamo concentrati nelle nostre attività quotidiane ci porta consciamente a controllare cosa stiamo facendo con la bocca: un semplice promemoria vicino al computer per ricordarci di non tenere i denti a contatto potrebbe essere un punto di partenza» spiega l’esperto. «Poi possiamo tenere dolcemente tra i denti una guarnizione di silicone, come una piccola caramella che non si consuma e che dobbiamo cercare di non mordere. Se stiamo stringendo i denti, ci ricorderà di non farlo. Un altro esercizio consiste nel posizionare la lingua sul palato, mantenendo le labbra socchiuse e i denti separati per circa 1 centimetro, facendo piccoli movimenti di apertura chiusura nell’ambito del centimetro per 20 volte».

«Infine consiglio di posizionare la lingua tra i denti dolcemente, riempiendo tutto lo spazio tra le due arcate (anche nella zona dei molari), mordicchiando dolcemente la lingua senza farsi del male, con 10 morsetti e 15 secondi di riposo».

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